Durante la mia assenza da casa ho avuto notizia di due arresti. Il primo è quello di Walid Hassayin, fermato il 31 ottobre a Qalqilya dal servizio d’intelligence dell’Autorità Palestinese. Il secondo è quello di Mustafa al Ghoul, fermato dalla polizia di Gaza il 5 dicembre.
Hassayin è stato arrestato in un internet café dopo aver criticato l’islam in un blog. Secondo Human rights watch, il provvedimento è stato firmato dal procuratore generale militare, che si era sentito offeso dalle sue affermazioni. Ma fonti ufficiali hanno riferito al New York Times che l’arresto è stato ordinato per proteggere Hassayin dalla rabbia della popolazione. A quanto pare questa rabbia non è un’invenzione.
Al Ghoul è stato fermato dalla polizia di Hamas dopo aver partecipato a un sit-in di protesta contro la chiusura dell’associazione giovanile Sharek. Il gruppo è stato messo al bando dopo dieci mesi di intimidazioni. Gli attacchi erano cominciati dopo la pubblicazione di un rapporto sulle condizioni dei giovani palestinesi. All’inizio del 2010 era stata chiusa la sede dell’associazione a Rafah. A maggio alcuni uomini avevano incendiato il campo estivo gestito da Sharek con il sostegno delle Nazioni Unite.
La troupe di Al Jazeera non è stata autorizzata a seguire il sit-in di protesta. I partecipanti sono stati fermati e poi rilasciati (tranne Al Ghoul). In cambio si sono impegnati a prendere le distanze da Sharek e a non frequentare persone di sesso femminile con cui non hanno legami giuridici.
*Traduzione di Nazzareno Mataldi.
Internazionale, numero 876, 10 dicembre 2010*
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