Ieri ho lasciato Città del Messico per raggiungere San Salvador, dove seguirò il festival di giornalismo del Faro, il giornale online fondato da Carlos Dada.
Quest’anno il sito d’informazione salvadoregno, che è probabilmente la principale fonte di giornalismo investigativo di tutta l’America Latina, compie 15 anni. Quindi il programma è molto ricco.
Il festival è cominciato il 13 maggio con un incontro su giornalismo e letteratura con il direttore di Etiqueta Negra Julio Villanueva Chang, lo scrittore e giornalista Francisco Goldman e lo scrittore guatemalteco Rodrigo Rey Rosa.
Continuerà nel pomeriggio del 14 con due panel molto interessanti: il primo riguarda la tregua tra le maras nel Salvador e la situazione sociale e politica nel paese, nel secondo si discuterà della possibilità di legalizzare l’uso di alcune droghe in Centroamerica, dopo la proposta lanciata lo scorso anno dal presidente del Guatemala Otto Pérez Molina.
Il festival continuerà fino al 18 maggio, e ospiterà interventi di giornalisti di diversa provenienza, tra cui anche molti nomi familiari ai lettori di Internazionale, come Jon Lee Anderson, Diego Enrique Osorno e Mario Jursich.
A parte il festival, i miei obiettivi irrinunciabili per i prossimi giorni sono tre. Il primo è ingozzarmi di pupusas, il piatto tipico locale (il tassista che mi ha accompagnato dall’aeroporto al centro della città si è tanto raccomandato). Il secondo è visitare il vulcano che domina la città, il Quetzaltepec, o semplicemente vulcano di San Salvador.
Il terzo è visitare la cattedrale metropolitana, dove si trova la tomba di Óscar Romero, l’arcivescovo di San Salvador ucciso dall’esercito il 24 marzo del 1980, all’inizio di una delle guerre civili più sanguinose della storia dell’America Latina.
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