Le ricadute economiche dell’epidemia di coronavirus sono arrivate negli Stati Uniti. Molti americani stanno perdendo il lavoro, le piccole aziende chiudono i battenti una dopo l’altra e le persone si chiedono che fine faranno i risparmi messi da parte in vista della pensione. Davanti a questo scenario demoralizzante, i politici stanno cercando un modo per attutire il colpo. Il 18 marzo il congresso ha approvato un pacchetto di misure di soccorso che imporrà ai datori di lavoro di concedere un congedo per malattia e per motivi familiari ad alcuni dipendenti, oltre ad aumentare il finanziamento per l’assistenza sanitaria e i sussidi per comprare alimenti. Questi provvedimenti potrebbero essere solo i primi di una serie di iniziative del governo federale.
L’obiettivo è aiutare gli statunitensi a superare l’impatto della pandemia a breve termine. Tuttavia, gli effetti sul lungo periodo potrebbero essere ben più rilevanti. Molte persone, infatti, potrebbero accorgersi di cosa può fare concretamente il governo e di conseguenza cambiare opinione sul ruolo dei rappresentanti politici nelle loro vite, non solo durante una pandemia. In altre parole, la situazione attuale potrebbe rafforzare la tesi, oggi condivisa soprattutto tra gli elettori della sinistra, che un governo forte possa essere un bene per il paese.
Non sarebbe la prima volta che l’espansione del ruolo del governo e dello stato sociale modifica le opinioni degli statunitensi su quale dovrebbe essere il ruolo del governo. Il New Deal degli anni trenta, per esempio, non si limitò a introdurre misure come la previdenza sociale e il salario minimo, ma spinse gli statunitensi a pensare che il governo avrebbe dovuto garantire uno standard minimo di vita a tutti i cittadini. Lo dimostra il fatto che nonostante i tagli al bilancio e i vari tentativi di fare marcia indietro rispetto a quell’approccio, quasi tutte le misure introdotte nell’ambito del New Deal sono ancora in vigore.
Non si torna indietro
Più di recente è successo qualcosa di simile con l’Obamacare, la riforma sanitaria voluta da Barack Obama ed entrata in vigore nel 2010. Anche se ci furono molte proteste al momento dell’approvazione, con il passare del tempo la legge ha convinto un numero sempre maggiore di persone. Per gran parte del decennio successivo il Partito repubblicano ha basato le sue campagne elettorali sulla promessa di abrogarla, ma ha cambiato improvvisamente strategia quando è apparso evidente che la maggioranza degli statunitensi era soddisfatta del nuovo sistema. Il passaggio dei conservatori da un impegno ad “abrogare” la legge alla proposta di “sostituirla” è stato un tacito riconoscimento del fatto che il paese non tornerà più all’era precedente all’Obamacare. Neanche nei primi due anni della presidenza Trump, quando controllavano la Casa Bianca ed entrambe le camere del congresso, i repubblicani non sono riusciti a cancellare la legge, pur trovando diversi modi per indebolirla.
“Delegittimare l’Obamacare significa delegittimare l’idea che il governo possa agire concretamente per migliorare la vita dei cittadini”, sostiene Kenneth W. Mack, professore di diritto dell’università di Harvard.
Mentre il governo federale si prepara a sostenere economicamente la popolazione durante la pandemia causata dal nuovo coronavirus, il rafforzamento delle protezioni sociali potrebbe ricordare agli statunitensi che il potere politico può aiutare le famiglie a far quadrare i conti. “Penso che nessuno dimenticherà mai questa pandemia”, sottolinea Jason Furman, consulente economico della Casa Bianca durante l’amministrazione Obama. “Se avessimo avuto un congedo retribuito in questo momento saremmo stati in condizioni migliori”.
Gli americani provano un’avversione generalizzata nei confronti dell’intervento statale nella società, ma è comunque possibile che il pacchetto annunciato da Trump e le altre misure introdotte dal congresso creeranno una tendenza simile a quella dei programmi sociali del passato. Se così fosse, i cittadini potrebbero non solo fare affidamento su queste politiche, ma addirittura considerarle un diritto acquisito. “Quando il governo risponde a una crisi di questo tipo introducendo politiche specifiche capaci di migliorare la vita delle persone, i cittadini non restano indifferenti”, sottolinea Suzanne Mettler, politologa dell’università Cornell. “Un’azione particolarmente visibile del governo rafforza la sensazione che lo stato si stia preoccupando attivamente della sorte dei propri cittadini”.
Questo non significa che la diffidenza degli statunitensi nei confronti dell’ingerenza statale sparirà del tutto. Il pacchetto di aiuti “creerà un atteggiamento più positivo da parte della gente”, spiega Mettler, “ma non è detto che l’apprezzamento si estenderà all’idea di governo in generale”.
In ogni caso, ora che il congresso ha deciso di intervenire per aiutare la popolazione a superare la crisi economica, molti americani stanno cominciando a porsi una domanda: perché ha cominciato a farlo soltanto adesso?
(Traduzione di Andrea Sparacino)
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