Se si voleva della musica, ad agosto a Edimburgo non c’era solo [Wagner][1]: tra i miliardi di spettacoli del [Fringe][2] c’era anche [Tubular Bells for two][3].

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È quello che sembra: due australiani pazzi che suonano tutto il megapezzo prog ossessivo delirante di Mike Oldfield da soli, con una ventina di strumenti. Come sottolinea lo slogan promozionale: “One album, two men, too many instruments”. Ahahah! 

Sulla carta è divertentissimo, ma ogni volta che lo racconto a qualcuno, aggiungendo tipo “peccato che non ci sono andato”, ricevo sguardi pieni di allarme e compassione, con commenti che suppergiù sono tutti del genere “Tubular Bells? Tutto? Piuttosto vendo mia sorella ai turcomanni”.

Vabè. Secondo me era divertente. Se ricapita in questo emisfero, o se passo da Sydney nel momento giusto, ci vado.

Alberto Notarbartolo è un giornalista di Internazionale molto appassionato di musica e dischi.

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