La strategia dell’Uruguay è un’eccezione in America Latina
L’America Latina è il nuovo epicentro mondiale della pandemia. I paesi più colpiti dal covid-19 sono il Brasile e il Perù, ma la situazione è preoccupante anche in Cile, Nicaragua ed Ecuador. C’è però un’eccezione: l’Uruguay, dove il contagio è sotto controllo. “Il presidente Luis Lacalle Pou (conservatore), entrato in carica all’inizio di marzo, ha scelto di non decretare misure d’isolamento obbligatorie per bilanciare le esigenze di salute pubblica con quelle di natura economica”, scrive Global Americans. “È stata una scelta rischiosa dal momento che non si sapeva come si sarebbe diffuso il nuovo coronavirus”.
Finora i risultati sono stati positivi, infatti il 3 giugno i casi confermati sono 826 e i morti solo 23. “Il governo ha deciso di riaprire le scuole. Inizialmente sono tornati in classe gli alunni delle cosiddette scuole rurali, nelle zone più isolate del paese. Poi, su base volontaria, tutti gli altri. Le università e le scuole nella capitale Montevideo saranno le ultime a riaprire”, si legge su Bbc mundo. Alcune attività economiche, come l’edilizia, avevano ripreso già ad aprile mentre ora sta ripartendo tutto il settore commerciale.
Il ministro uruguaiano della salute, Daniel Salinas, ha detto che i risultati positivi sono stati ottenuti grazie ai cittadini responsabili che hanno preferito restare a casa e ai commercianti che hanno deciso di tenere chiusi i negozi, soprattutto a marzo dopo i primi casi. Hanno aiutato anche la possibilità, per quasi tutta la popolazione, di avere accesso all’acqua potabile e la collaborazione tra sanità pubblica e privata. Tutti i test per il covid-19 sono stati realizzati a domicilio e questo ha impedito che molte persone andassero in ospedale inutilmente. Secondo l’epidemiologo Julio Vignolo, consigliere del governo, ci sono altri due elementi che vanno tenuti in considerazione: la densità della popolazione è bassa e non ci sono grandi città.