Più di 160 paesi in tutto il mondo stanno combattendo contro il Covid-19, la malattia causata dal nuovo coronavirus. E mentre la pandemia mette alla prova anche i sistemi sanitari più efficienti, c’è un paese che sostiene di essere completamente immune al virus: la Corea del Nord.
“Non abbiamo pazienti contagiati”, ha dichiarato a febbraio Song In Bom, funzionario della commissione di emergenza sanitaria nordcoreana, al quotidiano ufficiale Rodong Sinmun. Ma anche se fosse vero, il regime di Kim Jong-un non sembra in grado di convincere il resto del mondo. In Corea del Sud studiosi ed esperti sanitari sono estremamente scettici sulle notizie riportate da Pyongyang, e chi ha accesso a fonti in Corea del Nord sostiene che il virus stia già imperversando nel paese.
“Anche se la Corea del Nord ha chiuso i suoi confini e impedito l’accesso ai viaggiatori cinesi o stranieri, è molto probabile che alcuni nordcoreani siano già infetti”, sostiene Roh Kyoung-ho, un medico del dipartimento di medicina di laboratorio presso l’ospedale Ilsan, in Corea del Sud. “Credo che non sia nemmeno possibile quantificare i casi, perché il sistema sanitario della Corea del Nord è fragile e obsoleto”.
Lettera sospetta
Altri dubbi arrivano da alcune recenti iniziative politiche che sembrano indicare una certa preoccupazione a Pyongyang. All’inizio di marzo Kim Hong-un ha rotto un silenzio diplomatico che durava da mesi per scrivere una lettera a Moon Jae-in, il presidente della Corea del Sud. Il contenuto non è stato reso pubblico, ma l’addetto stampa di Moon ha dichiarato che nella lettera Kim faceva gli auguri ed esprimeva apprensione per l’epidemia in Corea del Sud. Questa mossa inattesa ha spinto molti esperti a domandarsi se la Corea del Nord non stia preparando una richiesta di aiuti per fronteggiare il nuovo coronavirus.
“Credo che i nordcoreani potrebbero accettare mascherine, igienizzanti per le mani o respiratori, e forse anche altre forme di assistenza sanitaria. E penso che il paese andrebbe aiutato per ragioni umanitarie”, sostiene Peter Ward, un ricercatore che si occupa di economia nordcoreana e scrive per NK News. “Allo stesso tempo, penso che non dobbiamo illuderci che questo sostegno umanitario possa farci fare dei passi avanti con la Corea del Nord sul tema della denuclearizzazione”.
I negoziati sul potenziale nucleare e missilistico della Corea del Nord sono fermi da mesi, dopo il fallimento di un vertice tra Kim e il presidente statunitense Donald Trump a febbraio del 2019. Da allora la Corea del Nord ha effettuato diversi lanci di missili, l’ultimo dei quali il 21 marzo. Inoltre l’agenzia statale Kcna ha rivelato che Kim ha ricevuto una lettera da Trump. Secondo Reuters un importante funzionario della Casa Bianca ha confermato che la lettera è stata inviata, dichiarando che il contenuto era “in linea con lo sforzo di coinvolgere i leader globali nel corso della pandemia in atto”.
Un’epidemia potrebbe avere effetti gravissimi per la popolazione nordcoreana, che già soffre a causa delle sanzioni economiche
Seo Jae-pyoung, un attivista originario della Corea del Nord che ora è a capo dell’Associazione dei transfughi nordcoreani, con sede a Seoul, sostiene di avere notizie di casi di Covid-19 in Corea del Nord. “Ho parlato direttamente con persone che sono nel paese e ho saputo che il governo ha dichiarato lo stato di emergenza. Mi è stato detto che il primo caso in Corea del Nord è stato confermato il 27 gennaio, che l’esercito ha chiuso strade e ferrovie nelle città di provincia e che le persone non possono nemmeno camminare per strada”.
Le informazioni che escono dai confini strettamente controllati della Corea del Nord sono spesso scarse e difficili da verificare. In ogni caso, Seo sostiene che secondo le sue fonti le mascherine starebbero entrando di contrabbando dalla Cina, mentre mascherine provenienti dalla Corea del Sud sarebbero in vendita sul mercato nero e verrebbero date in dono agli alti funzionari. Dato che la Corea del Nord ha un accesso limitato ai kit per il test, secondo Seo la diagnosi si basa sui sintomi dei pazienti. “In realtà i cittadini comuni non sanno molto del virus”, conclude l’attivista. “Lo vedono solo come una malattia preoccupante”.
Conseguenze preoccupanti
Anche giornalisti e ricercatori hanno notizia di un’epidemia in corso. Robert Lauler, ex operatore di una ong e redattore del Daily NK, una pubblicazione online che ha contatti in Corea del Nord, sostiene che le sue fonti riferiscono di 82 persone in quarantena e 23 morti per Covid-19. Queste informazioni risalirebbero a un paio di settimane fa. “La settimana scorsa abbiamo pubblicato un articolo su un rapporto militare secondo cui almeno 200 soldati sarebbero morti con sintomi che sembrano riconducibili al nuovo coronavirus. Ma i numeri che pubblichiamo non sono necessariamente derivanti al 100 per cento dal coronavirus. Le nostre fonti indicano che è scoppiata un’epidemia e che le persone stanno morendo”.
Un’epidemia potrebbe avere conseguenze gravissime per la popolazione nordcoreana e per un’economia che già soffre a causa delle sanzioni economiche internazionali. “Stiamo parlando di un livello impressionante di devastazione, in particolare per la regione nordoccidentale, considerata il ‘granaio’ del paese”, afferma Lauler. “Sono pessimista”.
In uno stato autoritario come quello nordcoreano il governo può facilmente ordinare alle persone di isolarsi e bloccare tutti gli ingressi nel paese. Alcuni diplomatici stranieri, per esempio, sarebbero stati costretti a stare in quarantena, per poi lasciare il paese una volta liberi di muoversi. La Corea del Nord è già vulnerabile a causa dei danni provocati nel 2019 dall’uragano Lingling e dalla peste suina africana. Inoltre il debole sistema sanitario nordcoreano verrebbe probabilmente travolto da una rapida diffusione del Covid-19.
“Al di fuori di Pyongyang e Hamhung, credo che non ci sia praticamente nessuna struttura sanitaria in cui i comuni cittadini possano facilmente accedere alle cure”, afferma Seo. “La maggior parte delle città non ha un’ambulanza o un sistema di trasporto dei pazienti, e molte persone in quarantena dovranno stare in casa”. Dalla metà del 2019, quando i raccolti sono stati pesantemente colpiti da siccità e alluvioni, nel paese sono aumentate malnutrizione e malattie. Secondo le Nazioni Unite oltre 10 milioni di persone hanno sofferto una “grave carenza di cibo”.
“È facile immaginare che il tasso di letalità del Covid-19 in Corea del Nord potrebbe essere più alto che in molti altri paesi”, sostiene Ward. Per questo motivo, secondo il ricercatore la Corea del Nord starebbe tenendo nascosta l’epidemia al resto del mondo. “Il governo teme che l’opinione pubblica acquisti consapevolezza davanti a un’epidemia che potrebbe uccidere centinaia di migliaia di persone”, spiega Ward. “Stanno cercando di evitare il panico e l’instabilità sociale”.
(Traduzione di Francesco De Lellis)
Questo articolo è uscito su Al Jazeera.
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