Joe Biden si mette in viaggio per promuovere il suo piano di aiuti
L’11 marzo il presidente statunitense Joe Biden ha firmato sulla legge, approvata qualche giorno fa dal congresso, che stanzia 1.900 miliardi di dollari per affrontare la crisi economica e la pandemia. Poi, insieme alla vicepresidente Kamala Harris, comincerà a girare il paese per convincere gli elettori che il suo piano – che prevede assegni fino 1.400 dollari per chi guadagna al massimo 75mila dollari e stanzia fondi per il piano vaccinale – farà uscire milioni di persone dalla povertà e ridurrà i rischi di ammalarsi di covid-19.
Contemporaneamente la Casa Bianca sta mobilitando politici statali e locali di entrambi gli schieramenti, imprenditori, economisti e sindacati per convincere gli elettori dell’importanza di sfruttare i nuovi aiuti federali. Anche alcuni ministri parteciperanno a questo sforzo, rivolgendosi ai mezzi d’informazione locali per attirare l’attenzione sui benefici che la legge porterà alle scuole, alla sanità e all’assistenza alimentare.
Questa strategia e la campagna di marketing fanno capire quanto sia alta la posta in gioco per Biden e per i democratici, che devono mostrare agli statunitensi che stanno aiutando il paese a riprendersi da una gravissima crisi economica e sanitaria per cui incolpano l’amministrazione Trump.
L’errore di Obama
Biden è perfettamente consapevole dei rischi di non promuovere nel modo giusto il pacchetto d’aiuti. Nel 2009, quando Barack Obama approvò un pacchetto di aiuti economici da ottocento miliardi di dollari per portare gli Stati Uniti fuori dalla recessione causata dalla crisi finanziaria, decise di non investire tempo ed energia per promuovere la legge e i vantaggi tangibili che avrebbe portato ai cittadini. Secondo alcuni democratici, quella decisione spianò la strada alla loro sconfitta durante le elezioni di metà mandato del 2010.
“Barack fu modesto e non volle ‘fare un giro d’onore’”, ha detto Biden la settimana scorsa. “Continuavo a dirgli: ‘Fai sapere alla gente cosa abbiamo fatto’. E lui rispondeva: ‘Non abbiamo tempo. Non farò un giro d’onore. Ironia della sorte, abbiamo pagato caro quell’umiltà”.
Jen Psaki, che è la portavoce della Casa Bianca e ha fatto parte della squadra della comunicazione di Obama, ha spiegato che i funzionari dell’amministrazione Biden sono consapevoli di “dover lavorare e di far sentire chiaramente la nostra voce” per comunicare i benefici del pacchetto, dagli assegni di stimolo economico alla riapertura delle scuole.
Biden ha già cominciato a promuovere il piano. La scorsa settimana, per illustrare i benefici degli assegni di sostegno, ha ricevuto alla Casa Bianca un lavoratore del settore dei trasporti del Maryland e un uomo di Washington che non riesce a trovare un alloggio stabile. Il 9 marzo ha visitato un negozio di ferramenta di Washington che aveva ricevuto i sussidi stanziati dal piano di aiuti del 2020.
Questi sforzi sono pensati anche in vista delle elezioni di metà mandato del 2022
La sera dell’11 marzo Biden parlerà del piano di salvataggio durante il suo primo discorso tv, in occasione dell’anniversario delle chiusure dovute al covid-19. Finora il presidente Biden ha deciso di non prendersi troppo il merito. La Casa Bianca ha annunciato a inizio settimana che la firma di Biden non comparirà sugli assegni che milioni di statunitensi riceveranno nelle prossime settimane. Lo scorso anno Trump aveva voluto che sull’assegno comparisse il suo nome.
Per mantenere l’attenzione sul pacchetto di salvataggio, la squadra di Biden ha deliberatamente rinviato una comunicazione congiunta al congresso degli Stati Uniti, durante la quale il presidente prevede di rivelare il suo prossimo importante obiettivo legislativo: un progetto di legge che dovrebbe costare migliaia di miliardi di dollari e che conterrà misure per le infrastrutture e per contrastare la crisi climatica.
Ritardare alcuni elementi del suo programma politico “è una buona strategia, se le cose funzioneranno”, sostiene John Podesta, ex funzionario dell’amministrazione Obama e fondatore del Center for american progress, centro studi progressista. “Il rischio è di ritardare le cose, il che potrebbe rallentare lo slancio della nuova presidenza”.
I consiglieri della presidenza citano volentieri i sondaggi secondo cui la maggior parte degli statunitensi, compresi i repubblicani, sostengono il piano di aiuti. E i funzionari della Casa Bianca stanno spingendo per avere una buona copertura mediatica dai mezzi d’informazione locali. “I dati mostrano che la maggior parte degli statunitensi guarda ancora il notiziario delle cinque e delle sei di sera, e legge la stampa locale”, ha detto Allen. “I mezzi d’informazione avranno un grande peso. Bisogna entrare nelle case delle persone”.
Gli alleati di Biden sperano che questi sforzi potranno servire più avanti, quando dovranno cercare di ottenere il sostegno al pacchetto su infrastrutture e ambiente, e quando i democratici cercheranno di difendere la maggioranza al congresso alle elezioni di metà mandato del 2022.
Biden sarà giudicato in base alla rapidità con cui la nazione si riprenderà dalla crisi economica. I dati sull’occupazione di febbraio si sono rivelati inaspettatamente buoni, e i funzionari dell’amministrazione pensano che l’aumento del ritmo delle vaccinazioni accelererà la ripresa economica.
“Ci aspettiamo che le risorse messe in campo alimentino una grande ripresa economica”, ha detto il 7 marzo la segretario al tesoro Janet Yellen. “Mi aspetto che la nostra economia tornerà il prossimo anno alla situazione di pieno impiego in cui ci trovavamo prima della pandemia”.
(Traduzione di Federico Ferrone)
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