Il 30 giugno in Francia c’è il primo turno delle elezioni politiche per rinnovare l’assemblea nazionale, il parlamento del paese. Il presidente Emmanuel Macron ha indetto le elezioni anticipate in seguito alla sconfitta del suo partito alle europee dell’8 e 9 giugno. Il secondo turno sarà il 7 luglio. In testa ai sondaggi c’è il Rassemblement national (Rn), il partito di estrema destra di Marine Le Pen, seguito dal Nuovo fronte popolare, la coalizione delle forze di sinistra che si è formata per queste elezioni. Il partito centrista di Macron, Renaissance, per il momento sarebbe solo terzo.
Ma come si vota in Francia, qual è il sistema elettorale, come funziona il doppio turno, cos’è il Nuovo fronte popolare e cosa succede nel caso che si arrivi alla coabitazione tra un presidente della repubblica centrista e un primo ministro di un orientamento politico molto diverso? Le risposte in quattro video della televisione franco-tedesca Arte.
Come funzionano le elezioni francesi
Quanti sono i deputati, come si vota, come funzionano il sistema maggioritario a doppio turno e la soglia di sbarramento.
Un sistema elettorale maggioritario e controverso
Il doppio turno alla francese è criticato perché consente al partito di maggioranza relativa di ottenere una rappresentanza molto ampia all’assemblea nazionale, il parlamento francese, lasciando poco spazio alle minoranze.
Cos’è il Nuovo fronte popolare
Il Nuovo fronte popolare è la coalizione tra partiti di sinistra che si è formata per queste elezioni. Al suo interno ci sono forze con posizioni molto diverse, ma con un programma comune e che si richiamano al precedente storico del Fronte popolare del 1936.
Cos’è la coabitazione
Dopo le elezioni molto probabilmente il presidente Macron non disporrà di una maggioranza al parlamento e potrebbe dover nominare un primo ministro tra i suoi avversari. In passato è già successo.
Questi video sono stati realizzati dalla televisione franco-tedesca Arte all’interno di Europa settegiorni, un progetto a cui partecipano vari giornali europei: El País (Spagna), Gazeta Wyborcza (Polonia), Internazionale (Italia), Ir (Lettonia), Kathimerini (Grecia), Le Soir (Belgio) e Telex (Ungheria). È finanziato dall’Unione europea con i fondi per le European media platforms.
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