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In Brasile Dilma Rousseff verso la destituzione

Dilma Rousseff durante una conferenza con la stampa straniera a Brasilia, il 14 giugno 2016. (Ueslei Marcelino, Reuters/Contrasto)

Si tratta dell’ennesimo colpo di scena in una telenovela politica che sembra essere arrivata alla fine. Il 9 agosto il senato brasiliano ha adottato a maggioranza semplice (59 voti a favore, 21 contrari) la messa in stato d’accusa della presidente Dilma Rousseff, una formalità per il governo.

Il processo dovrebbe cominciare dopo le olimpiadi di Rio, intorno al 23 o al 25 agosto, e Dilma Rousseff deve essere allontanata dal potere durante tutto lo svolgimento della procedura. Di fatto la presidente è già stata sospesa il 12 maggio e il vicepresidente Michel Temer ha assunto l’interim. Del resto la Rousseff non ha assistito alla cerimonia della torcia olimpica a Rio in occasione dell’apertura dei giochi olimpici.

La procedura di destituzione è passata attraverso numerose fasi davanti alle due camere del Congresso, ed è cominciata con un primo voto alla camera bassa il 17 aprile. Alla fine del processo il senato dovrà approvare con una maggioranza qualificata (dei due terzi) la sua destituzione definitiva. In caso contrario, Dilma Rousseff riprenderà il suo posto. Ma il voto del 9 agosto ha mostrato che è possibile raggiungere questa maggioranza.

Un paese in recessione

Dilma Rousseff è al centro di un’inchiesta sulla sua gestione delle finanze pubbliche: è accusata di aver truccato i conti pubblici per favorire la sua rielezione nel 2014. In compenso non è mai satata coinvolta nello scandalo Petrobras, uno scandalo di corruzione che riguarda una delle più importanti imprese dell’America Latina e che coinvolge il Partito dei lavoratori (Pt).

I suoi sostenitori sostengono che si tratti di un colpo di stato della destra per prendere il potere. Alcuni hanno criticato la procedura di impeachment, accusando alcune autorità di essere a loro volta coinvolte in casi di corruzione.

In un paese in recessione dalla metà del 2014, questo scandalo politico alimenta la rabbia dei brasiliani contro una corruzione sistemica. Arrivata al potere nel 2010, Dilma Rousseff è la prima donna presidente della storia del Brasile; proviene dal Partito dei lavoratori fondato insieme all’ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva, che a sua volta è stato coinvolto in alcuni casi di corruzione.

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