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Le cause della crisi dei minori migranti alle Canarie

Zakaria Er Rkoiu e Abdellatif Bouhlal, due ragazzi marocchini ad Arinaga, sull’isola di Gran Canaria, in Spagna, l’11 luglio 2024. (Borja Suarez, Reuters/Contrasto)

Il 23 luglio il parlamento di Madrid ha respinto una proposta di legge che avrebbe costretto altre regioni spagnole ad assumersi la responsabilità di alcuni dei minori non accompagnati arrivati negli ultimi mesi sulle isole Canarie.

Il numero di migranti che arrivano irregolarmente via mare nell’arcipelago è aumentato del 160 per cento tra gennaio e il 15 luglio 2024, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, raggiungendo quasi ventimila persone, secondo il ministero dell’interno spagnolo. La proposta, che ha scatenato un dibattito nazionale e una crisi politica, è stata respinta con 177 voti contrari, 171 favorevoli e un’astensione.

Secondo la legge spagnola, le autorità della regione in cui arrivano i bambini sono responsabili della loro tutela. Ma il governo delle isole Canarie afferma di non riuscire a fare fronte a questa specifica categoria di persone, con oltre 5.500 minori presenti al momento sulle isole, un numero molto al di sopra dei duemila per cui ci sarebbero i posti.

“È una catastrofe umanitaria”, ha affermato Francisco Candil, funzionario del governo regionale responsabile dell’assistenza sociale, parlando con l’Associated press. Le isole Canarie non hanno lo spazio e inoltre il governo regionale fatica ad assumere professionisti per assistere i minori migranti sulle isole situate a circa 1.300 chilometri dalla Spagna.

Una delle conseguenze del sovraffollamento dei centri sulle isole è che i bambini e gli adolescenti stranieri non ricevono le tutele a cui avrebbero diritto, come l’istruzione e l’assistenza sanitaria. I mezzi d’informazione spagnoli hanno riferito che i centri di accoglienza sono sovraffollati e che ci sono stati casi di abusi e maltrattamenti. Sull’isola di Lanzarote le autorità hanno allestito delle tende temporanee per accogliere i nuovi arrivati.

Candil ha avvertito che la situazione è destinata a peggiorare perché le imbarcazioni cariche di migranti continuano a salpare dalle coste del Senegal, della Mauritania e del Sahara occidentale verso le isole spagnole che si trovano a soli cento chilometri dalla costa occidentale dell’Africa. All’inizio di quest’anno, l’Unione europea ha firmato un accordo da 210 milioni di euro con la Mauritania per ostacolare le partenze. Ma per ora l’accordo ha avuto scarsi effetti sugli arrivi di migranti.

Il difensore civico spagnolo Ángel Gabilondo ha chiesto riforme strutturali, dopo avere visitato due centri di accoglienza per migranti minorenni a Tenerife il 26 luglio. “Basta andare in un centro per vedere i ragazzi e sentire il loro dolore”, ha detto Gabilondo. “Sono nei centri da mesi e non vedono futuro. Stiamo parlando di esseri umani, non di oggetti”.

Questo testo è tratto dalla newsletter Frontiere.

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