Il 3 dicembre la commissione elettorale della Namibia ha proclamato Netumbo Nandi-Ndaitwah, la vicepresidente e candidata del partito al potere Swapo, vincitrice delle elezioni presidenziali del 27 novembre con il 57 per cento dei voti, staccando di netto il suo principale sfidante, Panduleni Itula, ex dentista, candidato del partito Patrioti indipendenti per il cambiamento. Itula e altri leader dell’opposizione contestano però i risultati comunicati dalla commissione elettorale e si preparano a una battaglia legale, denunciando gravi irregolarità.
Tra queste, il fatto che le operazioni di voto, che dovevano terminare il mercoledì sera, sono andate avanti fino al sabato in alcune parti del paese per la carenza di schede o per il malfunzionamento dei tablet usati per identificare i votanti.
Ma la vittoria di Nandi-Ndaitwah, 72 anni, è stata netta ed è quindi probabile che il 21 marzo 2025 si insedierà senza problemi come quinta presidente del paese diventato indipendente nel 1990, dopo una lunga lotta per sottrarsi al controllo del Sudafrica dell’apartheid. Lotta che fu condotta dallo Swapo (per esteso, Organizzazione popolare dell’Africa del Sudovest), il movimento di liberazione a cui Nandi-Ndaitwah aderì quando aveva quattordici anni e che governa la Namibia da 34 anni.
La neoeletta presidente è una donna di partito: è stata tra i leader della Lega giovanile dello Swapo, è poi entrata in parlamento subito dopo l’indipendenza e nel corso degli anni ha ricoperto vari incarichi ministeriali. Ora prende il posto di Nangolo Mbumba, che a sua volta aveva assunto l’incarico di presidente dopo la morte di Hage Geingob, storico leader dello Swapo.
Nandi-Ndaitwah, conosciuta anche con il soprannome Nnn, è considerata una conservatrice, soprattutto sul tema dell’aborto, ma è nota per il suo impegno a favore delle donne, dei bambini e dell’ambiente. L’analista politica Rakkel Andreas, riporta il quotidiano The Namibian, sostiene che i namibiani dovrebbero essere orgogliosi di aver eletto la loro prima presidente. Ai suoi occhi, Nandi-Ndaitwah è un simbolo di come dovrebbe concretizzarsi la parità di genere.
Con questa elezione, Nnn diventa la terza donna a governare un paese africano dopo Ellen Johnson Sirleaf in Liberia (2006-2018) e Samia Suluhu Hassan in Tanzania, in carica dal 2021. Anche l’Etiopia ha avuto una presidente donna, Sahle-Work Zewde (2018-2024), ma in quel caso si trattava di un ruolo più di rappresentanza.
Le sfide per Nnn sono significative. Innanzitutto, dovrà governare un paese dove l’opposizione si è molto rafforzata in parlamento a scapito dello Swapo e, soprattutto, dovrà superare la fase della contestazione dei risultati elettorali. Il lavoro della commissione elettorale è stato molto criticato, di fronte a un’elezione molto partecipata, con un’affluenza alle urne intorno al 73 per cento.
In campagna elettorale Nandi-Ndaitwah ha promesso 250mila nuovi posti di lavoro per far calare il tasso di disoccupazione, intorno al 19 per cento, e per venire incontro a una popolazione giovane (più del 70 per cento dei namibiani ha meno di 35 anni) ma senza troppe possibilità di crescita. Le finanze pubbliche, però, sono limitate. Allo stesso tempo il paese continua a registrare enormi disuguaglianze economiche: nel mondo è secondo solo al Sudafrica. Nonostante la recente introduzione di un salario minimo, nel mondo del lavoro persistono forti disparità retributive, anche tra uomini e donne.
Allo stesso tempo, la Namibia è considerata un mercato emergente e sta attirando investimenti stranieri nel settore petrolifero (secondo questo articolo di Bloomberg che avevamo pubblicato su Internazionale, la Namibia potrebbe possedere il più grande giacimento di petrolio in mare aperto del mondo) e in quello della produzione di idrogeno verde (qui l’articolo che avevamo tradotto dal sito Unbias The News). Una grande sfida per Nnn sarà quindi distribuire equamente la ricchezza che ne deriverà.
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Questo testo è tratto dalla newsletter Africana.
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