Cina
Il 30 giugno il comitato permanente dell’assemblea nazionale del popolo ha approvato all’unanimità la legge sulla sicurezza nazionale a Hong Kong, che punisce gli atti di sovversione, secessione, terrorismo e complicità con forze straniere. Poche ore dopo il voto, Joshua Wong e altri tre leader del movimento per la democrazia a Hong Kong si sono dimessi dal partito Demosisto, che ha poi annunciato il suo scioglimento.
Iran-Stati Uniti
Il 29 giugno il procuratore generale di Teheran Ali Alqassi-Mehr ha spiccato un mandato d’arresto nei confronti del presidente statunitense Donald Trump, accusato di aver ordinato l’omicidio del generale iraniano Qassem Soleimani, avvenuto il 3 gennaio all’aeroporto di Baghdad, in Iraq. Teheran ha chiesto la collaborazione dell’Interpol.
Stati Uniti
La corte suprema ha bocciato il 29 giugno una legge della Louisiana che imponeva “limitazioni eccessive all’aborto”, violando il diritto costituzionale all’interruzione di gravidanza. La legge autorizzava le cliniche a praticare aborti solo se potevano appoggiarsi a un ospedale in grado di garantire cure d’urgenza in caso di complicazioni, ma di fatto lo stato aveva usato la norma per chiudere tutte le cliniche che praticavano aborti, tranne una.
Venezuela
Il 29 giugno il presidente Nicolás Maduro ha intimato all’ambasciatrice dell’Unione europea a Caracas, Isabel Brilhante Pedrosa, di lasciare il paese entro 72 ore. L’espulsione è la risposta all’adozione di sanzioni europee contro undici funzionari venezuelani, accusati di azioni illegittime nei confronti dell’opposizione.
Francia
L’ex primo ministro François Fillon è stato condannato a cinque anni di prigione, tre dei quali sospesi, per appropriazione indebita legata all’assunzione fittizia della moglie come assistente parlamentare. I coniugi sono stati condannati a restituire un milione di euro all’assemblea nazionale. Lo scandalo aveva compromesso le possibilità di Fillon alle elezioni presidenziali del 2017.
Gabon
Il 29 giugno il senato ha approvato, con 59 voti a favore e 17 contrari, una legge che depenalizza i rapporti omosessuali proposta dal primo ministro Julien Mkoghe Bekale. Il testo, già approvato dall’assemblea nazionale il 24 giugno, entrerà in vigore dopo la ratifica del presidente Ali Bongo Ondimba. Il reato era stato introdotto nel luglio del 2019.
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