Gli Stati Uniti hanno già cominciato a votare
Anche se la data delle presidenziali statunitensi è l’8 novembre (il primo martedì dopo il primo lunedì di novembre, come stabilito dalla legge), più di 7,3 milioni di elettori si sono già espressi grazie al ricorso al voto anticipato. Negli Stati Uniti per votare bisogna essere registrati nelle liste elettorali e in molti stati si può dichiarare la propria affiliazione a un partito (repubblicano, democratico, indipendente o altro). Secondo un’analisi della Cnn dei voti anticipati, quest’anno il Partito democratico ha già ottenuto in North Carolina, Nevada e Arizona un risultato migliore rispetto alle due settimane precedenti le elezioni del 2012.
Per i repubblicani, invece, arrivano buone notizie dall’Iowa, a conferma dei sondaggi che suggeriscono che si tratti dello stato, tra quelli dove aveva vinto Barack Obama, con le maggiori possibilità di essere conquistato da Donald Trump.
In Florida, dove gli ultimi dati paragonabili risalgono al 2008, gli elettori democratici, spinti da un elettorato sempre più multietnico, hanno decisamente ridotto il tradizionale vantaggio dei repubblicani.
Questi dati si riferiscono ai voti inviati per posta e alle votazioni ai seggi espressi in anticipo fino al 25 ottobre nei 35 stati dove sono disponibili dei dati. Catalist, una società di analisi dati che lavora con candidati, gruppi per la difesa dei diritti civili, universitari e centri di ricerca progressisti, confronta i dati con quelli passati, permettendo così un’analisi più precisa.
Arizona
Qui i democratici registrati hanno votato più dei repubblicani registrati. Sono in vantaggio di 4.116 voti, un netto miglioramento rispetto alla posizione in cui si trovavano due settimane prima delle elezioni nel 2012, quando erano in svantaggio di 21.179 voti. Due terzi degli elettori dell’Arizona hanno votato prima rispetto all’Election day del 2012, rendendo l’esito di questo voto anticipato fondamentale per Hillary Clinton e Trump.
Colorado
Queste sono le prime elezioni dove tutti gli abitanti registrati del Colorado possono votare per posta. Le operazioni di voto sono cominciate il 24 ottobre e i democratici hanno aumentato il loro vantaggio sui repubblicani. I democratici hanno espresso oltre diecimila voti in più rispetto ai repubblicani. Potrebbe trattarsi di un’ottima notizia per Clinton poiché, a questo punto dell’elezione 2012, i repubblicani erano in vantaggio di circa 7.600 voti.
Georgia
Sono oltre 583mila le persone che hanno già votato in Georgia, il che rappresenta un aumento del 40 per cento dell’affluenza rispetto al 2012. Gli elettori non sono registrati in base al partito in Georgia, e quindi non sono disponibili dati relativi all’affiliazione dei primi elettori. Nel 2012 metà degli elettori dello stato aveva votato in anticipo.
Florida
Qui i repubblicani sembrano in vantaggio, ma con un margine ridotto. Attualmente hanno un vantaggio di 18.120 voti, una cifra minima rispetto a quella di 113.222 che avevano a questo punto nel 2008. Lo staff della campagna di Clinton ha concentrato i suoi sforzi nel tentativo d’iscrivere gli ispanici nelle liste elettorali dello stato, ed è probabile che la cosa stia dando i suoi frutti. Gli ispanici rappresentato finora circa il 12 per cento degli elettori anticipati, rispetto all’8 per cento nel 2008. Inoltre quest’anno la percentuale di elettori bianchi è scesa dall’82 per cento nel 2008 ad appena il 77 per cento. Dopo l’apertura delle urne, a Miami-Dade Country sono state segnalate lunghe file, alcune di oltre novanta minuti.
Iowa
L’Iowa, dove nel 2012 il 43 per cento degli elettori ha votato in anticipo, continua a portare buone notizie a Trump. I democratici sono in vantaggio sui repubblicani nell’ultimo conteggio dei voti anticipati, ma il loro margine è più esiguo di quanto fosse a questo punto nel 2012, intorno ai 7.200 voti. Questo divario è meno ampio di quanto non fosse la settimana scorsa ma i democratici avranno bisogno d’intensificare i loro sforzi in Iowa se vogliono conservare lo stato.
Nevada
Le votazioni, che qui avvengono andando di persona al seggio, sono cominciate in Nevada il 22 ottobre e i democratici si sono riversati alle urne. Hanno un vantaggio di quasi quindicimila voti, il che rappresenta un piccolo miglioramento rispetto alla loro posizione nel 2012. In generale l’affluenza anticipata è del 18 per cento inferiore rispetto al 2012 ma leggermente più alta che nel 2008. Il Nevada è uno stato fondamentale tra quelli che votano in anticipo. Nel 2012, il 69 per cento dell’elettorato statale aveva votato prima dell’Election day.
North Carolina
Migliaia di elettori hanno votato tra il 22 e il 23 ottobre. I democratici registrati hanno finora superato i repubblicani registrati di oltre centomila voti. I democratici hanno un vantaggio leggermente superiore a quello del 2012. Tuttavia, se Clinton vuole che quest’anno il North Carolina diventi democratico, avrà bisogno di una massiccia affluenza degli elettori afroamericani. A questo punto nel 2012, gli elettori neri erano il 30 per cento del totale. Oggi invece sono solo il 25 per cento. Il North Carolina ha ridotto la sua finestra di voto anticipato e il totale dei voti espressi è finora 180mila di meno rispetto al 2012. Lo stato rimane fondamentale tra quelli che votano in anticipo. Il 61 per cento dei suoi elettori aveva votato in anticipo nel 2012.
Utah
A questo punto, nel 2012, i repubblicani avevano un vantaggio di oltre 31mila voti sui democratici per quanto riguardava il voto anticipato. Ma finora, quest’anno, il vantaggio dei repubblicani è solo di 15.834 voti. Si tratta di un calo di circa il 50 per cento per il partito, nel più sorprendente degli stati contesi di queste elezioni del 2016. Eppure rimane difficile trarre indicazioni sicure dalle statistiche dello Utah. Lo stato è una roccaforte repubblicana.
Ma la scarsa popolarità di Trump presso l’elettorato mormone, unita ai favori di cui gode qui il candidato conservatore indipendente Evan McMullin, ha reso la sfida una corsa a tre, con Clinton che spera di spuntarla su un partito repubblicano diviso. È impossibile capire oggi se i voti dei repubblicani siano andati a Trump, McMullin o a qualcun altro. Senza dimenticare che la popolarità del mormone Mitt Romney, nel 2012, aveva contribuito a generare una maggiore affluenza. Il vantaggio dei repubblicani oggi è più forte rispetto al margine di 2.231 elettori che il partito aveva nello Utah nel 2008.