Una certa sinistra ha una visione romantica di come viene governata Gaza, ma i poliziotti di Hamas insultano e picchiano, scrive Amira Hass.

“Vorrei che tutti quelli di sinistra fossero qui per vedere quello che fanno i poliziotti di Hamas”, ha pensato la mia amica, spaventata e furiosa, mentre assisteva al pestaggio di alcuni suoi compagni del Fronte popolare per la liberazione della Palestina (Fplp).

Una certa sinistra ha una visione romantica di come viene governata Gaza. L’Fplp protestava contro la crisi elettrica che colpisce la Striscia: le interruzioni di corrente durano in media più di otto ore al giorno e a volte anche dodici.

A novembre l’Unione europea ha smesso di finanziare l’acquisto di carburante (importato da Israele) e la spesa è ricaduta sull’Autorità Nazionale Palestinese (Anp). Questa spesa si somma a quella per l’acquisto dell’elettricità che l’Anp compra da Israele. La compagnia di distribuzione dell’elettricità di Gaza, controllata dal governo di Hamas, dovrebbe inviare a Ramallah i soldi raccolti per il pagamento della corrente. Il governo di Ramallah accusa Hamas di intascare una parte dei soldi. Hamas nega e accusa Ramallah di privare dell’elettricità gli abitanti della Striscia. L’Fplp accusa entrambi di strumentalizzare la sofferenza dei palestinesi per farsi la guerra.

Durante la manifestazione nella piazza del Milite ignoto a Gaza le militanti dell’Fplp sono state insultate dai poliziotti: sono state chiamate “puttane”, come al solito, e “marxiste”.

I termini marxista e comunista, alla pari di ateo, sono usati per indicare le persone che non credono nella creazione divina. E sono considerati un insulto.

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