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In Sudafrica cresce l’odio contro gli stranieri

La polizia arresta un cittadino nigeriano durante una manifestazione a Pretoria, in Sudafrica, il 24 febbraio 2017. (Marco Longari, Afp)

Odio verso gli altri, intolleranza, violenza: da qualche tempo i vecchi demoni del Sudafrica sembrano essere tornati d’attualità. Il 24 febbraio, nella capitale Pretoria, una manifestazione di un migliaio di persone contro gli stranieri ha spinto la polizia a intervenire per impedire incidenti tra i manifestanti e gli immigrati.

La manifestazione ha rischiato infatti di degenerare quando i suoi partecipanti sono entrati in un quartiere in cui vivono degli immigrati somali. I due schieramenti, armati di mattoni e di bastoni di legno, sono stati a un passo dal venire alle mani e solo l’intervento della polizia con idranti, lacrimogeni e proiettili di gomma ha impedito degli scontri più sanguinosi.

Questo movimento xenofobo che sta invadendo la “Nazione arcobaleno” ricorda gli scontri del 2008 e del 2015. Come allora, gli stranieri sono criticati e accusati di favorire la disoccupazione (oltre il 30 per cento), il narcotraffico e la prostituzione approfittando del lassismo della politica migratoria. Eppure, secondo l’ultimo censimento, gli immigrati sono appena il 4 per cento degli abitanti del paese.

Tra i gruppi di immigrati regolarmente criticati dalla popolazione locale – e che una parte della classe politica fomenta di nascosto – figurano gli abitanti dello Zimbabwe, del Malawi, della Somalia e soprattutto della Nigeria. A tal punto che un quotidiano di Lagos, The Guardian, denuncia “l’ennesimo attacco”.

Mentre c’è chi si chiede perché le autorità hanno permesso una manifestazione il cui esito era largamente prevedibile, il presidente Jacob Zuma ha fatto appello alla calma e ha espresso dei dubbi sul fatto che i suoi connazionali siano xenofobi.

In un’intervista al Daily Trust, l’ambasciatore del Sudafrica in Nigeria, Lulu Mnguni, ha sottolineato che le radici della violenza derivano dal fatto che i sudafricani, alle prese con i loro problemi, percepiscono gli stranieri come una fonte di concorrenza. Al contrario l’ambasciatore è favorevole all’apertura, la sola politica capace di creare una società veramente cosmopolita.

A causa di quello che è successo negli ultimi giorni, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) teme un aumento delle tensioni. Tanto più che gli immigrati stanno pensando a mobilitarsi per garantire la loro protezione.

(Traduzione di Andrea De Ritis)

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