A differenza delle figure stereotipate di miliziani e gangster, i giovani miliziani libici sono molto attivi sui social network e tendono a condividere tante foto. Si scattano selfie in cui esibiscono il loro stile di vita o posano armati, in canottiera e infradito, sul campo di battaglia. Di recente sui mezzi d’informazione è circolata una foto che ritrae un giovane e temutissimo miliziano delle Brigate rivoluzionarie di Tripoli, Khiry Abu Bakr al Kikli, conosciuto nelle strade con il soprannome di Hankoora.
La foto è stata scattata nella tarda serata del 15 ottobre davanti all’hotel Radisson Blu. Si vede il suo corpo steso di schiena sull’asfalto, scalzo e con indosso pantaloncini bianchi e una t-shirt rosso scuro. Sotto la testa il sangue ha formato una pozza. A parte il sangue uscito dalla parte posteriore della testa e qualche goccia sui pantaloncini non si vedono segni di ferite né altre parti del suo corpo insanguinate. Questo lascerebbe pensare a una vera e propria esecuzione con un unico colpo alla nuca.
Poche ore dopo la sua morte sono cominciati degli scontri a fuoco tra le Forze speciali di deterrenza (Rada) e le Brigate rivoluzionarie di Tripoli. Due giorni dopo due uomini delle Rada sono stati rapiti e i loro cadaveri sono stati scaricati nei pressi dell’ospedale centrale di Tripoli. Il ministero dell’interno ha ignorato completamente la notizia, sebbene tecnicamente le due persone uccise fossero a tutti gli effetti agenti di polizia e lavorassero in un corpo riconosciuto dal governo di accordo nazionale.
Gli arresti e i tentati omicidi non si sono fermati e hanno continuato a prendere di mira i componenti delle Brigate rivoluzionarie di Tripoli, in particolare quelli più vicini al loro leader, Haitham al Tajouri. Il bersaglio dell’ultimo tentato omicidio è stato Ziad Cafu, che è riuscito a sfuggire da uno scontro a fuoco con le Rada. Il portavoce ufficiale delle Rada ha spiegato che “si è trattato di un piccolo malinteso, già risolto”.
La responsabilità di smantellare le milizie e indebolirne il ruolo a Tripoli è stata affidata alle milizie stesse
Tutti si aspettavano che Al Tajouri si sarebbe arrabbiato, o quanto meno preoccupato. Lui invece ha ignorato la vicenda e ha cominciato a supervisionare personalmente i nuovi accordi sulla sicurezza a Tripoli. La sua calma e l’assenza di commenti da parte del governo e dei leader di altre milizie hanno indotto molti a chiedersi se questa non sia un’ondata di omicidi extragiudiziali invece che un’altra guerra di strada.
Sul canale tv libico Panorama, Haitham al Tajouri ha dichiarato che tutte le azioni intraprese nella capitale sono coordinate e supervisionate dal presidente del consiglio presidenziale e in conformità agli accordi di sicurezza approvati dalla commissione formata in seguito alla risoluzione 1303. Ha aggiunto che qualsiasi azione o procedura è stata intrapresa nell’interesse di tutti e che “le recenti operazioni di sicurezza vanno inquadrate nel contesto di questi accordi relativi alla sicurezza e sono finalizzate alla rimozione di tutti gli ostacoli che ne impediscono la piena attuazione”.
L’attuazione dei nuovi accordi di sicurezza a Tripoli è stata annunciata dopo l’ultima ondata di scontri di agosto e settembre tra la Settima brigata e le milizie di Tripoli. Come concordato tra il governo di accordo nazionale e la missione di supporto delle Nazioni Unite in Libia (Unsmil), la commissione ha il compito di supervisionare le operazioni. Il nuovo accordo comprende il ritiro delle milizie e il dispiegamento di forze di polizia regolari a Tripoli.
Dall’inizio di novembre la gente condivide un genere diverso di foto di Al Tajouri, che ha cominciato a farsi vedere in vari punti di Tripoli intento a supervisionare consegne di denaro alle banche e a controllare le persone in coda. Spesso queste visite avvengono mentre è in sella a una motocicletta. Al Tajouri ha chiesto ad alcune banche di allungare il loro orario di lavoro, le ha organizzate e ne ha garantito la sicurezza, e ha aumentato il limite massimo di denaro che ognuno può ritirare in un mese, da poche centinaia a cinquemila dinari libici. Si tratta di un’iniziativa personale di Al Tajouri e limitata alla sola città di Tripoli, il suo territorio. Le altre banche del paese non sono incluse.
Gli ultimi movimenti del governo di accordo nazionale a Tripoli sono privi di senso, poiché la responsabilità di attuare un patto che in teoria dovrebbe smantellare le milizie e indebolirne il ruolo a Tripoli è stata affidata alle milizie stesse. In questo caso la risposta è arrivata subito, già il giorno successivo alla conferenza di Palermo. La Settima brigata ha schierato le sue forze nell’area meridionale di Tripoli dichiarandola zona militare.
(Traduzione di Giusy Muzzopappa)
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