L’esibizione a Ramallah di Mohammed Assaf, il vincitore di Arab idol, è stata un disastro. Sono andata a sentirlo cantare, soprattutto per vedere come sarebbe stato accolto il ragazzo che pochi giorni prima aveva reso felice un popolo intero. Ero con la figlia adolescente dei miei vicini. Non siamo riuscite ad avvicinarci al palco, ma siamo riuscite a entrare nella piazza delle Nazioni superando le transenne e il filo spinato. Una donna ci ha consigliato di non mischiarci con la folla, spiegandoci che alcuni ragazzi stavano cercando di approfittare della confusione.

Assaf ha cantato solo tre brani. Abbiamo pensato che fosse previsto così dal suo contratto o che forse era stanco. Alla fine del concerto il pubblico si è allontanato, deluso ma calmo. Qualche giorno fa ho scoperto che alcuni ragazzi sotto al palco avevano molestato le ragazze intorno a loro. La polizia ha provato a fermarli, ma senza riuscirci. Assaf, imbarazzato e incapace di coinvolgere il pubblico, ha deciso di smettere.

La mia vicina mi ha raccontato che le molestie sessuali da parte dei giovani maschi, specialmente nei villaggi, sono sempre più diffuse. La sua famiglia e quella di suo marito vivono in un villaggio, e ogni volta che vengono a visitarla le raccontano di nuove aggressioni. Esagera o la situazione è davvero grave? La società sta “perdendo il controllo”? Ormai la mia vicina è talmente preoccupata che non permette più alla figlia di 22 anni di prendere i mezzi pubblici per andare al lavoro.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it