In Birmania è stato vietato ai funzionari pubblici di usare il termine “rohingya”. In un comunicato il ministero dell’informazione birmano ha proibito ai suoi funzionari di riferirsi alla minoranza musulmana, perseguitata nel paese, con il termine rohingya. La disposizione è stata presa in occasione della visita nel paese di Yanghee Lee, l’inviato speciale delle Nazioni Unite. Per le autorità birmane, i rohingya dovranno essere chiamati popolazioni di religione islamica.
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it