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Lo sdoppiamento di personalità di Syriza

Manifestanti del sindacato Fronte militante dei lavoratori (Pame) durante il corteo ad Atene, in Grecia. (Yannis Behrakis, Reuters/Contrasto)

Lo sdoppiamento di personalità dei leader e dei militanti di Syriza, il partito al governo in Grecia, richiede un approccio politico, e anche psicoanalitico, che va oltre ogni limite.

Lo sciopero di oggi in tutta la Grecia è stato convocato dai sindacati che hanno chiesto ai lavoratori di protestare perché “il governo, non adempiendo ai suoi impegni elettorali, continua a mettere in pratica politiche repressive di austerità, di povertà e d’indigenza, applicando di fatto un nuovo Memorandum a condizioni insostenibili”.

Tuttavia anche il dipartimento del lavoro di Syriza ha invitato i lavoratori a prendere parte a questa mobilitazione perché “le lotte contro le politiche neoliberiste continuano ancora più di prima”.

Lo scenario è quello di un governo che non si assume la responsabilità delle decisioni che prende

Siamo alla paranoia politica. Perché, correggeteci se sbagliamo, queste politiche le sta portando avanti un governo composto dai più alti dirigenti del partito, che oggi le contesta.

Lo scenario è quello ben noto a cui abbiamo assistito più volte, quello cioè di un governo che non si assume la responsabilità delle decisioni che prende, e che attribuisce la colpa di quello che fa ai governi stranieri che lo costringono a seguire questa politica. In poche parole, secondo i vertici di Syriza, il premier e i suoi ministri sono guidati dai ricatti che subiscono e accettano.

Qualcuno deve ricordare ai vertici del partito di governo che in politica l’assurdità conduce dritta dritta al ridicolo. O il governo si mette al servizio dell’interesse nazionale, come sostiene il premier attuando l’accordo con gli europei, oppure a ogni ricatto risponde, assumendo posizioni arrendevoli e fataliste.

Questi continui voltafaccia non portano da nessuna parte, se non a svilire la politica e i politici. È giunto il momento che Syriza e i suoi vertici decidano da che parte stare: o governano in maniera responsabile, oppure rimarranno un partito di protesta.

(Traduzione di Antonio Frate)

Questo articolo è stato pubblicato per la prima volta su To Vima. Clicca qui per vedere l’originale.

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