1. Jordan Wolfson, Manic/Love/Truth/Love
Stadelijk museum, Amsterdam, fino al 23 aprile
Le macchine ancora non possono pensare, come sognava cento anni fa Apollinaire. Per quanto tempo ancora le bambole gonfiabili saranno più vendute degli androidi? Ray Kurzweil, saggista e ricercatore per Google, sostiene che entro vent’anni l’intelligenza artificiale raggiungerà quella umana. Vent’anni è la durata media di una buona lavatrice. In Giappone già esistono locali serviti da androidi. In Europa, invece, è più facile incontrare un robot in un museo che in un ristorante. Due anni fa Figura femminile, l’opera dell’artista americano Jordan Wolfson presentata alla David Zwirner gallery di Londra, ha fatto scalpore. Si tratta di una donna robot che balla davanti a uno specchio. Indossa un abito corto semitrasparente, stivali di pelle nera, lunghi capelli biondi e una raccapricciante maschera veneziana: una spaventosa macchina sexy. I movimenti delle braccia e delle gambe sono incredibilmente naturali e l’androide lancia sguardi ai visitatori. Parla con la voce di Wolfson, che aveva lavorato nove mesi con gli ingegneri che progettano mostri per Hollywood. A febbraio l’opera farà parte del secondo capitolo della rassegna che lo Stadelijk museum dedicò a Jordan Wolfson. Protagonista della prima parte, inaugurata a novembre, è il gigantesco burattino di Huckleberry Finn legato e strattonato da catene che lo sollevano violentemente in aria e lo costringono a prendere pose espressive e grottesche. The Culture Trip
2. Vivienne Westwood, K11
Shanghai, fino al 28 febbraio
Che Vivienne Westwood sia un tesoro per il settore della moda britannica non è una novità. Ma è anche un motore politico, visto che diffonde con insistenza il messaggio che ci siamo fregati il futuro a forza di ignorare il cambiamento climatico e non cambiare le nostre inquinanti abitudini quotidiane. I moniti della stilista lasciano un segno in particolare a Shanghai, tra le trecento città più inquinate del mondo e tra le più sensibili alla moda. L’ultimo messaggio di Westwood arriva attraverso due mostre allestite al K11, il primo centro commerciale d’arte del mondo. The monument of the peach blossom riunisce otto artisti cinesi a cui è stato chiesto di rispondere alle provocazioni della stilista attivista. Get a life è curata dalla stessa Vivienne Westwood, che espone una serie di suoi disegni e opere. Dazed and Confused
3. La luce degli antipodi, Australia’s impressionists
National Gallery, Londra, fino al 26 marzo
In Australia la luce è unica. Il cielo è più blu e il paesaggio è dominato da marroni dorati, arancioni bruciati e gialli caldi. Sono i colori e le sensazioni visive che troviamo nei dipinti di Arthur Streeton, Tom Roberts, Charles Conder e John Russell, quattro impressionisti australiani praticamente sconosciuti in Europa. Nonostante la vastità del territorio, che riduce la presenza umana a dimensioni lillipuziane, le scene dipinte all’aria aperta dagli impressionisti australiani brulicano di persone. The Economist
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