Se andate un po’ regolarmente a sentire concerti dei pianisti, vi sarà capitato spesso d’incontrare giovani leoni della tastiera che propongono la trascrizione di tre movimenti di Petruška di Igor Stravinskij per piano solo, che lo stesso compositore aveva preparato nel 1921 per Arthur Rubinstein. È un pezzo di difficoltà trascendentale e dalla grandissima resa spettacolare.

Da una decina d’anni s’incontra con più frequenza un’altra trascrizione da un balletto di Stravinskij: è quella dei tre movimenti finali dell’Uccello di fuoco, che fu scritta da Guido Agosti nel 1928. Agosti aveva una formazione da grande virtuoso, ma fu soprattutto un apprezzato docente. Il suo Uccello di fuoco è impressionante e con un pianista all’altezza delle sue impervie pagine funziona benissimo. Il primo a farmelo ascoltare fu Daniil Trifonov nel 2012, quando non era ancora una grande star.

Poi è arrivata Beatrice Rana, giovanissima pianista pugliese che si sta imponendo sulla scena mondiale per le sue enormi qualità e anche per un repertorio non ovvio e sempre intelligente. Nel suo ultimo album ha accoppiato tutt’e due le trascrizioni stravinskiane. Sono speciali: al di là delle qualità tecniche della pianista, sfolgoranti, è la ricchezza dei colori e delle sfumature che stupisce, soprattutto per chi è abituato a sentire questi pezzi (in particolare Petruška) suonati come se fossero mortaretti che scoppiano dopo la vittoria in qualche concorso. Qui c’è tanto teatro.

Stravinskij: L’uccello di fuoco (trascrizione di Guido Agosti)
Stravinskij: Tre movimenti da Petruška (trascrizione di Igor Stravinskij)
Beatrice Rana, pianoforte
Warner Classics, 2019

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