La vittoria del no al referendum costituzionale del 4 dicembre riapre la partita della legge elettorale che il parlamento dovrà riformare in tempi rapidi per impedire che alle prossime elezioni si vada a votare con due sistemi diversi: uno valido solo per la camera e l’altro solo per il senato. Al momento, infatti, la legge elettorale Italicum (entrata in vigore nel luglio del 2016) è valida solo per l’elezione dei deputati, perché è stata scritta presumendo che la riforma costituzionale sarebbe stata approvata e i senatori non sarebbero più stati eletti a suffragio universale. Se si andasse a votare domani quali sarebbero le leggi elettorali in vigore? E quali sono le proposte e i tempi di riforma della legge?
La legge in vigore. Se si andasse a votare senza cambiare la legge elettorale, si voterebbe con l’Italicum (entrato in vigore nel luglio del 2016) per la camera dei deputati e con la legge elettorale Consultellum (cioè la legge elettorale proporzionale risultante dalla sentenza della corte costituzionale che ha abrogato alcune parti della legge elettorale Calderoli, meglio nota come Porcellum) al senato.
Cosa prevede l’Italicum. È un sistema elettorale proporzionale che prevede una correzione maggioritaria con doppio turno, soglia di sbarramento e un premio di maggioranza. La legge istituisce cento collegi elettorali plurinominali, con capilista bloccati. Dal secondo candidato in poi ci sono le preferenze. Ogni elettore potrà esprimere al massimo due preferenze: in questo caso dovrà votare per una donna e per un uomo, pena l’annullamento della seconda preferenza. La lista o il partito che ottiene più del 40 per cento al primo turno (o che vince al ballottaggio) prende il premio di maggioranza: 340 seggi su 630. I 290 seggi rimanenti saranno assegnati agli altri partiti. Se nessuno riesce a superare il 40 per cento si procede al ballottaggio tra i due partiti o liste che hanno ottenuto il maggior numero di voti al primo turno. La soglia di sbarramento per entrare in parlamento è fissata al 3 per cento.
Cosa prevede il Consultellum. È un sistema elettorale proporzionale con uno sbarramento dell’8 per cento per i singoli partiti e del 20 per cento per le coalizioni. È la parte della legge Calderoli (conosciuta come Porcellum) che è rimasta in piedi dopo la sentenza della corte costituzionale che il 4 dicembre 2013 ha definito incostituzionali alcune sue parti. Al momento si applicherebbe solo all’elezione dei senatori della repubblica.
Le critiche all’Italicum. La legge elettorale Italicum è stata criticata perché prevede un premio di maggioranza troppo alto, che secondo alcuni sarebbe incostituzionale perché non garantirebbe l’indipendenza del potere legislativo dal potere esecutivo e un’adeguata rappresentatività dell’opposizione. La legge elettorale è stata criticata anche perché i capilista sono bloccati e sono scelti dal partito e non dagli elettori. Inoltre, dopo la vittoria del no al referendum costituzionale, è necessario modificare l’Italicum per includere almeno l’elezione dei senatori nella legge ed evitare che si vada a votare con due diverse leggi costituzionali.
Il ricorso alla corte costituzionale. La consulta ha fissato al 24 gennaio l’udienza sulla legittimità costituzionale dell’Italicum. Il ricorso è stato presentato dai tribunali di Messina, Torino e Perugia (e ne sta arrivando un quarto presentato dal tribunale di Genova). Inizialmente la consulta avrebbe dovuto esprimersi il 4 ottobre, ma ha fatto slittare la decisione a dopo il referendum costituzionale per non interferire con la decisione degli elettori sulla riforma. I ricorsi riguardano nove punti della legge, tra cui il ballottaggio, la soglia di sbarramento e il premio di maggioranza. Il parlamento, molto probabilmente, aspetterà la decisione della corte costituzionale prima di modificare la legge elettorale.
Le proposte di riforma. Nel Partito democratico (Pd) ci sono diverse proposte per riformare la legge elettorale, ma starà al Pd, che ha 301 seggi alla camera e 113 seggi al senato, fare una proposta per riformare la legge con la quale si andrà a votare alle prossime elezioni. Prima del referendum c’era stata una proposta da parte della corrente renziana per cambiare la legge come richiesto dalla minoranza del partito. La modifica prevedeva una riduzione del premio di maggioranza. Altre proposte dello schieramento democratico sono il ritorno al Mattarellum (appoggiato dai bersaniani) e una modifica dell’Italicum proposta dalla corrente dei giovani turchi (premio di 90 seggi alla lista più votata ed eliminazione del secondo turno). Per modificare la legge, il Pd dovrà trovare un accordo con gli altri partiti che al momento hanno posizioni abbastanza diverse sulla legge elettorale. Il Movimento 5 stelle (91 deputati e 35 senatori), che ha sempre criticato l’Italicum, ora sembra più interessato ad andare a votare nel più breve tempo possibile, quindi propone di andare al voto con le due leggi elettorali. Posizione che condivide con la Lega nord (19 deputati e 12 senatori) che non sembra interessata alla riforma della legge elettorale per il momento, ma con pochi rappresentanti in parlamento non avrà molta voce in capitolo. Mentre sarà determinante la posizione di Sinistra italiana (31 deputati e dieci senatori) da una parte e di Forza Italia (con 50 deputati e 42 senatori) e Nuovo centrodestra (30 deputati e 29 senatori) dall’altra. Forza Italia sembra orientata per un sistema proporzionale con soglie di sbarramento e un piccolo premio di maggioranza, che gli garantirebbe di non dover fare coalizioni con la Lega nord e di non venirne fagocitata.
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