Il ritrovamento di alcune rocce in Islanda offre nuove prove a sostegno dell’ipotesi secondo cui a partire dal 540 aC il clima dell’Europa si fece più freddo, contribuendo alla caduta dell’Impero romano.
Il raffreddamento dell’emisfero settentrionale, di cui erano già state trovate tracce negli anelli degli alberi e nelle carote di ghiaccio, è stato collegato a diversi eventi storici, dal crollo della dinastia Wei del nord in Cina al declino della città stato di Teotihuacán in America Centrale.
Anche la peste di Giustiniano, che colpì l’Impero romano d’oriente, potrebbe essere stata causata in parte dal clima più freddo.
Un gruppo di ricercatori ha esaminato una spiaggia sulla costa occidentale dell’Islanda che appariva più chiara delle altre, notando dei sassolini di granito che non sembravano originari del posto.
Il destino delle civiltà
Le analisi hanno dimostrato che venivano da diversi punti della Groenlandia ed erano probabilmente stati portati dagli iceberg.
I sassolini si trovano solo in uno strato datato tra il 500 e il 700 dC, suggerendo che in quel periodo un numero maggiore di iceberg raggiungeva la spiaggia.
I tempi corrispondono alla cosiddetta Piccola era glaciale tardoantica, che potrebbe essere stata causata da eruzioni vulcaniche, dall’impatto di una cometa o dalle oscillazioni nell’orbita terrestre.
Non è chiaro quanto questo periodo freddo contribuì alla caduta dell’Impero romano, ma ci sono sempre più prove che i cambiamenti climatici hanno influenzato il destino di molte civiltà.
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