Il 24 maggio è avvenuta un’altra sparatoria negli Stati Uniti in cui hanno perso la vita 19 bambini e due adulti. A distanza di pochi giorni dalla strage di Buffalo, quando un uomo armato aveva ucciso dieci persone in un supermercato, Salvador Rolando Ramos, diciotto anni compiuti da poco, ha aperto il fuoco alla Robb elementary school di Uvalde, in Texas, dopo aver ferito gravemente la nonna. Ramos aveva frequento le elementari nell’istituto ed è stato ucciso dalla polizia.

Il bilancio delle giovani vittime è il più grave dalla strage del 2012 di Sandy Hook, a Newton, Connecticut, quando a perdere la vita furono 27 persone, di cui 20 bambini. Se ad armare la mano di Payton Gendron, a Buffalo, sono state le teorie del complotto razziste della “sostituzione etnica”, secondo cui i neri starebbero sostituendo i bianchi negli Stati Uniti, non è ancora chiaro il movente di questa strage, ma l’episodio sta suscitando il dibattito, ricorrente nel paese, sulla facilità con la quale è possibile comprare armi.

Trecento milioni di armi, una per ogni abitante
Sul New York Times, Nicholas Kristof fa il punto sulla quantità di armi legalmente detenute negli Stati Uniti: sono più di 300 milioni, almeno una per abitante, neonati inclusi. E analizzando il rapporto tra il numero delle armi nei vari stati e l’incidenza degli omicidi trae una conclusione: meno armi significa meno morti violente. Kristoff si interroga anche sulla prevedibilità delle stragi di massa e su come liberarsi dalla morsa della lobby delle armi, una missione ardua. In riferimento al ruolo dell’industria delle armi il presidente statunitense Joe Biden ha dichiarato: “Sono stanco di questi episodi, dobbiamo agire per fermare le sparatorie. Da vent’anni i produttori di armi pubblicizzano in modo aggressivo le armi d’assalto. Per l’amor di Dio, dobbiamo avere il coraggio di opporci. Dov’è il nostro coraggio?”, riporta Michael Shear sempre sul New York Times.

Lo Houston Chronicles critica il discorso del governatore del Texas Greg Abbott, intriso della retorica del never again, cioè del mai più, criticando in particolare l’aggettivo “incomprensibile” utilizzato da Abbott per descrivere il massacro, un atto di codardia, considerando le scelte politiche del governatore in merito al possesso di armi. L’editoriale invita i texani a non farsi ingannare: “Combattete. La vostra arma più potente è il voto”.

Anche il Texas Tribune attacca la linea dei leader repubblicani del Texas sul tema delle armi da fuoco: sempre favorevoli, a parole, ad agire contro la violenza, subito dopo una sparatoria di massa, ma indisponibili a prendere provvedimenti seri per limitare, anche minimamente, la circolazione delle armi, scrivono Kate McGee e Jolie McCullough. A partire dal 5 novembre 2009, data della strage di Fort Hood, in cui persero la vita 13 persone e ne rimasero ferite 31, in Texas si sono verificate altre sette sparatorie di massa, per un totale di 108 vittime.

“Dopo ogni sparatoria, i legislatori hanno sempre allentato le restrizioni sul porto d’armi”, spiega un’altra analisi sempre del Texas Tribune. La serie di aperture più consistenti è cominciata a partire dal 2016, con l’”open carry”, che permetteva ai titolari di licenza di portare armi in bella vista, abolendo l’obbligo di tenerle nascoste nei luoghi pubblici. Sempre nello stesso anno, è stato esteso il diritto di portare con sé armi, purché nascoste, nei campus, nei dormitori e nelle aule universitarie dello stato. Nel 2019 è stato rimosso il limite del numero di agenti armati in servizio nelle scuole, ed è stato sancito il diritto di portare armi nei luoghi di culto: i legislatori hanno ritenuto necessaria questa misura dopo la sparatoria nella chiesa battista di Sutherland Springs, costata la vita a 26 persone.

Forse il provvedimento più controverso approvato da Abbott è il permitless carry, del 2021. La legge permette a chiunque abbia più di 21 anni di portare una pistola in pubblico senza bisogno di un porto d’armi o di aver seguito un corso di addestramento. Prima era necessario depositare le proprie impronte digitali, completare una formazione di sei ore e superare un esame teorico e di tiro. Questo provvedimento è passato anche grazie al voto di alcuni politici democratici. Il Texas ha poi approvato la legge nota con il nome “santuario del secondo emendamento”, per proteggere lo stato da ogni possibile stretta sui porti d’arma decisa a livello federale. Una mossa simbolica, secondo gli esperti, che tuttavia rafforza il posizionamento delle autorità statali.

Il suicidio nazionale si consuma strage dopo strage”, scrive il Los Angeles Times, che cita il primo discorso pubblico di Abraham Lincoln, secondo il quale nessun nemico esterno sarebbe mai stato in grado di distruggere il giovane paese: l’unico pericolo vero per gli Stati Uniti può essere solo un nemico interno.

Il Washington Post ricostruisce il profilo di Ramos, un diciottenne con problemi di relazione evidenti secondo amici e parenti intervistati da Robert Klemko, Silvia Foster-Frau e Shawn Boburg, bullizzato alle elementari a causa di un disturbo del linguaggio.

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