Due ragazze quattordicenni studenti del collegio di Gesù e Maria, una scuola femminile cattolica di Buenos Aires, descrivono le lezioni sul sesso a cui hanno assistito. L’anno scorso hanno imparato a conoscere la fertilità e gli organi sessuali. “È stato davvero imbarazzante!”, dice una di loro. Questo semestre a scuola hanno parlato del processo del parto, ma le studenti non sanno con certezza cos’altro gli sarà insegnato. Gli insegnanti si sono rifiutati di rispondere ad alcune delle domande che le compagne di classe hanno posto in forma anonima. “Hanno detto che non era appropriato parlarne a scuola e che potevamo chiedere queste cose ai nostri familiari”, dice l’altra.

L’educazione sessuale è frammentaria in tutta l’America Latina, un continente
prevalentemente cattolico. Sebbene sulla carta tutti i governi della regione debbano fornire i rudimenti dell’educazione sessuale, molte scuole non lo fanno.

Da un’indagine condotta nel 2020 in Brasile è emerso che solo un quarto degli insegnanti aveva seguito una formazione finalizzata all’educazione sessuale in classe. “Ci formiamo seguendo i nostri interessi”, dice Vicky Fernández Blanco, un’insegnante di scuola materna in Argentina, che spiega ai suoi alunni come chiedere il consenso prima di abbracciare un amico, e cose di questo genere.

Un problema generazionale
Alcuni paesi si comportano meglio di altri in questo campo. In Messico, dove la costituzione sancisce l’educazione laica, alcuni libri di testo della scuola pubblica mostrano, con semplici illustrazioni, che i ragazzi possono abbassarsi i pantaloni per conoscere i loro organi sessuali, mentre le ragazze possono usare uno specchio. In Argentina, nel 2011, il ministero dell’istruzione ha creato un libro di testo per aiutare i genitori a parlare ai figli di pubertà, masturbazione,
contraccezione e per spiegare che gli abusi sessuali nei confronti di minori sono un reato.

Ma in gran parte della regione l’educazione sessuale è indistinguibile da una lezione di biologia. Sebbene l’astinenza sia raramente promossa attivamente, le informazioni sui contraccettivi possono essere obsolete o limitate ai preservativi. “Ci hanno parlato di coito interrotto, il che non mi sembra un buon suggerimento”, dice Ariadna, una quindicenne di una scuola pubblica argentina. Gli insegnanti spesso non parlano di aborto, e questo perché, in alcuni paesi latinoamericani, l’interruzione di gravidanza è illegale. Inoltre i discorsi sul sesso riguardano quasi sempre la sfera eterosessuale. “Sarebbe stato bello sentire qualcosa sulla comunità lgbt+”, dice il diciottenne brasiliano Igor Farah.

Molti genitori, cresciuti nello stesso sistema, non sono in grado di colmare le lacune. A volte non hanno le conoscenze necessarie, dice Guadalupe, una
donna di 24 anni che lavora con associazioni di beneficenza e dà lezioni di educazione sessuale ai giovani nello stato messicano di Oaxaca. Nella sua città gli adulti hanno a lungo insegnato a figli e figlie che si può rimanere incinta stando seduta sulla tazza del gabinetto. Altri genitori sono semplicemente troppo pudichi e per questo è comune l’uso di eufemismi come “palomita” (colombina) per indicare la vagina.

Circa il 18 per cento delle nascite in America Latina è frutto di madri di meno di vent’anni

Molti bambini si rivolgono a internet. Ma questo complica le cose, secondo Yuri Pitti, che lavora presso l’Aplafa, un’organizzazione per la salute sessuale a Panama. “Prima la lotta era per l’accesso alle informazioni, oggi è sull’accesso alle informazioni corrette”, dice. I ragazzi giovani tendono ad avere aspettative irrealistiche sul sesso, soprattutto perché guardano film pornografici.

Forse a causa di un’educazione sessuale scadente, le gravidanze adolescenziali sono comuni in America Latina e nei Caraibi, anche se il tasso è diminuito. Circa il 18 per cento delle nascite nella regione è frutto di madri di meno di vent’anni. Solo l’Africa subsahariana ha numeri peggiori. Inoltre il covid-19 potrebbe aver interrotto i miglioramenti che erano in atto in questo campo. Nel 2020 a Panama il numero di ragazze incinte tra i dieci e i 19 anni è aumentato dell’8 per cento rispetto al 2019, probabilmente a causa del confinamento e della chiusura delle scuole. Anche le malattie sessualmente trasmissibili sono in aumento in alcuni paesi della regione.

Aria di cambiamento
Alcuni politici stanno cercando di cambiare le cose. Gabriel Boric, il nuovo presidente cileno di 36 anni, vuole “introdurre un’istruzione non sessista”. Vale a dire rendere obbligatorio, per bambini e bambine, l’insegnamento non solo
dell’educazione sessuale, ma anche della diversità sessuale e degli stereotipi di genere. Vuole che le scuole distribuiscano preservativi e che l’educazione sessuale includa argomenti come l’aborto, che presto potrebbe diventare legale in Cile.

Ad aprile il governo di Panama ha introdotto una legge sull’educazione sessuale che prevede che i bambini imparino come evitare gravidanze e malattie sessualmente trasmissibili, e come farsi aiutare in caso di abusi. Anche il partito Morena, al governo in Messico, sta progettando di includere l’educazione
sessuale nella sua legislazione sui diritti dei bambini. Questo vorrebbe dire che, sulla carta, gli insegnanti dovranno parlare di contraccettivi e argomenti simili. L’anno scorso la dittatura cubana ha annunciato che avrebbe aggiornato il suo “codice di famiglia” degli anni settanta. Se questa decisione sarà approvata da un referendum, le lezioni sulla sessualità saranno incluse nel programma scolastico.

In alcuni stati l’educazione sessuale è rimasta impantanata nelle guerre culturali. In Perù potrebbe essere approvata una normativa che consente ai genitori, se lo volessero, di impedire lo svolgimento delle lezioni di educazione sessuale. Per di più, se gli insegnanti non terranno conto delle preoccupazioni dei genitori, rischieranno di essere licenziati. “Con mis hijos, no te metas” (lascia stare i miei figli) è un’associazione di genitori nata in Perù nel 2016. Il gruppo si è diffuso in tutta la regione e ha già ottenuto il licenziamento di due ministri dell’istruzione nel paese. Inoltre Esdras Medina, il deputato che ha proposto la legge, è lo stesso che in passato ha dato la colpa delle inondazioni causate da El Niño all’introduzione dell’educazione sessuale nelle scuole.

Nel 2006 anche il governo municipale di Santiago, la capitale del Cile, ha cercato di introdurre un libro di testo per adolescenti intitolato “Cento domande sulla sessualità adolescenziale”, che includeva capitoli su cos’è il clitoride, quanto è lungo in media il pene, le mestruazioni, le persone lgbt+ e come coltivare relazioni sane all’insegna di “rispetto reciproco, comunicazione e fiducia”. I conservatori si sono opposti, definendo il libro un manuale sessuale. Poco dopo un politico di centrodestra ha vinto le elezioni comunali e lo ha ritirato dalla circolazione. Il nuovo sindaco ha affermato, a torto, che il libro promuovesse il sesso anale come metodo per evitare gravidanze. Dato il clima conservatore, anche i piani di Boric potrebbero subire un contraccolpo simile.

(Traduzione di Federico Ferrone)

Questo articolo è stato pubblicato dal settimanale britannico The Economist.

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