I difensori dei diritti umani sono rimasti perplessi quando lo scorso 20 maggio la Turchia ha tolto l’immunità parlamentare a più di cento deputati. Recep Tayyip Erdoğan, il presidente sempre più autoritario del paese, ha dichiarato che i turchi “non vogliono vedere legislatori colpevoli in questo parlamento”. Le sue parole dovrebbero avere una risonanza in tanti altri paesi.

Nel 2014 un terzo dei deputati eletti al parlamento indiano era oggetto di denunce penali. In Brasile, circa i tre quinti dei membri del congresso sono accusati di reati. Eppure, la maggior parte dei paesi in via di sviluppo – oltre ad alcuni paesi dell’Europa occidentale – garantisce ai parlamentari l’immunità dalle azioni penali, suscitando spesso il malcontento dei cittadini. Perché questi politici sono al di sopra della legge?

Immunità ristretta e ampia

Ci sono due sistemi generali di immunità. Il Regno Unito, gli Stati Uniti e altri paesi garantiscono una forma “ristretta” di immunità: i parlamentari possono votare e parlare liberamente in parlamento o al congresso senza temere possibili cause legali o denunce penali. Il sistema “ampio” di immunità è invece più controverso: alcuni legislatori fortunati godono di immunità da ogni tipo di accusa e possono perderla soltanto in seguito a un voto parlamentare. Secondo i critici, questo sistema consente ai politici di godere di impunità per le loro azioni e incoraggia la candidatura di criminali. Hanno ragione.

In una democrazia fragile, i deputati rischiano di essere sottoposti ad azioni penali sulla base di denunce ispirate a ragioni politiche

Il parlamento romeno ha trascorso gran parte del 2015 a opporsi alla revoca dell’immunità parlamentare a un deputato accusato di aver intascato delle tangenti. Nel 2006, un deputato egiziano intoccabile ha negato di aver commesso un illecito anche dopo che le autorità doganali hanno scoperto 1.700 chili di Viagra importati illegalmente per conto di un’azienda di sua proprietà. E nel 1982 Pablo Escobar, il sanguinario signore della droga, ottenne l’immunità dopo essere stato eletto alla camera dei rappresentanti colombiana. Questi casi minano la fiducia dell’opinione pubblica nelle istituzioni e nella democrazia. Se però è vero che le leggi sull’immunità generano il caos, possono anche contribuire ad arginarlo, salvaguardando la separazione dei poteri.

Riforme contemporanee

In una democrazia fragile, quando lo stato di diritto è debole e il sistema giudiziario è spesso corrotto, i deputati rischiano di essere sottoposti ad azioni penali sulla base di denunce ispirate a ragioni politiche. In assenza di controlli, il potere esecutivo potrebbe intimidire o arrestare deputati dell’opposizione per rafforzare il suo potere e ridurre l’obbligo di rispondere delle sue azioni. Una situazione di questo tipo alimenta la corruzione e danneggia la democrazia.

Paradossalmente, i paesi dove l’immunità sarebbe più necessaria sono gli stessi dove è più soggetta ad abusi. Questo pone un dilemma ai politici occidentali. Per qualche tempo gli ucraini hanno indicato l’abolizione dell’immunità parlamentare come il più desiderabile provvedimento anticorruzione. L’anno scorso l’Unione europea ha richiesto all’Ucraina l’abolizione dell’immunità come precondizione per l’accordo sulla possibilità di viaggiare senza visto. Tuttavia, dopo che gli esperti di diritto dell’Ue hanno fatto notare le possibili conseguenze di un simile provvedimento, la richiesta è stata ritirata.

L’immunità parlamentare in Turchia non è stata un ostacolo per Erdoğan quando ha deciso di reprimere i suoi avversari politici

Indebolire il parlamento in una democrazia nascente non basterà a combattere la corruzione. Un modo migliore per lottare contro le bustarelle è riformare contemporaneamente tutti i settori del governo, e farlo lentamente. È questa l’opinione di Michael Meyer-Resende del gruppo di lavoro Democracy reporting international. L’immunità parlamentare in Turchia non è stata un ostacolo per Erdoğan quando ha deciso di reprimere i suoi avversari politici.

Di recente il presidente cambogiano ha ordinato l’arresto di esponenti politici dell’opposizione senza nemmeno preoccuparsi di revocare l’immunità di cui godevano. E nel 2015 il parlamento russo ha votato per la revoca dell’immunità all’unico parlamentare che aveva votato contro l’annessione della Crimea. In un sistema marcio, l’immunità non salverebbe nessuno.

Questo articolo di R.J.E. è uscito sul settimanale britannico The Economist.

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