Sguardo a oriente
Wafa Mustafa ha 32 anni e da nove vive in esilio. Ha dovuto lasciare il suo paese, la Siria, dopo la sparizione di suo padre Ali, un noto dissidente del regime di Assad, portato via da casa da un gruppo di uomini armati. Wafa Mustafa stava seguendo le orme del padre e partecipava alle proteste in corso, che facevano sperare in un cambiamento nel paese. Poi invece, con l’arresto di Ali, tutta la famiglia è dovuta fuggire, prima in Turchia insieme e poi dispersa tra Berlino e il Canada.
Da quel giorno del 2013 la ricerca incessante del padre si è intrecciata con quella delle 150mila persone scomparse dall’inizio della rivoluzione siriana, nel 2011. Nel 2020 Wafa ha partecipato a una protesta davanti al tribunale di Coblenza, in Germania, dove si apriva il processo contro due militari siriani accusati di torture nelle carceri del loro paese, e in seguito è stata invitata a intervenire all’assemblea generale delle Nazioni Unite.
Insieme a lei, il politologo e orientalista francese Olivier Roy e il poeta e attivista palestinese Mohammed el Kurd proveranno a capire come il nostro sguardo sul Medio Oriente stia cambiando, soprattutto dopo la guerra in Ucraina. Saranno a Ferrara il 1 ottobre, in un incontro moderato da Catherine Cornet di Internazionale.
Lo stesso giorno El Kurd presenterà anche la sua raccolta di poesie Rifqa, insieme alla giornalista e traduttrice Francesca Spinelli.