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Un’estate brat

Charli XCX e Troye Sivan a Londra, 27 giugno 2024. (Katja Ogrin, Redferns/Getty Images)

Nelle ultime settimane nel mondo della musica, e non solo in quello, si è parlato molto di un fenomeno pop chiamato Brat summer (estate brat). Brat (una parola che potremmo tradurre con monella/o) è il titolo del sesto disco della popstar britannica Charli XCX, uscito il 7 giugno. Dell’album avevamo già parlato anche da queste parti: è pop, divertente, danzereccio, con melodie e ritornelli azzeccati, ed è stato prodotto da nomi di punta dell’elettronica mondiale come A.G. Cook, Gesaffelstein e Finn Keane.

La critica e il pubblico l’hanno apprezzato fin da subito, ma in seguito la sua popolarità è cresciuta a dismisura, fino a diventare un fenomeno di costume. La copertina, con il titolo scritto con un carattere sgranato su uno sfondo verde acido, ha innescato numerosi meme su internet. Perfino l’attore Kyle MacLachlan, ai più noto per aver interpretato la parte del detective Cooper in Twin peaks, ha girato un video con una maglietta verde acida mentre cantava uno dei brani del disco: Girl, so confusing.

Brat quindi è diventato anche un termine che identifica un colore (il verde acido) e un’attitudine. E porta con sé un messaggio di liberazione su vari fronti: sessuale, anzitutto, ma anche estetica e dei costumi. Le ragazze brat si sentono libere di essere disinibite, non per forza alla moda, e mettono il divertimento e il benessere personale di fronte a tutto. È una specie di femminismo edonista, e in questo Charli XCX è un po’ l’anti-Taylor Swift, che invece fonda il suo essere indipendente e libera sulla capacità di controllare lucidamente la propria carriera e la propria immagine pur restando al tempo stesso una ragazza semplice e lontana dagli eccessi.


Charli XCX, al contrario, è senza freni, incline alla megalomania ma anche molto autoironica, come nell’irresistibile Von dutch, per me il singolo pop più azzeccato dell’anno, nel quale dice al suo partner, “Sei ossessionante, confessalo perché è ovvio/Sono la tua numero uno, sono la tua numero uno” sopra un tappeto di sintetizzatori pulsanti. Se i punti di riferimento musicali di Swift sono il country, il folk e il rock, quello della popstar britannica è la musica da club e l’elettronica dei primi anni duemila, come dimostra anche la sua esibizione da dj alla Boiler Room.

In brani come Club classics, l’euforia del ballo è direttamente collegata alla malinconia che accompagna la fine della festa, come se fosse arrivato improvvisamente l’hangover. Una sensazione di tristezza che è ancora più evidente in brani come I might say something stupid, nel quale la cantante ammette in fondo di non sentirsi “niente di speciale” e si definisce “famosa, ma non molto”. Quindi brat significa edonismo, ma non superficialità, anzi.

Di recente la Brat summer è entrata anche nella campagna elettorale statunitense (cosa che secondo Pitchfork in realtà ne ha decretato la fine). Dopo che il 21 luglio il presidente Joe Biden ha ufficializzato il suo ritiro dalla corsa alla Casa Bianca e ha annunciato il suo sostegno alla vicepresidente Kamala Harris, a questo punto la candidata in pectore dei democratici, Charli XCX ha scritto un messaggio su X: “Kamala IS brat”. Curioso, tra l’altro, che l’abbia fatto sul social network di proprietà di Elon Musk, che invece sta facendo una campagna sfegatata a favore di Donald Trump.

Il messaggio di Charli XCX ha innescato una nuova serie di meme, e sono spuntate magliette con il nome Kamala Harris su sfondo verde acido con lo stesso carattere di Brat. Anche l’account ufficiale della vicepresidente su X, @kamalahq, ha cambiato stile adeguandosi a quello del disco della popstar britannica. Video come questo sono stati condivisi da milioni di utenti e mezzi d’informazione autorevoli come la Cnn sono stati costretti a scrivere articoli per spiegare cos’è la Brat summer. Se l’estate scorsa era stata dominata dal rosa shocking e dal fenomeno Barbiecore, innescato dal film di Greta Gerwig con Margot Robbie, quella del 2024 sembra decisamente più a tinte verde acido.

In onore della Brat summer, ho fatto una playlist estiva con una serie di canzoni ispirate alle temperature calde che ci aspettano. Si parte ovviamente con due brani di Charli XCX, e poi arrivano Drake, George Clinton, le Haim e altri. Qui sotto vi lascio l’elenco dei titoli, con una breve presentazione di ogni pezzo.

  • Charli XCX, 360
  • Charli XCX, Von dutch. Per capire perché partiamo da qui, leggete sopra, se ancora non l’avete fatto.
  • Troye Sivan, Rush. Singolone del cantante di origine australiana. Era perfetto per la scorsa estate ma nel suo primo anno di vita è invecchiato bene, anzi benissimo.
  • Drake, Passionfruit. Drake è stato sotterrato da Kendrick Lamar nella recente faida a colpi di rap, e per questo merita un premio di consolazione. Del resto fino a qualche anno fa, quando si trattava di fare canzoni paracule, il rapper canadese era un fuoriclasse. Questo pezzo dalle influenze tropical e dancehall è un piccolo promemoria.
  • George Clinton & The P-Funk Allstars, Summer swim. Cavalcata estiva da uno dei dischi minori di George Clinton. Che sono i dischi maggiori di tutti gli altri.
  • Dr. Dre feat. Snoop Dogg, Let me ride. Chi passerà l’estate in città, girando per le strade con l’aria condizionata accesa (non esagerate, che il riscaldamento globale è già fuori controllo), può ascoltarsi a tutto volume questo classico del rap statunitense.
  • A Tribe Called Quest, Find a way. Tip e Phife degli A Tribe Called Quest provano a rimorchiare. Sullo sfondo un campionamento del giapponese Towa Tei e di Bebel Gilberto e di Got ‘til it’s gone di Janet Jackson. Per un’estate soffice e sexy.
  • Haim, Summer girl. Le Haim rispondono con la positività a una notizia triste, la malattia di un amico, e citano Walk on the wild side di Lou Reed.
  • Don Henley, The boys of summer. Un classico pieno di malinconia estiva, così resiliente che ogni tanto fa ancora capolino nella programmazione radiofonica. Merito di una scrittura inattaccabile e di una melodia immortale.
  • Bruce Springsteen, Summertime blues. Versione E Street Band del classico di Eddie Cochran, storia di un ragazzino costretto a lavorare d’estate per mettere da parte due dollari, ma per niente contento di farlo.
  • Oasis, Step out. Lato b degli Oasis del periodo (What’s the story) Morning glory?, con un pezzo di melodia preso in prestito da Uptight (Everything’s alright) di Stevie Wonder. Noel Gallagher chiede alla sua lei di uscire, e tutto andrà bene.
  • Hurray for the riff raff, Alibi. Uno dei miei dischi preferiti di questo 2024. Questo pezzo country-pop dolceamaro è perfetto per qualsiasi viaggio estivo. Buon viaggio, quindi, a chi lo farà; buon lavoro a chi lavorerà; buon rifugio dal caldo a chi resterà a casa.

Questo testo è tratto dalla newsletter Musicale.

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