Ventotto giornalisti raccontano la campagna elettorale nel proprio paese in vista delle elezioni europee del 26-29 maggio 2019. La serie è realizzata in collaborazione con VoxEurop.

Il 25 marzo l’eurodeputata portoghese Ana Gomes ha accusato davanti al Parlamento europeo il primo ministro maltese Joseph Muscat di “continuare” a proteggere gli assassini di Daphne Caruana Galizia.

La pesante insinuazione della deputata socialista portoghese, arrivata durante un dibattito sullo stato di diritto a Malta, ha scatenato una tempesta politica nell’isola del Mediterraneo.

Parole come “traditori” e “patrioti” sono state usate e abusate per aizzare gli animi, soprattutto contro gli eurodeputati maltesi dell’opposizione accusati di aver complottato sul palcoscenico europeo contro il governo di Muscat.

A livello internazionale l’immagine di Malta come meta turistica soleggiata di grande interesse storico si è trasformata in quella di un paradiso fiscale dove dominano l’impunità e il nepotismo e dove una giornalista è stata fatta saltare in aria nella sua macchina.

Ma sul fronte domestico la percezione è molto diversa.

La morte di Daphne Caruana Galizia ha trascinato Malta in un vortice di sfiducia istituzionale senza precedenti

L’unica cosa certa a proposito delle elezioni europee nel più piccolo stato dell’Unione è che le vincerà il partito laburista al governo. Secondo gli ultimi sondaggi, infatti, il partito di Muscat dovrebbe sbaragliare la concorrenza, conquistando almeno quattro dei sei seggi assegnati a Malta.

Le elezioni arrivano a 18 mesi dall’attentato nella tranquilla cittadina di Bidnija costato la vita a Caruana Galizia. La morte della giornalista ha trascinato Malta in un vortice di sfiducia istituzionale senza precedenti.

Caruana Galizia è stata uccisa dopo che lo scandalo Panama papers aveva svelato l’esistenza di conti esteri di due funzionari del governo. Da allora tre uomini sono stati incriminati per l’assassinio della giornalista, ma i mandanti sono ancora ignoti.

L’omicidio e i sospetti di corruzione hanno evidenziato le profonde carenze strutturali dello stato di diritto a Malta. Gli europarlamentari dell’opposizione hanno pubblicato un rapporto durissimo in cui si dicono seriamente preoccupati per il sistema legale di Malta e la separazione dei poteri, oltre a sottolineare la “debole applicazione” delle leggi contro il riciclaggio di denaro.

Negli ultimi tre anni i leader di Malta sono stati convocati a più riprese a Bruxelles e Strasburgo per difendere la reputazione del paese contro la valanga di accuse secondo cui l’isola sarebbe una sorta di repubblica delle banane. I tre eurodeputati del governo hanno colto ogni occasione per contestare i sospetti. L’eurodeputato socialista Alfred Sant, ex primo ministro, ha ribadito che le insinuazioni sullo stato di diritto sono state strumentalizzate per difendere “interessi polarizzati e faziosi” legati alla politica nazionale.

A proposito delle pesanti critiche subite a Malta, l’eurodeputato David Casa, del Partito nazionalista d’opposizione, ha dichiarato: “Io e altri abbiamo chiesto che il governo si assuma le sue responsabilità. Per questo siamo stati chiamati traditori meritevoli di essere puniti. È ciò che accade quando le istituzioni vengono prese in ostaggio, l’impunità prospera e i politici corrotti si sostituiscono allo stato”.

Al contempo i tre eurodeputati nazionalisti hanno conquistato il titolo di “patrioti” tra i maltesi convinti che soltanto Bruxelles potrebbe risolvere i problemi interni dell’isola.

Già in passato la pressione europea ha provocato la caduta di un governo. Eppure, a Malta, le critiche sembrano aver rafforzato la posizione dei laburisti al governo.

Ma ci sono altri motivi per cui il Partito laburista è considerato nettamente favorito in vista delle elezioni europee.

Innanzitutto Muscat è un leader carismatico e un abile oratore. Soprannominato “il primo ministro di Teflon”, rientra nella categoria dei leader politici capaci di scrollarsi di dosso con facilità qualsiasi scandalo, almeno agli occhi dei loro sostenitori.

Senza vera alternativa
In secondo luogo il Partito nazionalista, di centrodestra, è guidato da un uomo che non è universalmente riconosciuto nemmeno all’interno del suo partito. Adrian Delia non è riuscito a migliorare la situazione del partito dopo la pesante sconfitta subita dal suo predecessore nel 2017, e secondo gli ultimi sondaggi il distacco tra i due principali partiti si è allargato a dismisura. Molti dei critici di Delia hanno già dichiarato pubblicamente che si asterranno dal voto alle elezioni di maggio per cercare di costringerlo a farsi da parte.

Infine non bisogna dimenticare che l’isola, con una popolazione di quasi mezzo milione di abitanti, sta vivendo un boom finanziario. Sostenuta dal grande sviluppo del turismo, da un’industria fiorente del gioco online e da una controversa industria edile, Malta presenta un tasso di crescita economico che molti paesi dell’Unione possono solo sognare. Il discusso Programma di investimenti individuali – sostanzialmente una vendita della cittadinanza – ha portato milioni di euro nelle casse del governo.

Alle elezioni si presentano diversi candidati provenienti da partiti minori, incluso il primo candidato apertamente favorevole all’aborto. Si tratta dell’attivista lgbt Mina Toluso, candidata nelle liste dei Verdi e favorevole alla depenalizzazione dell’aborto.

L’immigrazione rimane una patata bollente in un paese che si trova al confine meridionale dell’Unione ma i due partiti principali utilizzano ormai la stessa retorica. Il sedicente “razzialista” e simpatizzante nazista Norman Lowell, che un tempo ha suggerito di affondare le barche dei migranti a 14 miglia dalla costa, si è nuovamente candidato al Parlamento europeo.

In ogni caso, con un sistema elettorale progettato per favorire i due partiti principali, è difficile che ottenga un seggio a Bruxelles.

In definitiva all’elettorato maltese interessa soprattutto la difesa di Malta in Europa, ognuno dal suo lato della barricata. L’Unione avrà anche puntato il suo radar verso questa piccola repubblica, ma Malta, anche se le critiche non hanno creato un sentimento di ostilità verso Bruxelles, voterà ancora una volta sulla base di preoccupazioni interne e seguendo le tradizionali linee di partito.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

Herman Grech è un giornalista del quotidiano The Times of Malta.

Ventotto giornalisti raccontano la campagna elettorale nel proprio paese in vista delle elezioni europee del 26-29 maggio 2019. La serie è realizzata in collaborazione con VoxEurop.

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