‘O post mio
Francesca Leonardi, Postcart
Documentare o intervenire? È la domanda che la fotografa Francesca Leonardi si è posta più volte seguendo per otto anni la vita di Claudia e delle sue due figlie nel Villaggio Coppola, una cittadella costruita abusivamente negli anni sessanta sul litorale domizio, vicino Napoli. Claudia abita in una casa occupata del Parco Saraceno, la zona più degradata del Villaggio. Abbandonata da piccolissima e cresciuta da una nonna dura e violenta, a 14 anni si ritrova in una comunità per minori a rischio. Qualche anno più tardi conosce il padre delle sue due figlie, che finisce presto in carcere. La vita quotidiana di Claudia s’intreccia con quella del luogo: “Quando mi raccontò la sua storia”, scrive Leonardi, “capii che, attraverso di lei, avevo l’opportunità di raccontare il modo in cui un territorio può determinare la vita di una persona”. Il risultato di questa lunga immersione è un oggetto da collezione: un libro non troppo grande, quasi fosse un diario, impreziosito da un titolo d’oro su una copertina in tela rossa, con rilegatura a brossura svizzera, che permette di aprire le pagine in piano e apprezzare al meglio ogni fotografia. E lasciarsi avvolgere dall’empatia con cui Leonardi ha saputo raccontare la forza e l’umanità di Claudia.
Elena Boille

Loving: una storia fotografica
A cura di Hugh Nini e Neal Treadwell, 5 continents editions
Per vent’anni una coppia di collezionisti texani, Hugh Nini e Neal Treadwell, ha raccolto più di 2.500 fotografie scattate tra il 1850 e il 1950 che ritraggono coppie di uomini apparentemente innamorati, in un’epoca in cui le relazioni sentimentali tra uomini non erano consentite. Ora, trecento di queste foto sono state raccolte in un libro sorprendente che permette al lettore di entrare nell’intimità sensuale di queste coppie. Ma come si fa a capire da una fotografia se due persone sono innamorate? Il segreto è nello sguardo.
Elena Boille

Mélaina Cholé. (Cristiano Volk, Yoffy Press)

Mélaina Cholé
Cristiano Volk, Yoffy Press
Cristiano Volk è nato a Trieste nel 1987 e vive a Staranzano, un comune di settemila abitanti e poco più, in provincia di Gorizia. A febbraio ha pubblicato questo libro ispirato dalla teoria umorale di Ippocrate. Secondo il medico e filosofo greco, il funzionamento del nostro corpo dipende dall’equilibrio di quattro “umori”: sangue, bile gialla, bile nera e flegma. Per la sua ricerca fotografica Volk si concentra sull’eccesso di bile nera che, sempre secondo Ippocrate, sarebbe la causa della malinconia e in forma più grave, della depressione. A tutta pagina, senza interruzioni, il libro alterna corpi, paesaggi, cellule, nuvole, viste come fenomeni scientifici che si legano e interagiscono nell’universo. Mélaina Cholé procede per metafore, costruendo una visione personale di come la malinconia si diffonde nella nostra psiche. Un tempismo perfetto per uno degli anni più tristi della storia recente.
– Giovanna D’Ascenzi

The adventures of Guille and Belinda and the illusion of an everlasting summer
Alessandra Sanguinetti, Mack
La fotografa newyorchese cresciuta in Argentina continua a raccontare la vita di Belinda e Guille, due cugine che abitano nella campagna intorno a Buenos Aires. Il progetto era cominciato con il libro sulla loro infanzia, The adventures of Guille and Belinda and the enigmatic meaning of their dreams, che sarà ristampato sempre da Mack nel 2021. Questo nuovo capitolo copre un arco di dieci anni, dall’adolescenza ai vent’anni, un periodo in cui hanno smesso di giocare, si sono innamorate e sono diventate madri. Sanguinetti riesce a cogliere il passaggio del tempo, che traghetta il rapporto di Belinda e Guille nell’età adulta.
– Giovanna D’Ascenzi

Weegee’s naked city. (Weegee, Damiani)

Weegee’s naked city
Weegee, Damiani
Una nuova edizione del libro uscito per la prima nel 1945 e che racchiude l’essenza di Usher Fellig, vero nome di Weegee. Arrivato nel 1910 dall’Ucraina a Ellis Island, negli anni trenta e quaranta racconta con un bianco e nero spietato le notti di New York, che prendono vita tra scene del crimine, locali, feste dell’alta società, prostitute e outsider. Le sue foto sono pubblicate sui giornali più popolari e fanno parte dell’immaginario noir che caratterizza quest’epoca. Un volume che restituisce il giusto peso a un autore che in vita non è mai stato apprezzato dal mondo dell’arte.
– Giovanna D’Ascenzi

Il corpo del capitano. ( Luca Santese e Marco P. Valli, Cesura publish)

Il corpo del capitano
Luca Santese e Marco P. Valli, Cesura publish
Quando un politico si autorappresenta costantemente e usa la sua immagine come strumento di propaganda attraverso la pubblicazione sui suoi canali social di migliaia di selfie, quale può essere il ruolo del fotografo? È possibile continuare a raccontare visivamente i politici oggi, senza che le fotografie siano fagocitate dalla micidiale macchina propagandistica? Matteo Salvini produce continuamente fotografie in cui espone se stesso, la sua quotidianità e il suo corpo rappresentandosi come “uomo del popolo”. I fotografi Luca Santese e Marco P. Valli rispondono alla macchina salviniana con un libro dedicato al “corpo del capitano”. Esasperando il lato grottesco e ripetitivo della comunicazione e della presenza fisica dell’ex ministro dell’interno, lo trasformano in una maschera, svelando la realtà.
Maysa Moroni

The parameters of our cage
C. Fausto Cabrera & Alec Soth, Mack
Una delle gabbie a cui si riferisce il titolo del libro è quella di Fausto C. Cabrera, scrittore e artista detenuto nel carcere di Rush City, in Minnesota, dal 2003. A gennaio del 2020 ha scritto una lettera a Alec Soth, in cui gli ha chiesto di parlare di fotografia e del suo modo di lavorare. È l’inizio di uno scambio epistolare che va avanti per nove mesi, dove quella gabbia si trasforma, si moltiplica, fino a coinvolgere tutti, anche a causa dello scoppio della pandemia di covid-19. I limiti di una cella diventano il perno da cui parte il dialogo, sempre più intimo, su giustizia, libertà, famiglia, diritti civili, ma anche immaginazione, arte e futuro. Il volume fa parte di Discourse, una nuova collana di piccoli libri da leggere inaugurata da Mack nel 2020.
Rosy Santella

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Some of you killed Luisa
Valeria Cherchi, The Eriskay connection, a cura di Federica Chiocchetti (Photocaptionist)
Luisa Manfredi era una ragazza di quattordici anni di un piccolo paese della Barbagia, in Sardegna. Nel 2003 è stata uccisa a colpi di arma da fuoco sul balcone del suo appartamento e nessuno è mai stato accusato o condannato per il suo omicidio. Come può l’arte raccontare storie avvolte dal mistero? Valeria Cherchi in questo libro, che ha le dimensioni e lo stile di un diario, lo fa mescolando foto, testimonianze raccolte in anni di ricerca sul campo, immagini d’archivio e screenshot di videoregistrazioni, per indagare il fenomeno dei rapimenti avvenuti in Sardegna tra gli anni sessanta e gli anni novanta. Una lettura intensa e immersiva, guidata dalla voce di Cherchi: “Le immagini possono incuriosire e guidarci verso una riflessione. La scrittura invece, rappresenta l’approfondimento, la rottura del silenzio”.
Rosy Santella

Scelti da Christian Caujolle

Une histoire mondiale des femmes photographes
Luce Lebart et Marie Robert, Editions Textuel
Con 450 immagini e 300 autrici, un’autentica raccolta che rende finalmente merito alle protagoniste della storie della fotografia. Una grande diversità, sia nel tempo sia nella geografia, di conferme e rivelazioni. E si annuncia già un secondo volume. Nel frattempo, si può apprezzare il cofanetto di tre volumi Femme photographes (Acted Sud, numeri 161, 162 e 163), una selezione di donne fotografe scelte da Sarah Moon e Clara Bouveresse.

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Virus
Antoine d’Agata, Studio Vortex
Un enorme volume dedicato alla visione della pandemia durante due mesi di lavoro, in cui D’Agata mette in discussione le possibilità e i limiti della fotografia, tra estetica e documentazione. La prima edizione è stata stampata in 550 copie in francese e 350 in inglese, di cui 50 esemplari contengono una stampa originale.

L’odeur de la nuit était celle du jasmin
Flore, Maison Cf, Galerie Clémentine de la Ferronière
Un viaggio vibrante, sensibile ed emotivo sulle tracce dell’infanzia indocinese di Marguerite Duras. Una pratica letteraria della fotografia che è come una musica a fine giornata: con le sue calde atmosfere, le luci filtrate, le vibrazioni permanenti. Un oggetto molto bello in formato verticale, con una rilegatura giapponese che riecheggia i modelli dei libri asiatici, realizzato con estrema cura.

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Issei Suda, Chose Commune
Un’opera sorprendente e sensibile di uno dei grandi maestri della fotografia giapponese, morto durante la preparazione di questo volume, che raccoglie esclusivamente opere inedite del periodo 1971-1983. Sempre in bianco e nero e in formato quadrato, le immagini testimoniano in modo poetico l’attenzione alla realtà, ai dettagli, alle piccole cose che diventano supporti per l’immaginazione, per i sogni, ma che restano fortemente ancorate in una forma unica di documentazione.

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