Deron Williams (in maglia bianca) durante la prima partita tra Chicago Bulls e Brooklyn Nets.
Il primo turno dei playoff Nba è entrato nella fase finale. Due serie sono già finite (Miami-Milwaukee e San Antonio-Lakers), alcune sono già decise (come Oklahoma-Houston) e altre sono ancora in bilico (come Chicago-Brooklyn, Denver-Golden State e Los Angeles Clippers-Memphis, che non a caso sono anche le più belle da vedere).
È tempo di fare i primi bilanci. Sull’andamento delle serie ma anche su quello dei pronostici che ho fatto insieme ad Andrea Sparacino all’inizio dei playoff. Se non l’avete letta, [qui][1] trovate la prima puntata.
Alcune considerazioni sparse.
Squadre sottovalutate. Cominciamo dalle note dolenti: i Los Angeles Clippers e i Denver Nuggets. Avevamo previsto che battessero i Memphis Grizzlies e i Golden State Warriors. Attualmente entrambe le serie sono sul 3 a 2 per le due squadre sfavorite, che giocheranno gara 6 in casa (rispettivamente il 2 e il 3 maggio), quindi hanno buone possibilità di passare il turno, ribaltando i pronostici – non solo il nostro – e di smentire la classifica della stagione regolare. Io avevo addirittura pronosticato due vittorie agevoli, 4 a 1 per i Clippers e 4 a 2 per i Nuggets. Ho toppato di brutto. Meglio Andrea, che aveva previsto un doppio 4 a 3 e quindi il suo pronostico è ancora realizzabile. Al di là di come andrà a finire, i Grizzlies e i Warriors sono più forti di quanto pensassimo.
Come mi ha scritto Andrea qualche giorno fa, “Los Angeles ha più talento di Memphis, ma Lionel Hollins è molto più bravo come allenatore di Vinny del Negro”, e alla lunga la differenza di organizzazione e solidità tra le due squadre sta venendo fuori. Quanto a Denver, George Karl pensava che per vincere la serie bastasse correre in attacco e fermare Steph Curry in difesa. Invece i Warriors hanno dimostrato di sapere andare ancora più veloci e di avere altre armi per segnare, a cominciare da Harrison Barnes e Jarrett Jack, la vera sorpresa della serie.
Il tracollo dei Lakers Che uscissero contro gli Spurs si sapeva, e ci stava anche che perdessero 4 a 0, ma non che mollassero così senza mai nemmeno provarci. Gli infortuni di Steve Blake e Jodie Meeks non hanno aiutato, ma i problemi della squadra cominciano dall’altro. Più che il declino di una squadra di basket sembra il crollo di una società. Per questo si parla di un ritorno dell’eterno salvatore della patria Phil Jackson, e addirittura si dice che la famiglia Buss potrebbe cedere la squadra. Una scelta sensata, secondo me, e gli acquirenti non mancherebbero di certo.
Ah, quasi dimenticavo di riportare il commento di Andrea sulla serie: “Ti prego, scrivi quello che vuoi ma non nominare Tracy McGrady…”. Non lo farò, per amicizia.
La forza tranquilla di Miami Almeno su questo c’ho preso. Gli Heat hanno scherzato con Milwaukee e vinto 4 a 0. Hanno trasmesso una sensazione di forsa impressionante, giocando sì e no al 60 per cento delle loro possibilità. La butto là: Miami potrebbe per lo meno eguagliare il record di vittorie/sconfitte nella storia dei playoff Nba, che attualmente appartiene ai [Los Angeles Lakers][2], che nel 2001 vinsero 15 partite su 16.
L’orgoglio dei Bulls Andrea, che aveva pronosticato un 4 a 2 per i Brooklyn Nets, mi scrive: “A questo punto non so che pensare: o quelli dei Nets sono diventati tutti brocchi o Tom Thibodeau di Chicago è il miglior allenatore del mondo per distacco”. Forse entrambe le cose: i Nets hanno molto più talento e hanno dimostrato di saper attaccare la forte difesa dei Bulls. Però non hanno la decisione giusta per chiudere le partite. Chicago è una squadra di gregari che sanno esattamente cosa fare nel momento decisivo. Comunque, come ha dimostrato l’incredibile [gara 4][3], può succedere ancora di tutto. I Bulls hanno un match point in casa, il 2 maggio, ma non mi sorprenderei se Brooklyn la vincesse e andasse a giocarsi la partita decisiva in casa. Quindi aspetto a cantare vittoria su Andrea, che aveva previsto la vittoria dei Nets.
Poco da dire sui New York Knicks, che conducono abbastanza agevolmente la serie contro i Boston Celtics, e che molto prevedibilmente stanotte 1 maggio chiuderanno i conti al Madison Square Garden. E poco da dire su Indiana Pacers-Atlanta Hawks (in questo momento sono sul 2 a 2), che come forse avrete capito stiamo volutamente ignorando.
Chiudo con una considerazione amara: io e Andrea Sparacino portiamo iella. Nel post inaugurale abbiamo riempito di elogi Andre Iguodala, George Karl, David West e perfino Brandon Jennings (sempre per amicizia, tengo fuori Tracy McGrady). Degli errori di Karl abbiamo detto. Iguodala, a parte l’ottima gara 5, sta giocando molto al di sotto delle sue possibilità. Lo stesso vale per West, mentre Jennings, per cui avevo speso belle parole neanche fosse Isiah Thomas, nell’ultima partita ha fatto un assist e ha segnato 3 punti con 1 su 7 al tiro. Che dire, forse siamo semplicemente meno svegli e preparati di quanto pensassimo.
Quasi dimenticavo: Andrea vuole assolutamente dire la sua sugli Oklahoma City Thunder, giusto per far indignare un’altro po’ i tifosi della squadra di Kevin Durant e Russell Westbrook (ah, sembra che abbiamo portato fortuna pure a lui: menisco rotto e forse stagione finita):
Come prevedibile sei stato vittima dei fanboy di Kevin Durant. Se permetti voglio dire la mia: non so se Durant è sopravvalutato (i numeri sono dalla sua parte), ma di sicuro è una cosa brutta da vedere. C’è qualcosa di ripugnante nel modo in cui si muove e gioca. E poi gli regalano i tiri liberi e ha pure un bel po’ di fortuna (l’ultima l’ha vinta [così][4]). Ecco, l’ho detto. Ora se la prenderanno pure con me (ero invidioso).
Il sito dell’Nba ha pubblicato la top ten dei tiri impossibili della stagione. Da vedere, ce ne sono alcuni notevoli. Danilo Gallinari al numero 2.
Alessio Marchionna lavora a Internazionale dal 2009. Editor delle pagine delle inchieste, dei ritratti e dell’oroscopo. È su twitter: @alessiomarchio
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