Dopo una serie di episodi di ciberbullismo e revenge porn (pornografia pubblicata senza il consenso delle persone coinvolte) che hanno fatto molto discutere, in Italia la camera dei deputati ha presentato una legge che si rivelerà inutile nel prevenire altri episodi simili, ma utilissima per consentire una dilagante e incontrollata censura di internet, senza norme e sanzioni contro gli abusi.

Secondo la proposta di legge, i gestori di siti dei mezzi d’informazione, i blogger, i quotidiani e i social network, saranno obbligati a censurare la “derisione” delle “condizioni sociali e personali” della vittima, vale a dire qualsiasi cosa il destinatario consideri un’offesa personale. La sanzione per chi non prende misure adeguate a eliminare la presunta offesa è una multa di centomila euro. Il fatto di aver affermato cose vere non servirà a difendersi: si giudica l’offesa personale, non se un’affermazione è vera o falsa.

Cominciamo con il dire cosa questa legge non riuscirà a fare: non fermerà il bullismo, le molestie o il revenge porn in Italia. La maggior parte delle piattaforme su cui si esprimono gli italiani non ha sede in Italia, e quelle che hanno un ufficio vendite o una sede nel paese si limiteranno a spostare i loro uffici piuttosto che rischiare una multa di centomila euro ogni volta che qualcuno insulta un’altra persona in rete.

La legge darà ai ricchi, ai criminali e ai corrotti il potere incontrollato di rimuovere i materiali che li offendono

Quello che questa legge effettivamente farà, invece, sarà creare uno strumento di censura, senza la possibilità di un processo equo o una sanzione per gli abusi. Il criterio avanzato nella proposta di legge è semplicemente il fatto che una persona si senta danneggiata. Pensate a tutto il materiale online che bisogna cancellare per motivi di diritto d’autore: già oggi i gestori dei server ricevono milioni di richieste, più di quante possano controllare, e il risultato è un regime di rimozioni robotizzate grazie al quale i ricchi e i potenti possono rimuovere regolarmente il materiale che li mette in cattiva luce.

Per quanto negativa, si tratta di una censura rivolta a qualcosa di specifico e oggettivo: la violazione del diritto d’autore, che ha un’abbondanza di precedenti giuridici a definirne i contorni. Così tanti, in realtà, che bisogna essere un esperto in materia per valutare un’accusa di violazione. Ma almeno è possibile valutare se veramente c’è stata una violazione del diritto d’autore.

I criteri stabiliti dalla proposta di legge italiana permettono di avanzare rivendicazioni puramente soggettive, e consentono di multare pesantemente chi vi si oppone nel tentativo di evitare che siano commessi atti di censura indiscriminati.

Caos politico
Come ogni legge di diritto civile, la proposta di legge italiana favorisce i ricchi e i potenti, che sono in una condizione migliore per affrontare una causa in tribunale. Basti pensare alle vecchie leggi sulla diffamazione nel Regno Unito, che per decenni hanno protetto i potenti e i corrotti che abusavano sessualmente e impunemente dei bambini: un falso segreto che nessuno osava denunciare.

Inoltre le testate online che più probabilmente saranno toccate dalla giurisdizione italiana saranno quelle che discutono della politica e della società civile del paese. Questo significa che la legge colpirà soprattutto le affermazioni su interessi politici e locali, dando ai ricchi e potenti, ai criminali e ai corrotti, il potere incontrollato di rimuovere i materiali che li offendono, indipendentemente dal fatto che contenga affermazioni vere o false.

Il deputato italiano Stefano Quintarelli, attento alle dinamiche di internet, ha proposto un emendamento per rendere la legge un po’ più sensata. Secondo l’emendamento, chi non provvede a rimuovere il materiale contestato non riceve automaticamente una multa, ma diventa parte in causa in un eventuale processo civile deciso da un tribunale.

Si tratta di un passo nella giusta direzione, ma non è altro che un cerotto sul baratro sempre più ampio di una legislazione pessima e reazionaria. Le persone davvero danneggiate continueranno a dover lottare per la giustizia. I veri cattivi (come i siti di revenge porn) continueranno ad agire impunemente al di fuori della legge italiana. E i ricchi e potenti avranno a disposizione un’arma molto più forte per mettere a tacere i loro avversari, senza rischiare alcuna seria sanzione in caso di abuso.

Negli anni di Berlusconi l’Italia si è guadagnata la fama di luogo politicamente nel caos. Speravamo che l’epoca successiva fosse migliore. Ma prendendo in seria considerazione idee così dannose, la camera dei deputati continua a fare della politica italiana una barzelletta.

(Traduzione di Federico Ferrone)

Questo articolo è stato pubblicato su Boing Boing.

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