Mentre ero in visita a Mosca, poco dopo il crollo dell’Unione Sovietica, un generale dell’armata rossa in pensione sospirò con nostalgia quando gli chiesi del periodo passato a Cuba durante la crisi dei missili, nel 1962. “Kuba”, come la chiamava lui, calcando sull’iniziale, aveva occupato un posto speciale nel cuore dei sovietici. “Li abbiamo viziati”, disse, alzando le mani e ridacchiando tristemente. Conquistatori e aspiranti tali, tutti hanno guardato Cuba con occhi avidi, da amanti, come se fosse una bellezza pronta per essere sedotta e abbandonata dopo essere stata sfruttata. Fin dal primo passo di Colombo nel nuovo mondo, Cuba è finita nelle mani di ogni tipo di predoni europei: spagnoli ma anche inglesi, olandesi e francesi arrivati come bucanieri, proprietari di piantagioni, schiavisti e cercatori di fortuna.

Oggi la vita sull’isola è molto difficile. La pandemia di covid-19 ha isolato Cuba e ha bloccato il turismo, una delle più importanti fonti di reddito del paese. Joe Biden non ha cambiato molto la politica statunitense verso Cuba, per non inimicarsi la comunità cubana in Florida. Tutto questo, insieme alla carenza cronica di prodotti di base, ha fatto nascere un diffuso sentimento di pessimismo. I fratelli Castro non sono più al potere e una nuova generazione di cubani nati dopo la fine dell’Unione Sovietica, circa un terzo della popolazione, è meno ideologica delle precedenti e desidera vivere, viaggiare ed esprimersi liberamente. Molti ora hanno anche i mezzi per sapere, grazie a internet, cosa si stanno perdendo. Di fronte a questo cambiamento generazionale il governo cubano esercita il potere in un limbo esistenziale e prova a riempire il vuoto esortando i suoi cittadini a essere dei fedeli patrioti.

Come ha detto Yunior García, un drammaturgo di 39 anni che è diventato un portavoce dei cubani che chiedono un cambiamento, “vogliamo un paese in cui tutti abbiano un posto, in cui i diritti dei cittadini siano rispettati”. A volte le cose più semplici sono le più inafferrabili. sm

Info Della situazione attuale a Cuba parleranno il 1 ottobre a Ferrara lo scrittore cubano Carlos Manuel Álvarez e Camilla Desideri di Internazionale.

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