Perché alcuni economisti vorrebbero eliminare i contanti
Il denaro contante è una delle più grandi invenzioni dell’umanità: un bel miglioramento, verrebbe da dire, rispetto al dover trasportare delle pecore o delle balle di fieno. Nonostante la proliferazione di altre forme di pagamento, il contante conserva qualità che altri metodi non possiedono, tra i quali l’anonimato, la riscossione immediata, l’accettazione universale e un funzionamento relativamente semplice dal punto di vista tecnologico.
Può essere utilizzato anche in caso di interruzione dell’elettricità o se tutte le banche vengono attaccate dagli hacker. Eppure sono sempre di più gli economisti che spingono per abbandonare il contante. Perché?
Nel libro The curse of cash (La maledizione del denaro), uscito il 16 agosto, Kenneth Rogoff propone di sbarazzarsi gradualmente di buona parte delle valute di carta. Il contante ha sicuramente molti benefici, ammette, ma questi non compensano gli svantaggi che derivano dai suoi lati più oscuri.
Si pensi per esempio all’anonimato. Una delle sue qualità principali, che permette di pagare per un genere di conforto o un servizio erotico senza che questi appaiono sui rendiconti bancari o delle carte di credito, è anche la stessa che permette ai criminali di finanziare le loro attività e agli evasori di non pagare le tasse.
Svantaggi e benefici delle banconote
La cifra record di 1.400 miliardi di dollari presenti al di fuori del circuito bancario, solo in valuta statunitense e perlopiù in tagli di alto valore, farebbe pensare che ogni famiglia americana di quattro persone possiede 13.600 dollari in banconote da cento conservati in vasetti da marmellata. La cosa è improbabile.
Secondo Rogoff, il grosso del contante dei paesi sviluppati è usato per facilitare l’evasione fiscale e attività illegali come il traffico di esseri umani o il finanziamento del terrorismo. Un mondo senza contanti renderebbe inoltre più efficaci le politiche monetarie, sostengono alcune persone, tra cui Rogoff, poiché i risparmiatori non sarebbero più in grado di nascondere il loro denaro sotto il materasso in caso di tassi negativi.
E come stanno scoprendo i negozianti e gli imprenditori in paesi dove la circolazione di contante è relativamente bassa, per esempio la Svezia, preferire i pagamenti elettronici al contante presenta altri vantaggi, come la sicurezza, costi di gestione più bassi, l’igiene e la praticità, sia per i clienti sia per chi gestisce un’attività.
In un mondo senza contante, i gruppi più vulnerabili come poveri, anziani e migranti potrebbero essere ancora più marginalizzati
Rinunciare al denaro non sarebbe un’operazione priva di complicazioni. Alcune obiezioni possono essere facilmente respinte, come quelle espresse dal 20 per cento di un campione di tedeschi che, in una recente indagine, hanno affermato di gradire la sensazione di portare addosso del denaro. Ma ci sono altri problemi meno facili da risolvere. I più evidenti sono la perdita dell’anonimato e il rischio che alcune parti della società restino escluse dal sistema finanziario, in un mondo dove gli smartphone e le carte, di credito o di debito, diventerebbero l’unico metodo di pagamento.
Il problema dell’anonimato può essere in parte risolto mantenendo solo le banconote e le monete di taglio più basso: abbastanza perché la gente possa continuare a comprare porno, erba e regali di compleanno, ma non proprietà immobiliari. La questione dell’esclusione finanziaria è più complessa. In un mondo praticamente senza contante, i gruppi più vulnerabili come indigenti, anziani e migranti potrebbero essere ulteriormente marginalizzati.
Inclusione finanziaria
Inoltre, quanti dipendono in maniera particolare dal contante – come le chiese, le associazioni benefiche e i senzatetto – vedrebbero diminuire le loro entrate. Ma alcune misure possono essere applicate in maniera graduale e intelligente, per esempio offrendo contributi su carte di debito prepagate e fornendo alle associazioni di beneficienza dei lettori di carte contactless. Questa svolta potrebbe addirittura aumentare l’inclusione finanziaria, permettendo a chi è fuori del sistema bancario di entrare a farne parte.
Un simile dibattito provoca forti reazioni. Di recente il giornale tedesco Bild ha organizzato con i suoi lettori una protesta contro il tetto di cinquemila euro imposto alle transazioni in contante. Inoltre alcuni accademici tedeschi hanno sostenuto che l’abolizione del contante non porrà magicamente fine al crimine e al mercato nero: le truffe elettroniche, il cibercrimine e i pagamenti anonimi in rete sono operazioni abbastanza semplici per persone dotate della capacità e della determinazione necessarie. Eppure man mano che i paesi ricchi rinunciano al contante, con alcuni negozi e caffè che rifiutano tout court questa forma di pagamento, gli economisti possono già vedere i primi benefici di un mondo senza cartamoneta, oltre alla natura relativamente indolore di una simile transizione.
(Traduzione di Federico Ferrone)
Questo articolo di S.N. è stato pubblicato dal settimanale britannico The Economist.