Kawhi Leonard durante gara 3 delle finali Nba, l’11 giugno 2013 (Mike Ehrmann, Reuters/Contrasto).
Stanotte si è giocata gara 3 delle finali Nba. I Miami Heat, i campioni in carica, si sono beccati una lezione di pallacanestro su entrambi i lati del campo. È finita 113 a 77. Gli Spurs hanno tirato con il 50 per cento da tre punti ([18 su 32][1], un record per una partita delle finali), hanno preso 52 rimbalzi contro i 36 degli Heat e hanno portato quattro giocatori in doppia cifra, tra cui Gary Neal e Danny Green, rispettivamente 24 e 27 punti, le vere sorprese della partita.
Le cinque migliori giocate di gara 3
Ora gli Spurs sono in vantaggio per 2 a 1 nella serie. Più che Tony Parker (che ha vinto gara 1 con [questo][2] tiro pazzesco) o Green e Neal per le triple di gara 3, coach Gregg Popovich deve ringraziare soprattutto Kawhi Leonard. Ala piccola dall’università di San Diego, 22 anni non ancora compiuti (è nato il 29 giugno del 1991!), intelligenza cestistica sopra la media - soprattutto in difesa -, braccia lunghissime, grande abnegazione, Leonard sta facendo un lavoro incredibile per limitare LeBron James.
Dopo tre serie di playoff in cui è stato straripante e inarrestabile, la stella dei Miami Heat sta giocando delle finali decisamente sotto gli standard dal punto di vista offensivo.
I [numeri][3] del numero 6 sono abbastanza sorprendenti:
Nelle serie contro Milwaukee, Chicago e Indiana, James aveva realizzato rispettivamente 24.5, 23,6 e 29 punti di media a partita. Contro San Antonio, dopo tre partite, è a 16.7.
In gara 3 LeBron ha segnato solo 15 punti, con 7 su 21 al tiro. In generale nella serie sta tirando con il 38.9 per cento da 2 punti e il 23 per cento da 3. Contro Indiana (il primo vero scoglio sulla strada per le finali e quindi unico avversario paragonabile agli Spurs) le percentuali erano rispettivamente 51 e 44. Un calo drastico che ha diverse spiegazioni, tra cui, appunto, la difesa di Leonard.
Ma non è solo una questione di quanti punti segna: in gara 3 LeBron non ha tirato nemmeno un tiro libero, una cosa parecchio insolita (non gli succedeva dal 2009) per un giocatore che gioca sempre più vicino al canestro e che spesso può essere fermato solo con un fallo.
LeBron James, in pratica, non sta solo tirando peggio del solito, sta anche tirando meno. Soprattutto, sta tirando meno da vicino, accontentandosi di più tiri da fuori. Ovviamente non è tutto merito di Kawhi Leonard. James sta sbagliando dei tiri che generalmente segna. E sta continuando comunque a creare gioco: ha fatto tante giocate per far segnare i compagni, che finora hanno sbagliato più tiri del solito, soprattutto in gara 1 e 3. E non bisogna dimenticare che in gara 2 James ha guidato gli Heat a una vittoria netta pur segnando “solo” 17 punti.
Ma è evidente che Leonard gli sta dando più fastidio di quanto gliene abbia dato chiunque negli ultimi anni. Questo soprattutto perché il giocatore degli Spurs si accoppia bene con lui: è un po’ più basso ma riesce a colmare la distanza con le sue braccia lunghissime, ha i muscoli e il peso per non farsi spazzare via, gambe veloci come quelle di una guardia, grande intuito per recuperare palloni e ha un’ottima tecnica difensiva.
Gli highlights di Kawhi Leonard in gara 3 delle finali Nba
L’erede di Pippen?
Probabilmente Leonard è il giocatore attualmente in circolazione che ricorda di più [Scottie Pippen][4], la mitica ala piccola dei Chicago Bulls che negli anni novanta vinse 6 titoli insieme a Michael Jordan. Pippen è stato uno dei migliori difensori della storia del basket Nba, forse il secondo dopo Bill Russell. Leonard è un po’ più basso di lui e meno forte in attacco, ma in difesa ha lo stesso istinto e la stessa incredibile capacità di dettare i tempi alla squadra.
Detto questo, non credo che LeBron James continuerà a giocare così (la prossima partita si gioca la notte del 13 giugno, sempre a San Antonio). Attaccherà di più il canestro, segnerà più punti e tirerà più tiri liberi. Ma senza dubbio le possibilità di vittoria degli Spurs dipendono dalla capacità di Leonard di tenere James su basse percentuali e di disturbarlo quando ha la palla in mano.
Una curiosità: i punti di scarto con cui gli Spurs hanno vinto gara 3 non sono un record per le finali Nba. Nel 1998, sempre in gara 3, i Chicago Bulls umiliarono gli Utah Jazz di John Stockton e Karl Malone, 96 a 54 (sotto trovate il video). Fu la più grande batosta della storia delle finali. I Jazz comunque rialzarono la testa: dopo aver perso anche gara 4, vinsero la quinta partita sul campo dei Bulls, e andarono vicinissimi a vincere gara 6 per portare la serie alla bella. Poi Michael Jordan giocò il minuto più incredibile ed entusiasmante della storia del basket, forse della storia dello sport, ma mi sa che la nostalgia mi sta portando fuori tema. Magari ci ritorniamo tra un po’.
Alessio Marchionna lavora a Internazionale dal 2009. Editor delle pagine delle inchieste, dei ritratti e dell’oroscopo. È su twitter: @alessiomarchio
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