Le proteste dei trattori contro la legge sul ripristino della natura e altre misure del green deal europeo ci hanno abituato a dare per scontato che gli agricoltori siano ostili alle norme contro il cambiamento climatico e in favore della sostenibilità. Ma il caso della Svizzera dimostra che non è necessariamente così, scrive Nature.

Nel marzo del 2024 un gruppo di agricoltori e associazioni del settore ha intentato una causa contro il governo svizzero, sostenendo che il cambiamento climatico sta rendendo economicamente insostenibili le loro attività. Negli ultimi tre anni la siccità, le tempeste, le grandinate e l’instabilità meteorologica avrebbero causato perdite comprese tra il 10 e il 40 per cento dei loro ricavi.

Secondo i querelanti il governo svizzero sarebbe parzialmente responsabile dei danni a causa del mancato rispetto dei suoi impegni sulla riduzione delle emissioni di gas serra, e avrebbe quindi violato il loro diritto alla libertà economica.

Dopo che il caso è stato respinto in primo grado, gli agricoltori hanno fatto appello al tribunale amministrativo federale, e in caso di ulteriore rifiuto potrebbero rivolgersi alla corte suprema.

La loro tesi si basa su altri casi che negli anni scorsi hanno portato al riconoscimento della responsabilità degli stati di proteggere i loro cittadini dagli effetti del cambiamento climatico, in particolare quello intentato da un gruppo di anziane donne svizzere, soprannominate KlimaSeniorinnen.

Identità a rischio

Ad aprile del 2024 la Corte europea dei diritti umani ha dato loro ragione, affermando che il governo svizzero aveva violato il loro diritto alla salute e al benessere.

La sentenza ha scatenato forti polemiche in Svizzera, e il governo e il parlamento hanno minacciato di ignorarla, accusando la Corte di aver abusato dei suoi poteri. Ma visto il peso degli agricoltori nella politica svizzera, il loro caso potrebbe ricevere un trattamento diverso.

A causa della predominanza delle aree montuose, che si riscaldano più velocemente di quelle pianeggianti, la Svizzera è uno dei paesi europei più esposti agli effetti del cambiamento climatico, che sta già mettendo in crisi attività fortemente legate alla cultura nazionale come l’allevamento.

Una vittoria legale potrebbe favorire la comprensione di questa minaccia anche nel resto d’Europa, spingendo i coltivatori, che sono stati spesso vittime della manipolazione delle forze di estrema destra, a riconoscere che la transizione verso un’agricoltura sostenibile è anche nel loro interesse.

Questo testo è tratto dalla newsletter Pianeta

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