Il Giappone e l’India rafforzano i loro rapporti strategici
A undici anni dall’inizio della cooperazione nel settore del nucleare civile con gli Stati Uniti, l’India ha concluso un nuovo importante patto con un paese straniero. Durante la sua ultima visita a Tokyo, il primo ministro Narendra Modi ha firmato un accordo che autorizza la vendita all’India di impianti nucleari progettati da aziende giapponesi.
New Delhi potrà così comprare combustibile, macchinari e tecnologie nucleari per scopi pacifici. Se l’India dovesse realizzare un test nucleare, la collaborazione si interromperebbe. L’accordo deve essere ratificato dal parlamento giapponese.
È la prima volta che il Giappone, l’unico paese ad aver subìto un attacco con la bomba atomica, conclude un accordo del genere con un paese che non ha firmato il trattato di non proliferazione nucleare. Il trattato vieta a tutti i paesi, fatta eccezione per i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, di sviluppare e possedere armi nucleari.
Nella stessa occasione il Giappone ha realizzato la sua più importante vendita di armi dalla fine del divieto sulle esportazioni militari due anni fa. L’India dovrebbe infatti comprare dodici idrovolanti Us2 giapponesi per quasi 1,6 miliardi di dollari.
Nuovi mercati, nuove minacce
I sostenitori dell’accordo affermano che si tratta di una collaborazione proficua sia per Tokyo sia per New Delhi. L’India sarà in grado di provvedere alle necessità energetiche della sua economia in piena crescita senza emissioni di anidride carbonica. Per il Giappone si apriranno nuovi mercati per il suo settore nucleare, in crisi dopo l’incidente nucleare di Fukushima nel marzo del 2011.
Chi critica l’accordo, invece, sottolinea le minacce per la sicurezza e per la pace regionale, e il rischio della proliferazione nucleare.
“Il lungo viaggio di Modi e la sua terza visita bilaterale in tre anni rappresentano l’avvicinamento di due tra le più grandi democrazie asiatiche, in un momento in cui i partner tradizionali in Europa e negli Stati Uniti diventano meno influenti e affidabili”, osserva il Financial Times.
Per gli esperti il risultato delle elezioni statunitensi potrebbe accelerare la cooperazione nel settore della sicurezza tra potenze asiatiche come l’India, il Giappone e il Vietnam.
(Traduzione di Andrea De Ritis)