I dieci momenti chiave della campagna elettorale statunitense
Il disastroso dibattito di Biden
Il 27 giugno il presidente statunitense Joe Biden e lo sfidante repubblicano Donald Trump si sono confrontati nel loro primo e ultimo dibattito televisivo in vista delle elezioni del 5 novembre 2024. Il presidente si è ritirato dalla corsa elettorale poche settimane dopo. “Biden aveva passato un’intera settimana a prepararsi insieme ai suoi collaboratori. Sapeva che per lui la posta in gioco era molto più alta rispetto a qualsiasi altro presidente del passato, perché nessuno si è mai presentato alla rielezione con un livello così basso di popolarità, e perché aveva bisogno di una performance solida per far svoltare la sua campagna elettorale (questo peraltro era uno dei motivi che avevano spinto il suo staff a chiedere un dibattito già a giugno, molto prima del solito). Non è andata bene per lui”. L’analisi e il video del dibattito.
L’attentato a Donald Trump
Il 13 luglio l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump è stato colpito da un proiettile all’orecchio durante un comizio a Butler, in Pennsylvania. A sparare è stato il ventenne Thomas Matthew Crooks, successivamente ucciso dal secret service. Nel passato degli Stati Uniti ci sono sempre state persone che hanno cercato di risolvere i problemi politici con le armi invece che attraverso il voto. Il commento dello storico Julian E. Zelizer, in copertina su Internazionale.
J.D. Vance entra in scena
Il 15 luglio, in occasione dell’apertura della convention del Partito repubblicano a Milwaukee, Donald Trump ha annunciato di aver scelto il senatore dell’Ohio J. D. Vance come candidato vicepresidente. Un ritratto di Vance e del nuovo tipo di radicalismo politico che incarna.
Fuori Biden, dentro Harris
Il 21 luglio Biden si è ritirato dalla corsa per la Casa Bianca, dichiarando di appoggiare la candidatura della sua vicepresidente, Kamala Harris. L’influenza della madre, l’attivismo nei movimenti giovanili, i rapporti con l’élite politica di San Francisco, le scelte da procuratrice: da dove viene la candidata democratica che sfida Trump alle presidenziali statunitensi. La copertina di Internazionale.
Tim Walz, il vice
Il 6 agosto Kamala Harris ha scelto Tim Walz come suo compagno di corsa. Ci si aspettava che Harris scegliesse un uomo bianco per bilanciare la sua candidatura e il tipo di democratico che può aiutare a contrastare gli attacchi dei repubblicani che la accusano di essere troppo a sinistra. Il governatore del Minnesota rientrava in questa definizione. Ma “finora Tim Walz è stato tante cose, anche molto diverse tra loro”. L’editoriale di Giovanni De Mauro.
“Mangiano i cani”
Il 10 settembre Harris e Trump si sono confrontati in un dibattito tv a Filadelfia. Harris ha messo in difficoltà Trump. Per criticare le politiche sull’immigrazione dell’amministrazione Biden e attaccare la sua sfidante, a un certo punto Trump ha detto che gli immigrati haitiani di Springfield, in Ohio, “mangiano i cani, i gatti e gli animali domestici”. Se questa retorica xenofoba funziona è anche per via dei pregiudizi radicati nella società statunitense sugli haitiani. L’articolo L’invenzione del nemico haitiano.
L’endorsement di Taylor Swift
Subito dopo la fine del dibattito tra Harris e Trump, la cantante statunitense Taylor Swift ha detto che avrebbe votato per la candidata democratica. Chi è Taylor Swift, come ha costruito il suo impero e quanta influenza ha sulla società: la copertina di Internazionale.
Il secondo attentato a Trump
Il 15 settembre l’ex presidente repubblicano è sfuggito per la seconda volta in due mesi a un tentativo di omicidio. Ryan Wesley Routh, l’uomo sospettato di volergli sparare mentre giocava su un campo da golf, è stato arrestato.
Ultime battute
Il Trump degli ultimi giorni di campagna elettorale ha fatto pensare molto al Trump degli ultimi giorni di presidenza, quello che il 6 gennaio 2021 ha incitato la folla dei suoi sostenitori contro il congresso. Il suo evento al Madison Squadre Garden di New York del 27 ottobre ha dato voce ai peggiori istinti della destra statunitense: Tony Hinchcliffe, comico e conduttore di podcast, ha insultato i latinoamericani, prendendosela in particolare con i portoricani (definiti “spazzatura”); Tucker Carlson, ex giornalista di Fox News, ha preso in giro Harris per la sua appartenenza etnica; Grant Cardone, un imprenditore, ha detto che “i papponi di Harris distruggeranno il paese”, dando quindi della prostituta alla vicepresidente; David Rem, un amico di Trump, ha definito Harris “il diavolo” e “l’anticristo”.
Trump invece ha detto che la sua rivale è “poco intelligente” e ha parlato di nuovo di “nemico interno”, un’allusione inquietante visto che tempo fa ha detto che una volta alla Casa Bianca userà l’esercito per sbarazzarsi dei rivali politici.
“Un uomo ossessionato dalla vendetta”
Il 29 ottobre la candidata democratica ha tenuto un grande comizio elettorale a Washington proprio nel luogo in cui il 6 gennaio 2021 Trump aveva arringato la folla prima dell’assalto al congresso. Dipingendolo come “un uomo instabile, ossessionato dalla vendetta e alla ricerca di un potere senza limiti”.
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