La notte del 3 ottobre in Italia è andata in onda la prima puntata di Westworld, una nuove serie tv di fantascienza prodotta dal canale statunitense Hbo. La serie è basata sull’omonimo film del 1973, scritto e diretto da Michael Crichton e tradotto in Italia con il titolo Il mondo dei robot.

I produttori esecutivi della serie sono Jonathan Nolan, fratello minore di Christopher, J. J. Abrams, creatore di Lost e regista di film come Star trek e Star wars. Il risveglio della Forza, e Lisa Joy. Nel cast Evan Rachel Wood, Thandie Newton, Jeffrey Wright, Ed Harris e Anthony Hopkins. In Italia Westworld sarà trasmesso da Sky Atlantic.

Il primo episodio di Westworld negli Stati Uniti ha fatto ottimi ascolti: 3,3 milioni di spettatori tra tv via cavo e piattaforme digitali. È il miglior risultato per una serie della Hbo dai tempi di True detective, che aveva fatto registrare 3,3 milioni. Vynil, show recentemente cancellato dopo la prima stagione, ne aveva totalizzati 1,4 milioni.

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Di cosa parla Westworld
La serie è ambientata in un parco divertimenti futuristico a tema western popolato da androidi, chiamati host, il cui unico scopo è quello di soddisfare le fantasie dei clienti ricchi, i cosiddetti newcomer. A Westworld i visitatori possono fare tutto quello che vogliono e sfruttano il parco per sfogare i loro istinti più bassi: non mancano episodi di sesso esplicito, stupri, violenze e sparatorie.

Tutto quello che gli host dicono e pensano è scritto in un copione che non cambia mai. Alla fine di ogni “storia” la loro memoria viene cancellata e tutto ricomincia da capo. Gli androidi non sanno di vivere un’esistenza finta: sono abituati a subire le angherie dei clienti, semplicemente perché non se le ricordano. A un certo punto però le cose cambiano: a causa di un problema tecnico, gli host cominciano a sviluppare coscienza di sé.

Rispetto al film di Crichton, che raccontava la storia dal punto di vista degli umani, la serie della Hbo assume la prospettiva degli androidi. In particolare si concentra su Dolores Abernathy (Evan Rachel Wood), una host programmata per essere una tranquilla ragazza di campagna dall’aria innocente. La sua storia prevede che assista all’omicidio dei genitori e sia violentata da un gruppo di fuorilegge, tra i quali c’è spesso l’Uomo in nero (Ed Harris) un sociopatico cliente abituale di Westworld. Anthony Hopkins, sicuramente l’attore più famoso del cast, interpreta il ruolo del dottor Robert Ford, il cinico creatore del parco.

La sigla
Le musiche di Westworld sono composte da Ramin Djawadi, che ha firmato anche la colonna sonora di Game of thrones ed era al fianco di Jonathan Nolan nella serie Person of interest. La sigla è stata creata dallo studio Elastic, già autore dei titoli di testa di Rome e Game of thrones.

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Violenza e coscienza
Westworld è stato accolto in modo molto positivo dalla critica straniera, che fino a ora ha avuto il permesso di vedere i primi quattro episodi. Sull’Atlantic David Sims ha scritto: “Il nuovo show di Jonathan Nolan e Lisa Joy si interroga sul significato dell’esistenza di Dolores. Se la vede con la violenza casuale, consapevole dell’eccitazione che può provocare nel pubblico il fatto di vedere dei cowboy che si fanno a pezzi a vicenda e salvano (o aggrediscono) le donne attorno a loro. Ma si pone anche la domanda tipica della fantascienza sulla coscienza e la moralità: a che punto Dolores diventa reale, qualcuno che non si può semplicemente sbattere su una sedia di metallo dentro un laboratorio? È al momento della sua creazione o quando comincia a ricordarsi gli orrori che ha subìto?”.

Positivo anche il parere del New York Times. “Il Dr. Ford potrebbe essere il dirigente di una tv via cavo. I canali televisivi hanno fornito, e il pubblico li ha premiati, serie raccapriccianti come Game of thrones e The walking dead che mostrano una prospettiva sul mondo basata sul fatto che la vita è orribile e le persone sono terribili”, fa notare James Poniewozik. “Westworld è un altro corpo animatronico in cima a quel mucchio insanguinato, ma gli autori ne sono consapevoli. È un ambizioso, anche se non del tutto coerente, sparatutto fantascientifico che mette in dubbio l’intrattenimento nichilistico nel momento stesso in cui te lo propone”.

“Quando una serie della Hbo fallisce – Vinyl, Luck, John from Cincinnati – lo fa in modo clamoroso. Ma quando funziona, come nel caso di Game of thrones, Veep, Last week tonight with John Oliver e Olive Kitteridge, non fa solo piazza pulita agli Emmy ma cambia la natura della televisione”, scrive Mary McNamara sul Los Angeles Times, “Westworld è una di quelle serie in grado di segnare una svolta, una grande affresco di azione e analisi inaspettate reso ipnotico dai suoi creatori. Non è solo grande tv, è vivace, provocatoria televisione che intrattiene, ma esamina al tempo stesso il lato più oscuro dell’intrattenimento”.

Negativo invece il parere di Variety: “Westworld è esteticamente eccezionale. I registi hanno creato dei luoghi ottimi da vedere, ma le scene all’aperto calde e saturate e la sua scorrevolezza non bastano a mascherare l’indecisione, la condiscendenza e la vacuità che ne sono alla base della serie”, scrive Maureen Ryan.

Westworld è piaciuta molto a Olivier Joyard del sito francese LesinRocks, che riguardo ai primi quattro episodi ha scritto: “Supponendo che la prima stagione non si perda per strada, Westworld potrebbe diventare niente meno che il trattato visivo e narrativo di un mondo che cambia, dove lo spettacolo e la fiction sono sia i nostri becchini sia i nostri salvatori. Una serie che insegnerà ad amare la finzione e a evitarla come la peste, in grado di risvegliare il senso critico”.

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