Bangladesh
Il 27 aprile Michelle Bachelet, alta commissaria delle Nazioni Unite per i diritti umani, ha chiesto al governo di autorizzare l’approdo di due imbarcazioni con a bordo centinaia di profughi rohingya, evitando una catastrofe umanitaria. Bachelet, ex presidente cilena, ha aggiunto che più di cinquecento persone hanno bisogno urgente di cibo e cure mediche. La settimana scorsa il ministro degli esteri bangladese A.K. Abdul Momen aveva negato lo sbarco. Il Bangladesh ospita quasi un milione di rohingya in fuga dalle persecuzioni in Birmania.

Venezuela
Il 27 aprile il presidente Nicolás Maduro ha nominato ministro del petrolio Tareck El Aissami, esponente dell’ala dura chavista, sottoposto a sanzioni statunitensi dal 2017 per narcotraffico e incriminato di recente da Washington per “narcoterrorismo”. El Aissami avrà il compito di ristrutturare il settore petrolifero in una fase di profonda crisi economica, aggravata dalla caduta del prezzo del greggio.

Colombia
I ribelli dell’Esercito di liberazione nazionale (Eln) hanno annunciato il 27 aprile la ripresa delle operazioni militari a maggio, accusando il governo di aver rifiutato di riprendere i negoziati di pace all’Avana. L’Eln aveva proclamato un cessate il fuoco unilaterale di un mese accogliendo l’appello del segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres a una tregua globale per proteggere i civili durante l’emergenza coronavirus.

Libano
Il 27 aprile a Tripoli, nel nord del paese, si sono verificati scontri tra l’esercito e centinaia di manifestanti che chiedevano riforme economiche. Alcune banche sono state incendiate. Più di metà della popolazione di Tripoli vive al di sotto della soglia di povertà. In Libano è attualmente in corso la più grave crisi economica dai tempi della guerra civile (1975-1990).

Somalia
Il 27 aprile il comando africano degli Stati Uniti, responsabile delle operazioni militari nel continente, ha ammesso la morte di due civili e il ferimento di altri tre in un raid aereo condotto nel paese a febbraio. Le vittime sono un coltivatore di banane e un impiegato di un’azienda per le telecomunicazioni. Nel raid erano stati uccisi anche due membri del gruppo jihadista Al Shabaab.

Profughi
Secondo il rapporto annuale dell’Internal displacement monitoring centre (Idmc), pubblicato il 28 aprile, nel mondo ci sono 50,8 milioni di profughi interni, una cifra record. Di questi, più di 45 milioni hanno lasciato le loro case per sfuggire alle violenze e altri cinque milioni per le catastrofi naturali, in particolare terremoti e alluvioni. Nel 2019 sono stati registrati 33,4 milioni di nuovi profughi interni.

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