Ahmed Farah Hassan, 32 anni, non porta più con sé le banconote di scellini che per anni sono stati la moneta corrente nell’economia del suo paese, tormentato dalla guerra. Ha appena fatto il pieno in una stazione di servizio a Mogadiscio, in Somalia, e ha pagato con il telefono.
“Oggi non uso più i contanti, uso il telefono”, dice Hassan, autista di una ong somala che collabora con l’Unicef per aiutare i ragazzi di strada. Il futuro è arrivato nelle strade di Mogadiscio: il contante sta sparendo, le carte di credito non servono e le spese quotidiane si fanno velocemente in digitale.
Il Kenya è tra i primi paesi al mondo nella tecnologia per la valuta digitale, ma spesso si dimentica che in Somalia quella stessa tecnologia sta esercitando un impatto profondo sulla vita della popolazione: il sistema bancario del paese, devastato da anni di conflitti e dissesto economico, è stato affiancato (se non addirittura sostituito) dal denaro elettronico.
La Hormuud Telecommunication, un’azienda somala fondata nel 2002 in un momento di tregua, ha introdotto il mobile banking nel paese quasi sei anni fa. Oggi è una delle tre o quattro aziende in grado di offrire bonifici via telefono in Somalia, dove 51 persone su 100 hanno un contratto di telefonia mobile e quasi il 40 per cento degli adulti usa pagamenti digitali, secondo i dati della Banca mondiale del 2014.
Un nuovo modo di fare affari
Vent’anni di guerra civile e terrorismo hanno trasformato la Somalia in un paese fragile dal punto di vista economico, e per questo è stata definita spesso come il malato dell’Africa.
Tuttavia, negli ultimi anni il paese ha raggiunto una parvenza di stabilità, e nella capitale, Mogadiscio, fervono le attività. Lungo le vie del centro spuntano i negozi e le persone usano il telefono per fare la spesa, per pagare i lustrascarpe, per comprare arance sulle bancarelle o tazze di tè al latte nei bar all’aperto, e perfino per comprare le foglie di qāt, un’erba dall’effetto eccitante.
Il sistema bancario del paese è limitato e portarsi dietro il contante è pericoloso
Nel 2010 il gruppo terrorista islamico Al Shabaab ha dichiarato fuori legge il mobile banking sul territorio sotto il suo controllo, sostenendo che poteva servire a finanziare il governo federale di transizione, impegnato a preparare la strada a quello attuale, riconosciuto a livello internazionale.
Nel 2011, la Hormuud ha rottamato il suo vecchio sistema per passare al servizio Evc plus, il contante elettronico virtuale. Gratuito e facile da usare – anche in un paese di 12,3 milioni di persone ritenuto fino a poco tempo fa uno stato fallito – adesso ha più di due milioni e mezzo di utenti, secondo l’azienda.
Ahmed Mohamed Yusuf, amministratore delegato della Hormuud, racconta che il decollo del mobile banking è merito della diaspora somala, che manda soldi nel paese per un importo totale stimato in 1,6 miliardi di dollari all’anno. Tanto per avere un ordine di grandezza, nel 2014 il pil della Somalia ammontava a 5,7 miliardi di dollari, secondo la Banca mondiale.
Negli ultimi anni, la mancanza di attività bancaria nel paese e i timori di continui disordini hanno fatto del mobile banking un servizio fondamentale per la ricostruzione della Somalia. La Hormuud gestisce il contante e in pratica funziona come una banca.
“Il servizio ha fatto presa perché il sistema bancario nel paese è molto limitato”, ha detto Yusuf. “E anche perché è pericoloso portarsi dietro il contante, vista l’instabilità politica e la ripresa appena agli inizi”.
La Hormuud ha progettato il software per Evc plus insieme alla keniana Safaricom, partner della multinazionale britannica Vodafone. Evc plus funziona come il servizio di trasferimento di denaro M-Pesa di Safaricom, che ha reso accessibili i servizi bancari a milioni di persone da quando è stato introdotto nel 2007.
A differenza di M-Pesa, però, che lavora in valuta locale, il sistema della Hormuud usa dollari americani, la valuta commerciale preferita nel paese, anche se lo scellino somalo è ancora in circolazione. Le persone possono trasferire fino a tremila dollari al giorno in tutta la Somalia centrale e meridionale. Un successo simile ha avuto la piattaforma per cellulari Zaad, lanciata nel 2009 dall’azienda di comunicazioni Telesom nel Somaliland, la regione settentrionale che si è proclamata indipendente.
Chi vuole le mie collanine deve pagarle con il telefono. Non accetto contante dai clienti
Grazie a Evc plus gli utenti possono ricaricare il proprio telefono o quello dei familiari, pagare le bollette di acqua ed elettricità e fare bonifici. Il servizio è predisposto per consentire pagamenti in automatico, impostare promemoria via sms e avere resoconti finanziari in assenza di una connessione internet.
Quasi ogni commerciante di Mogadiscio accetta pagamenti con questo sistema, anche i venditori ambulanti.
“Non è sicuro portarsi il contante qui”, ha detto Dhublawe Ibrahim Aden, 25 anni, un venditore ambulante di scarpe e vestiti. “Chi vuole le mie ciabatte e le mie collanine, deve pagarle con il mio telefono. Non accetto contante dai clienti”.
Il servizio presenta ancora dei rischi: nel 2014 Al Shabaab ha minacciato le aziende che adottano questa tecnologia, e Oxfam sostiene che le piattaforme potrebbero trarre vantaggio da una maggiore regolamentazione e preparazione, perché così si allontanerebbero i sospetti che siano utilizzate per foraggiare i gruppi terroristi.
Ma non c’è dubbio che il servizio sia stato essenziale per un’economia in difficoltà, ha dichiarato Halima Aden del Somali economic forum, un’organizzazione indipendente che sostiene lo sviluppo economico e finanziario del paese.
“Le persone fanno affari senza paura di perdere i loro soldi per colpa di terroristi o truffatori”, ha detto Aden. “Il settore delle telecomunicazioni è cresciuto rapidamente in tutto il paese, alimentato da una grande concorrenza tra le varie aziende presenti”.
(Traduzione di Alessandro De Lachenal)
Questo articolo è uscito su Quartz.
This article was originally published in Quartz. Click here to view the original. © 2015. All rights reserved. Distributed by Tribune Content Agency.
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it