Cosa aspettarsi dalle elezioni in Sudafrica
Nel trentesimo anniversario delle prime elezioni democratiche, il 29 maggio i sudafricani sono chiamati alle urne per eleggere i 400 deputati della camera bassa del parlamento nazionale e le assemblee legislative delle nove province. Sarà la settima elezione generale dalla fine dell’apartheid, per cui sono attesi 27,8 milioni di votanti, un record.
La grande novità è che per la prima volta dal 1994 il partito al potere, l’African national congress (Anc), rischia di perdere la maggioranza assoluta, aprendo alla possibilità di un governo di coalizione. Il parlamento neoeletto sarà successivamente incaricato di eleggere il presidente.
Alle ultime elezioni del 2019, l’Anc aveva ottenuto il 57 per cento dei voti, scendendo per la prima volta dal 1994 sotto il 60 per cento delle preferenze. Dopo il 29 maggio alcuni analisti prevedono un ulteriore calo per il vecchio partito di Nelson Mandela, di fronte allo scontento estremamente diffuso per i numerosi casi di corruzione e per lo stato disastroso dei servizi pubblici, dalla fornitura di elettricità alla gestione di porti e ferrovie. Un altro tema caldo è quello del lavoro: il Sudafrica ha uno dei più alti tassi di disoccupazione al mondo, pari al 32, 9 per cento nel primo trimestre del 2024. La percentuale sale al 45,5 per cento se si considerano solo i giovani tra i 15 e i 34 anni.
La mancanza di opportunità di lavoro per i giovani non aiuta a risolvere altri problemi. Il primo è il divario tra ricchi e poveri: secondo l’indice di Gini, il Sudafrica è il paese con le maggiori disuguaglianze del mondo con un punteggio del 63 per cento. Il secondo è la criminalità dilagante: secondo la Bbc, negli ultimi tre mesi del 2023 c’è stato un omicidio ogni venti minuti e uno stupro ogni giorno.
Il 15 maggio il presidente Cyril Ramaphosa ha ratificato una legge sull’assicurazione sanitaria nazionale, che porterà alla creazione di un fondo statale per coprire le spese mediche di tutti i sudafricani. Anche se per il governo è uno strumento importante contro la povertà e la disparità di reddito, l’opposizione ha duramente criticato il provvedimento, considerato uno stratagemma per acchiappare voti.
Allo stesso tempo bisogna considerare che l’Anc, che si attesta su posizioni di centrosinistra, non ha di fronte un’opposizione unita, tale da impensierirlo seriamente. Al voto si presentano infatti più di cinquanta partiti. A destra dell’Anc c’è la Democratic alliance, che governa da molti anni con buoni risultati la provincia del Capo Occidentale, con Città del Capo come fiore all’occhiello. Ma è considerato un partito ancora molto legato alla minoranza bianca.
A sinistra dell’Anc ci sono gli Economic freedom fighters, guidati dal politico populista Julius Malema, che promuove un programma di trasformazione economica radicale, a partire dalla proposta di espropriare le terre senza risarcimenti e consegnarne il 50 per cento alla maggioranza nera entro cinque anni.
Un altro partito attira molta attenzione e sembra in rapida crescita di consensi: l’uMkhonto we Sizwe (Mk, dal nome del vecchio braccio armato dell’Anc), fondato dall’ex presidente Jacob Zuma (al centro di uno dei più ampi scandali di corruzione nella storia del paese), che potrebbe togliere voti all’Anc e agli Eff. Zuma non potrà, però, candidarsi a un seggio in parlamento, a causa della condanna per oltraggio alla corte che ha ricevuto nel 2021. Il programma dell’Mk è un misto di politiche socialiste e conservatrici, che però – avverte la commentatrice politica Ferial Haffajee – va considerato sempre attraverso la lente del passato di Zuma, “i cui due mandati presidenziali sono stati un disastro, e vengono chiamati il ‘decennio perduto’ del Sudafrica”.
Quella che manca, conclude l’analista politico Imraan Buccus in un articolo sul Mail & Guardian ripreso su Internazionale di questa settimana, è una seria alternativa di sinistra, basata su valori universali e condivisibili. Anche per questo l’Anc continuerà probabilmente a governare il paese per ancora cinque anni e per assistere all’alternanza ai vertici del potere bisognerà aspettare almeno le elezioni del 2029.
Questo testo è tratto dalla newsletter Africana.
Iscriviti a Africana |
Cosa succede in Africa. A cura di Francesca Sibani. Ogni giovedì.
|
Iscriviti |
Iscriviti a Africana
|
Cosa succede in Africa. A cura di Francesca Sibani. Ogni giovedì.
|
Iscriviti |