Due fratelli si contendono la guida di Singapore
Quando gli abitanti di Singapore esprimeranno il loro voto, il 10 luglio, in occasione delle elezioni legislative, le prime del Sudest asiatico nell’era della pandemia, gli elettori dovranno scegliere tra il partito in carica da più tempo nella regione e uno dei dieci piccoli partiti d’opposizione che sperano di mettere piede in parlamento.
Da quando è ufficialmente cominciata la campagna elettorale, il 30 giugno, la competizione è stata vivace e spensierata, smentendo la reputazione di placidità politica della città-stato, dovuta soprattutto al governo ininterrotto del Partito di azione popolare (Pap), che ha vinto tutte le elezioni dal 1959, quando Singapore ha ottenuto l’autonomia dal Regno Unito.
Ciò che distingue queste elezioni non è solo il fatto che si svolgeranno durante una crisi di salute pubblica e con nuove regole per la campagna elettorale: infatti per seguire le regole sulle distanze di sicurezza e sugli assembramenti non si sono tenuti i comizi, obbligando i partiti a fare affidamento su sensibilizzazioni online e visite porta a porta.
L’arrivo di un carismatico ex fedelissimo del Pap, Tan Cheng Bock, 80 anni, come sfidante dell’opposizione con il nuovo Partito del progresso di Singapore (Psp) ha animato la campagna. Ma è stata la decisione di un politico recentemente arrivato al Psp di gettarsi nella mischia a scaldare gli animi.
Lee Hsien Yang, 62 anni, fratello del primo ministro Lee Hsien Loong e figlio del padre fondatore della città-stato Lee Kuan Yew, ha suscitato grande scalpore quando è entrato a far parte ufficialmente del Psp, a giugno. Anche se ha deciso di non candidarsi perché, nelle sue parole, “Singapore non ha bisogno di un altro Lee”, è una stella dell’opposizione in rapida ascesa.
Alan Chong, professore associato presso la S Rajaratnam School of International Studies di Singapore, vede il giovane Lee come l‘“artiglieria più potente” dell’opposizione, anche se non parteciperà direttamente alle elezioni. Invece Lee ha promesso di sostenere i candidati e i partiti in cui crede e ha detto che spera di essere “un catalizzatore per il cambiamento”.
“La leadership politica a Singapore deve essere molto più di una famiglia o di un uomo. Le prove mostrano che una politica dinastica causa un cattivo governo “, ha scritto su Facebook il 30 giugno, ribadendo il grido di protesta del Psp, secondo cui il Pap ha “perso la sua strada”.
Il primo ministro Lee e i suoi due fratelli più piccoli sono alle prese con un conflitto sull’eredità del loro defunto padre. Il giovane Lee nega che le questioni personali con suo fratello maggiore abbiano influenzato la sua decisione di entrare in politica, e anche il premier ha sottolineato che le elezioni riguardano il futuro di Singapore e non la sua disputa familiare.
L’opposizione punta a togliere al partito di governo la maggioranza dei due terzi dei seggi, attraverso la quale può modificare la costituzione
“Lee Hsien Yang sta giocando in modo molto intelligente”, afferma Chong. “Inizialmente molti hanno pensato che probabilmente si sarebbe presentato nel collegio elettorale di suo padre. Non candidandosi in nessun collegio ha la flessibilità necessaria per colpire il Pap da più parti. Questo sarà decisivo per il Psp e penso che sarà un importante aiuto per l’opposizione”.
Anche così, gli analisti politici si aspettano che il partito al potere si assicurerà comodamente il suo quindicesimo mandato consecutivo. In effetti, i partiti di opposizione ammettono che il loro obiettivo non è quello di formare un governo. Puntano a togliere al Pap la maggioranza dei due terzi dei seggi, attraverso la quale può modificare la costituzione.
Le elezioni saranno anche l’introduzione a un cambio della guardia all’interno del Pap, i cui leader dovrebbero passare il timone a un gruppo di politici più giovani, noti come la quarta generazione, o “4G”. Lee, 68 anni, ha annunciato l’intenzione di dimettersi da capo del partito e da primo ministro prima di compiere 70 anni, nel 2022. Heng Swee Keat, 58 anni, vice primo ministro e ministro delle finanze, è il suo successore designato e sarà solo il secondo politico al di fuori della famiglia Lee a guidare la nazione.
Visto da alcuni come un referendum sulla squadra 4G del Pap, un risultato elettorale come quello del 2015 – quando il Pap ha ottenuto quasi il 70 per cento dei voti – sarebbe considerato un trionfo. Ma i leader del Pap, a dire il vero, non credono che sarà un gioco da ragazzi.
L’ombra della recessione
“Definirei questa come l’elezione più significativa dal 1959”, ha dichiarato K. Shanmugam, tesoriere e ministro per gli affari interni del Pap in un’intervista ad Asia Times. “La competizione sarà dura a causa delle preoccupazioni economiche. Le persone sono preoccupate per il lavoro; l’economia è stata duramente colpita”.
Tra la contrazione della crescita e la peggiore recessione della sua storia dopo quasi due mesi di restrizioni per contenere l’epidemia di covid-19, Singapore si trova ad affrontare una grave crisi del mercato del lavoro, con gli economisti che stimano ripercussioni su almeno 45.600 lavoratori, ma anche fino a 200mila.
Shanmugam afferma che finora la massa dei lavoratori si è salvata grazie ai 92,9 miliardi di dollari di Singapore (57,5 miliardi di euro) erogati dal governo in quattro stanziamenti lanciati per sostenere l’economia colpita dalla pandemia. Tuttavia, le previsioni ufficiali prevedono cupamente un calo del prodotto interno lordo, una perdita quest’anno tra il 4 e il 7 per cento.
Secondo il ministro ed ex avvocato civilista la pandemia di coronavirus in corso e il rallentamento economico globale sono due “crisi gemelle” e interconnesse che la città-stato deve affrontare: la situazione, secondo Shanmugam, richiede quindi un governo in grado di guidare il paese attraverso turbolenti venti contrari.
Anche il Partito dei lavoratori (Wp), di centrosinistra, l’unico partito d’opposizione a Singapore con rappresentanti in parlamento da oltre un decennio, ha un piano: riuscire almeno a impedire che il Pap ottenga un “assegno in bianco”, anche se avrà il mandato di governo. Il leader del Wp, il 43enne Pritam Singh, vorrebbe che i partiti d’opposizione conquistassero un terzo dei seggi del parlamento per riuscire a tenere sotto controllo il partito al potere. Ma teme uno scenario in cui tutti i seggi andranno al Pap, presumibilmente a causa delle paure dell’elettorato.
Chan Chun Sing, uno dei leader 4G del partito di governo, ribalta tale argomentazione, sostenendo che una coalizione dei tre maggiori partiti dell’opposizione potrebbe rovesciare il Pap. “Li vediamo come persone che dopo il 10 luglio potrebbero andare al potere”, ha detto Chan in un dibattito televisivo in cui ha invitato gli elettori a esaminare attentamente i programmi dell’opposizione.
Secondo alcuni analisti le dichiarazioni preoccupate del Wp su un possibile annientamento dell’opposizione fanno parte di una tattica, ma non sono del tutto fuori luogo, dato la nota capacità del Pap di sfruttare i timori di una crisi a suo vantaggio politico.
Felix Tan, docente associato presso l’università privata Sim Global Education, concorda. “Il Pap otterrà una schiacciante maggioranza e molto probabilmente vincerà nella maggior parte, se non in tutti, i collegi elettorali. Esiste la forte possibilità di un completo annientamento dell’opposizione, dato che siamo in una recessione economica”, ha detto.
Le modifiche al cosiddetto regime parlamentare non elettorale (Ncmp) entreranno in vigore dopo queste elezioni, garantendo la presenza di un massimo di 12 legislatori dell’opposizione indipendentemente dal risultato delle elezioni: il sistema darà dei seggi ai candidati dell’opposizione che otterranno “le migliori prestazioni”, anche se hanno perso nel loro collegio.
La costituzione di Singapore è stata modificata nel 2016 per ampliare il numero di Ncmp e garantire loro principalmente gli stessi diritti di voto dei legislatori eletti. Ma il sistema è stato oggetto di accesi dibattiti ed è stato criticato dai partiti di opposizione, secondo cui il Pap lo sfrutta per convincere gli elettori che non è necessaria un’opposizione eletta.
“Gli abitanti di Singapore sono maturati politicamente e probabilmente l’opposizione rappresenta visioni più vicine a ciò che la generazione più giovane pensa davvero. A quanto pare, i politici dell’opposizione sono fiduciosi e sono potenzialmente sulla buona strada per mantenere i loro voti, oltre a un paio di collegi elettorali in più rispetto agli attuali”, ritiene Chong.
“Ma se gli elettori basano le loro decisioni sulla paura di una perdita economica, potrebbero dire ‘diamo al Pap il mandato che desidera e di cui ha bisogno’, nella speranza che risolva il problema del lavoro”, ha aggiunto Chong. “Potrebbe sembrare l’unica scelta per molte persone che hanno avuto il salario ridotto o che sono state licenziate”.
(Traduzione di Carlo Genovese)