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Da Parigi a Ho Chi Minh il costo della casa aumenta sempre di più

Una cliente sulla terrazza del ristorante Chau Dao a Ho Chi Minh, in Vietnam. (Joan Bardeletti)

Nelle principali metropoli del mondo stanno aumentando le persone costrette a lasciare i quartieri centrali e a trasferirsi in periferia. Anche gli abitanti della classe media pagano le conseguenze del processo di gentrificazione, caratterizzato dal rinnovamento dei centri storici e dall’aumento dei prezzi delle case e degli affitti. Il fotografo Joan Bardeletti e il giornalista Nicolas Kayser-Bril di Journalism++ si sono occupati delle disuguaglianze urbane nel progetto Housing stories, finanziato dal programma Journalism grants del Centro europeo di giornalismo (Ejc). Sono partiti analizzando il fenomeno a Ho Chi Minh, in Vietnam, nella capitale francese Parigi e a São Paulo in Brasile.

Ho Chi Minh
Ho Chi Minh, capitale economica del Vietnam, ha registrato un aumento della popolazione pari al 70 per cento negli ultimi vent’anni. La migrazione dalle aree rurali a quelle urbane innescata dalla crescita economica non è un fenomeno nuovo. Molte delle più grandi città europee hanno avuto un aumento della popolazione simile alla fine del ventesimo secolo, ma ci sono alcune differenze. Le città europee sono cresciute al massimo di un milione di persone, mentre la popolazione di Ho Chi Minh è passata da cinque a più di otto milioni di abitanti. Per adeguarsi a questo cambiamento le autorità cittadine hanno approvato grandi piani edilizi che hanno costretto migliaia di persone a spostarsi. Le famiglie ricevono un compenso quando vengono sfrattate, ma spesso si tratta di cifre insufficienti per acquistare una nuova casa con gli stessi standard abitativi.

La discrepanza tra la crescita organica della città e la pianificazione urbanistica dell’amministrazione comunale ha creato un’urbanizzazione selvaggia. Alla periferia della città sono state costruite zone industriali senza considerare la disponibilità di alloggi nelle vicinanze. Per rispondere alla domanda abitativa, sono nati molti affittacamere abusivi per ospitare i lavoratori. Secondo le stime della ong statunitense Habitat for Humanity, due milioni di abitanti di Ho Chi Minh – un quarto della popolazione totale – vivono in camere in affitto perché non possono permettersi un appartamento.

Parigi
Parigi è una delle città più grandi d’Europa, è la più popolosa e ricca dell’eurozona ma è anche la più disuguale. Su una popolazione di dieci milioni di abitanti – considerando l’intera area urbana della capitale francese e non solo l’unità amministrativa centrale – un ventesimo dei proprietari di casa vive al di sotto della soglia di povertà. Tra gli affittuari la proporzione sale a un quarto. A Parigi gli affitti sono più alti della media, come anche gli stipendi. Il salario mensile medio è di circa 2.500 euro, un terzo in più rispetto alla media nazionale. L’affitto per un appartamento con una sola camera da letto è di 1.300 euro al mese.

A Parigi gli alloggi sovvenzionati hanno un ruolo molto importante, anche se spesso non favoriscono i più poveri e contribuiscono ad aumentare la disuguaglianza. Tra i criteri per beneficiarne ci sono il numero di figli, il livello di povertà e l’età. Per un single sotto i quarant’anni accedere al mercato sovvenzionato è praticamente impossibile. I giovani sono penalizzati anche dal mercato aperto. Nella capitale francese è normale che un piccolo appartamento abbia in proporzione un prezzo maggiore rispetto a uno più grande. L’affitto di un bilocale può costare 500 euro quando un appartamento di tre camere nello stesso palazzo può costare 800 euro. Il sovrapprezzo per i piccoli appartamenti è di circa il 20 per cento ovunque, tranne nelle periferie più povere.

São Paulo
Il distretto centrale di Santa Cecilia, nel cuore di São Paulo, è un perfetto esempio di gentrificazione. Fino alla seconda metà del ventesimo secolo il quartiere era la sede del potere economico e politico della città, poi ha cominciato a decadere. È diventato un’enclave di operai attratti dai prezzi contenuti degli affitti: nove euro al metro quadro contro i 12 o 13 nei vicini Bela Vista e Consolação. Le cose ora stanno cambiando. Gli affitti della metropoli stanno salendo freneticamente. Nel 2010 sono aumentati quasi dell’8 per cento. Gli affitti bassi e la buona posizione hanno attratto a Santa Cecilia i designer e le famiglie della classe media, fino a quando anche gli imprenditori edili hanno deciso di sfruttare l’opportunità.

Nel 2014 il comune ha avviato un grande progetto di rinnovamento urbano nel cuore di Santa Cecilia, che si chiama Vale do Anhangabaú. Un’indagine di Repórter Brasil ha dimostrato che il progetto, il cui budget di 59 milioni di euro è stato quasi interamente finanziato con denaro pubblico, è spinto soprattutto dalla banca Itaú Unibanco. Il progetto include la costruzione di 57 negozi, ristoranti e bar, la nascita di un nuovo centro commerciale e di un albergo. La gentrificazione non è un fenomeno nuovo. Fin dagli anni sessanta l’aumento degli affitti ha spinto operai e impiegati verso le periferie e il loro posto nei quartieri centrali è stato preso da persone più ricche e istruite. Per quanto vengano presentati come strumenti per migliorare la vita delle persone, i progetti di rinnovamento urbano generalmente favoriscono i nuovi arrivati.

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