“I due maestri del nord rappresentati in questo disco, anche se uniti da un peculiare e imperituro tipo di conservatorismo inglese, non sono fatti della stessa pasta. Condividono l’idioma ma non lo spirito. Gibbons è un introspettivo Gustav Mahler mentre Byrd è un più esuberante Richard Strauss. Forse è per questo che Gibbons, anche se era un virtuoso famoso tra i suoi colleghi, non dà mai il meglio di sé nella musica strumentale. Invece Byrd ha creato musica vocale ineguagliabile, ma è anche il santo patrono della scrittura per tastiera”.
Questo è un estratto delle note di copertina che Glenn Gould scrisse per un album in cui eseguiva musiche di William Byrd e Orlando Gibbons, due autori centrali per la musica dell’età elisabettiana. Gibbons, disse molte volte il pianista canadese, era il suo compositore preferito.
Sono pezzi scritti per clavicembalo o per virginale, ma per fortuna oggi capita di sentirli suonare anche con il pianoforte. Se così non fosse, per dire solo uno dei problemi, non li ascolteremmo mai in concerto: il volume di suono di un virginale è appena sufficiente per riempire una stanza.
Glenn Gould debuttò in disco nel 1955 con le Variazioni Goldberg di Johann Sebastian Bach e diventò istantaneamente una grande star. Eccentrico come persona e come interprete, rinunciò presto a esibirsi dal vivo, limitando per anni la sua attività alla produzione di dischi, spesso con un repertorio sorprendente. Morì nel 1982.
Io non lo amo in modo particolare. Comprai comunque questo album negli anni novanta quando lo trovai usato, e mi aprì un mondo meraviglioso che ignoravo del tutto.
Se v’innamorate anche voi di questa musica elegantissima e concisa, e volete scoprire come suona con gli strumenti per i quali è stata scritta, potete fare come me e comprarvi un’antologia di Byrd del sempre necessario Gustav Leonhardt (Alpha 2005). O addirittura la Complete keyboard music di Byrd nell’esecuzione di Davitt Moroney (Hyperion 1999, 7 cd).
Intanto ecco delle musiche da camera che sono veramente da camera.
A consort of musicke bye William Byrde and Orlando Gibbons
Glenn Gould, pianoforte
Sony Classical, 1968
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