Dopo settimane di distanziamento sociale, chiusura delle scuole e delle attività produttive considerate non essenziali, i governi di molti paesi in tutto il mondo, Italia compresa, hanno cominciato ad allentare le misure di contenimento del virus e a presentare ai cittadini i loro piani per un progressivo ritorno a una parvenza di normalità. Queste decisioni sono il risultato di una complessa equazione che deve tener conto innanzitutto della salute delle persone, ma anche delle prospettive dell’economia dopo settimane di stop. Resta l’imperativo di non far riesplodere i contagi nel momento in cui le persone potranno tornare a circolare un po’ più liberamente, e molti pensano a soluzioni come rendere obbligatorie le mascherine in alcune circostanze e condurre test a tappeto.
Uno dei nodi più difficili da sciogliere è quello della scuola, dove la didattica a distanza non ha colmato il vuoto creato dalla chiusura degli istituti. In Europa alcuni paesi hanno deciso di ripartire a maggio in modo graduale, mentre Italia e Spagna – dove la situazione è stata più critica – prevedono il ritorno in classe solo a settembre.
Ecco le principali misure annunciate da alcuni paesi europei.
Francia Il 28 aprile il primo ministro Edouard Philippe ha presentato il piano del governo per la riapertura. Le scuole dell’infanzia e primaria riapriranno l’11 maggio, le scuole medie il 18 maggio e si deciderà a fine maggio se far ripartire anche le superiori. All’interno degli istituti i bambini saranno suddivisi in gruppi di dieci persone al massimo, e i più grandi dovranno indossare le mascherine.
A partire dall’11 maggio potranno riaprire tutti gli esercizi commerciali, con l’eccezione di ristoranti e bar, che resteranno chiusi fino al 18 maggio. Sarà possibile spostarsi in un raggio di cento chilometri per motivi professionali e di famiglia, mentre oltre questa distanza i viaggi saranno autorizzati solo per comprovata necessità.
L’attività fisica individuale all’aperto, finora limitata al raggio di un chilometro, sarà possibile senza restrizioni, ma i parchi e i giardini saranno riaperti solo nei dipartimenti che hanno registrato un numero basso di contagi e le spiagge saranno chiuse fino al 1 giugno. Saranno autorizzati i raduni in pubblico di dieci persone al massimo. I grandi eventi, con migliaia di persone, non potranno riprendere prima di settembre.
Il governo conta inoltre di condurre 700mila test a settimana per individuare eventuali positivi, e isolarli nelle loro case o in hotel dedicati.
Spagna Il governo spagnolo ha annunciato il 28 aprile un piano di uscita “progressiva” dalle misure di isolamento, tra le più severe in Europa, che procederà in quattro fasi fino alla fine di giugno. Le fasi si succederanno con più o meno rapidità a seconda di quanto si riuscirà a contenere i contagi e considerata la situazione nelle diverse regioni del paese. Le scuole rimarranno chiuse fino a settembre, salvo alcune eccezioni, come per i bambini di meno di sei anni i cui genitori non possono lavorare da casa o per gli scolari “particolarmente vulnerabili della primaria”.
In questo periodo i viaggi saranno consentiti solo all’interno della provincia e l’uso della mascherina sarà “altamente raccomandato”, specialmente sui mezzi di trasporto pubblico.
Il 26 aprile i bambini fino a 13 anni sono stati autorizzati a uscire per un’ora al giorno accompagnati da un adulto. I ragazzi di 14 anni erano già autorizzati a uscire per comprare farmaci e generi alimentari. Sempre il 26 aprile l’istituto Carlos III ha avviato uno studio sulla diffusione del virus che dovrebbe sottoporre a test sierologico un campione di novantamila persone.
Germania Il 20 aprile sono state allentate per la prima volta le misure di contenimento del nuovo coronavirus permettendo ai rivenditori con una superficie di almeno 800 metri quadrati di riaprire l’attività, e anche ai concessionari, ai negozi di biciclette e alle librerie. Il governo punta su un ritorno alla normalità molto graduale, accompagnato da centinaia di migliaia di test a settimana e dal tracciamento dei contatti delle persone attraverso i telefoni.
Il 29 aprile entra in vigore l’obbligo di indossare la mascherina nei negozi di Berlino, una misura già adottata in altre regioni tedesche. Ne era già previsto l’uso per viaggiare sui mezzi pubblici.
La riapertura di scuole e licei è prevista il 4 maggio, a partire dagli studenti più grandi. Restano chiusi luoghi culturali, bar, ristoranti (fatta eccezione per quelli che consegnano a domicilio), aree giochi e campi sportivi. I grandi raduni come concerti o competizioni sportive sono vietati almeno fino al 31 agosto.
Austria I negozi fino a 400 metri quadrati sono aperti dal 14 aprile, così come i giardini pubblici. Dal 1 maggio, potranno riaprire centri commerciali, negozi più grandi e parrucchieri. Non è comunque un completo ritorno alla normalità: il governo ha reso obbligatorio l’uso delle mascherine all’aperto e si dovranno mantenere le distanze. I ristoranti dovrebbero poter accogliere nuovamente i clienti a metà maggio.
Gli studenti torneranno gradualmente in classe dal 4 maggio, a partire da quelli che sono alla fine del loro corso di studi. Le classi saranno divise in due e fuori dalle aule sarà obbligatoria la mascherina per i bambini con più di 10 anni.
Svizzera Dopo la parziale riapertura di alcuni negozi e attività il 27 aprile, il prossimo 11 maggio potranno riaprire bar e ristoranti, dove saranno imposte limitazioni al numero di persone sedute ai tavoli. Lo stesso giorno riapriranno le scuole dell’obbligo e sarà permesso il ricongiungimento familiare nel paese per i cittadini svizzeri e dell’Unione europea. Un successivo allentamento delle misure contro il nuovo coronavirus è previsto per l’8 giugno.
Belgio La maggior parte dei negozi riaprirà l’11 maggio, a condizione che vengano rispettate le misure di distanziamento sociale. I ristoranti riapriranno gradualmente non prima dell’8 giugno. Nel trasporto pubblico, l’uso della mascherina sarà obbligatorio dal 4 maggio.
Per quanto riguarda le scuole, parte degli studenti tornerà in classe il 18 maggio. I primi saranno quelli del primo e dell’ultimo anno della scuola primaria, e l’ultimo anno della secondaria. Ogni aula potrà contenere al massimo dieci studenti.
Grecia Il primo ministro Kyriakos Mitsotakis ha annunciato il 28 aprile la graduale ripresa delle attività, con la riapertura di piccoli negozi, come librerie, parrucchieri e saloni di bellezza. Dai parrucchieri, negli ospedali e sui mezzi pubblici sarà d’obbligo la mascherina. Per i centri commerciali si dovrà aspettare il 1 giugno. Lo stesso giorno riprenderanno le attività anche ristoranti e hotel nel tentativo di salvare la stagione turistica.
Dal 4 maggio sarà ripristinata la libertà di movimento delle persone all’interno delle loro regioni. Si potrà fare attività fisica all’esterno e in mare, ma le spiagge restano chiuse. L’11 maggio torneranno in classe gli alunni degli ultimi anni di medie e liceo, e dalla settimana successiva anche quelli degli altri anni. Al momento non è prevista la riapertura delle scuole dell’infanzia e primarie. Il 17 maggio i fedeli potranno tornare a messa nelle chiese che erano rimaste chiuse anche durante la Pasqua ortodossa.
Repubblica Ceca Dal 27 aprile i cittadini possono uscire liberamente dal paese, ma al ritorno devono dimostrare di essere risultati negativi a un test per il Sars-cov-2 oppure passare 14 giorni in quarantena. Per i lavoratori frontalieri è sufficiente presentare un certificato ogni 14 giorni. I cittadini europei possono entrare nel paese solo per motivi di lavoro e sempre su presentazione di certificato, mentre per tutti gli altri le frontiere restano chiuse. Il governo ha inoltre sono revocato le restrizioni sugli spostamenti interni al paese e il limite agli assembramenti consentiti all’esterno è stato portato da due persone a dieci.
Danimarca Il 15 aprile è stata la prima in Europa a riaprire le scuole. Un ritorno diverso e con regole rigide: due metri di distanza tra gli alunni, ogni bambino ha il proprio banco, la classi divise in sottogruppi, ognuno con il suo insegnante.
Norvegia Ha riaperto asili nido e scuole per l’infanzia il 27 aprile. Il 4 maggio è previsto il ritorno in classe per i più grandi, in classi di quindici alunni al massimo. Parrucchieri, dermatologi e palestre sono stati autorizzati a riaprire, anche se restano in vigore i divieti di raduni sportivi o per eventi culturali, così come la raccomandazione di mantenere le distanze dagli altri e adottare i gesti barriera.
In Russia, dove il 29 aprile sono stati superati i centomila contagi, il presidente Vladimir Putin ha detto che solo verso la metà di maggio si potrà parlare di alleggerire le misure di contenimento. Nel Regno Unito ci si aspetta che il premier Boris Johnson, da poco guarito dal covid-19, prenda decisioni in merito alla riapertura “nei prossimi giorni”.
Avanti in ordine sparso
Negli Stati Uniti i piani per uscire dal lockdown variano da uno stato all’altro. Nell’ultima settimana alcuni stati – cedendo alle pressioni del presidente Donald Trump – hanno allentato le misure di contenimento. Dal 27 aprile in Georgia, Oklahoma, Alaska e South Carolina alcuni settori economici hanno riaperto. In Colorado stanno per riaprire i saloni di bellezza, i barbieri e i negozi di tatuaggi. In Tennessee si può di nuovo andare al ristorante, mentre in Montana il 3 maggio riapriranno le chiese, con l’obbligo di rispettare il distanziamento, e il 7 maggio toccherà a scuole e ristoranti. Anche in Georgia hanno riaperto i ristoranti, mentre in Texas dal 1 maggio ristoranti, musei, cinema e teatri potranno riprendere le attività al 25 per cento della capacità.
Le zone che nel primo mese di pandemia avevano sofferto di più come Washington, California e New York, sembrano uscite dalla fase più grave, ma finora sono state più caute sulle riaperture per timore che gli ospedali possano presto tornare in sofferenza. Il governatore della California Gavin Newsom ha fatto sapere che le scuole non riapriranno prima di luglio e che bisognerà aspettare ancora alcune settimane prima di vedere un allentamento delle restrizioni.
Secondo gli scienziati gli Stati Uniti non sono pronti per riaprire, perché c’è il rischio di una seconda ondata di contagi e perché il paese non ha il sistema di test e tracciamento che servirebbe per tenere sotto controllo l’epidemia.
Inoltre il virus si sta diffondendo più rapidamente in stati finora meno colpiti, tra cui alcuni di quelli che stanno per allentare le misure di contenimento, in particolare la Georgia. Molti di questi luoghi sono particolarmente vulnerabili perché non hanno un sistema sanitario all’altezza e non sono in grado di fare tamponi su vasta scala. Oltre che tra uno stato e l’altro, le strategie cambiano anche nei singoli stati. In molti stati esiste una spaccatura tra le grandi città, finora più colpite, e le zone rurali, dove i contagi sono stati meno e le persone non vedono motivi per restare a casa. Quasi sempre queste differenze seguono le fratture politiche, con le città governate dai democratici e le zone rurali guidate dai repubblicani.
Anche in Canada ogni stato della federazione ha adottato un suo calendario per la riapertura: il New Brunswick (est) ha riaperto parchi e spiagge, mentre gli studenti del Québec torneranno a scuola l’11 maggio (a Montréal il 19).
In America Latina il momento della fase due sembra ancora lontano, considerando che molti paesi stanno affrontando ora il momento di maggiore diffusione del virus. Il paese più colpito è il Brasile, che conta circa 72mila contagiati e circa cinquemila morti, dove sono stati i governatori dei singoli stati ad adottare le misure di contenimento, mentre il presidente Bolsonaro che chiede di allentarle per far ripartire l’economia. Anche Ecuador, Colombia, Perù e Messico hanno visto crescere i contagi nelle ultime due settimane.
Uno dei pochi paesi latinoamericani ad aver deciso di allentare in parte le restrizioni è l’Argentina. Il 26 aprile il governo ha annunciato che le misure di distanziamento sociale dureranno fino al 10 maggio, ma diventeranno meno rigide. Resteranno chiusi cinema, palestre, teatri, hotel, ristoranti e musei, ma i cittadini potranno fare passeggiate di un’ora entro 500 metri da casa. Per rispondere al fatto che finora sono state colpite soprattutto le aree metropolitane molto popolose, ai governatori provinciali è stata data autonomia per decidere quali attività economiche far riaprire, anche se le scuole e i centri ricreativi resteranno chiusi in tutto il paese.
Timide riaperture
In Cina l’8 aprile è finito, dopo 76 giorni, l’isolamento totale della città di Wuhan. Le auto hanno potuto tornare in città e sono ripresi i collegamenti ferroviari. All’interno della città sono rimaste comunque in vigore delle misure di contenimento del virus, che vengono alleggerite man mano che si riducono i contagi.
Il 27 aprile hanno riaperto le scuole in alcune città cinesi, tra cui Pechino e a Shanghai. Gli studenti devono indossare le mascherine e farsi controllare la temperatura all’ingresso. Tutte le scuole cinesi erano chiuse dalla fine di gennaio.
Il 25 aprile l’India ha permesso la riapertura di alcuni negozi di quartiere, a patto di rispettare distanze di sicurezza e precauzioni igieniche come indossare mascherine e guanti. Continua a essere vietata la vendita di alcol e altri beni non essenziali. Inoltre sono state aperte alcune fabbriche nelle aree dove non ci sono stati focolai. La fine del lockdown generale è prevista il 3 maggio.
Anche nel vicino Pakistan le misure d’isolamento sono state rilassate, anche se sono prolungate fino al 9 maggio.
In Bangladesh il 27 aprile migliaia di operai sono tornati a lavorare nelle fabbriche a Dhaka e Chittagong, in gran parte del settore tessile. Il lockdown è in vigore fino al 5 maggio ma è stato allentato dietro le pressioni di quest’industria.
La Nuova Zelanda il 27 aprile ha abbassato il livello dell’emergenza da quattro (il più alto, che ha previsto le restrizioni più severe al mondo) a tre. Quattrocentomila persone sono tornate al lavoro, dopo la riapertura di alcune attività. Per parte dei bambini è ricominciata la scuola e i locali di cucina da asporto hanno riaperto le porte. Le regole sul distanziamento sociale restano comunque in vigore.
Il 28 aprile in Australia hanno riaperto ai surfisti la celebre Bondi beach e altre due spiagge a Sydney. Lo stato del New South Wales, di cui la città è la capitale e che ha registrato la metà dei casi australiani di nuovo coronavirus, dal 1 maggio permetterà le visite ai conoscenti: al massimo due adulti alla volta, con la possibilità di portare i bambini.
Aprire per sopravvivere
In Iran, uno dei paesi mediorientali più colpiti dalla pandemia, nel corso dell’ultima settimana hanno riaperto negozi, bazar e parchi. Il governo ha fatto sapere inoltre che si potrà tornare in moschea nelle regioni che non registrano contagi da tempo.
In Israele dal 19 aprile è stato allentato il lockdown: nei posti di lavoro può tornare il 30 per cento dei dipendenti (prima solo il 15 per cento) e alcuni negozi, i più piccoli, hanno potuto riaprire. Il governo ha inoltre promesso il rientro a scuola ai bambini con bisogni educativi speciali, a gruppi di tre alla volta.
In Nigeria il bisogno di alleggerire le misure di contenimento del virus – in vigore dal 30 marzo nella capitale Abuja, a Lagos e nello stato di Ogun – è dettato dalla volontà di dare una boccata d’ossigeno a quelle famiglie che si guadagnano da vivere alla giornata. Dal 4 maggio, ha annunciato il presidente Buhari, ci sarà un’uscita graduale dal lockdown: rimarrà in vigore il coprifuoco notturno e durante la giornata i nigeriani dovranno indossare la mascherina. Restano vietati i viaggi non essenziali tra i differenti stati della federazione.
In Sudafrica, dove 56 milioni di persone sono confinate in casa da fine marzo, il 1 maggio torneranno a funzionare alcune fabbriche e i mezzi pubblici. Le scuole restano chiuse e la vendita di alcol è ancora vietata. Il presidente Cyril Ramaphosa prevede un’uscita dall’isolamento in cinque fasi, ma non ha annunciato date.
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