Il costituzionalista che ha scritto in legalese il testo della legge “Parlamento pulito” mi ha spiegato che in Italia le proposte di legge di iniziativa popolare, dalla nascita della Repubblica a oggi, si contano sulle dita di una mano. Riuscire a raccogliere le 50mila firme necessarie è un percorso a ostacoli.

La proposta va prima depositata in cassazione che, se autorizza l’iter di raccolta, pubblica il testo sulla Gazzetta ufficiale. A tutti i banchetti di raccolta deve essere presente un pubblico ufficiale che identifica chi firma. Le firme devono poi essere convalidate dal comune di residenza dei firmatari. Vanno quindi trasmesse alla cassazione, che le verifica una per una e valuta eventuali eccezioni costituzionali. Se tutto va bene la proposta arriva finalmente alle camere, e il parlamento, essendo sovrano, la boccia senza pietà.

Anche se servono più firme, in Italia è più semplice proporre un referendum, che però può essere solo abrogativo. I cittadini possono dire solo no, il sì è riservato ai politici. Devo fare a questo punto un passo indietro e spiegare cos’è “Parlamento pulito” e perché l’8 settembre 2007 ci sarà il Vaffanculo day, o V-day, in tutte le piazze d’Italia e in molte del mondo, e perché si chiama così.

In Italia non esiste una vera democrazia rappresentativa e i partiti gestiscono lo stato come se fosse “Cosa loro”, talvolta in accordo con “Cosa nostra”. I partiti si sono messi d’accordo nel 2005 – il centrosinistra, è vero, ha protestato, ma solo per dovere d’ufficio – per togliere agli italiani anche la possibilità di votare il loro candidato.

Nelle elezioni del 2006 i parlamentari sono stati scelti direttamente dalle segreterie dei partiti e quelli ci dobbiamo tenere. Una dozzina di persone ha nominato deputati e senatori per tutti. Dalla monarchia costituzionale alla partitocrazia incostituzionale. Nessuno ha chiesto che fosse azzerato il risultato del referendum sulla legge elettorale e i partiti hanno interpretato questo come un silenzio-assenso e cambiando le carte in tavola. Una volta si chiamava colpo di stato, da noi è acqua fresca.

I partiti, dipinti a suo tempo come cancro della democrazia da Enrico Berlinguer, sono andati oltre. Visto che potevano scegliere hanno scelto il meglio: persone condannate per reati prescritti, persone con dimostrate frequentazioni mafiose e condannati in via definitiva.

Questi ultimi sono ben 23 dopo l’abbandono, molto sofferto, di Previti, corruttore di giudici per conto terzi ed evasore fiscale motu proprio. Elencare le condanne di questi signori è come leggere il codice penale. C’è di tutto: tangenti, corruzione, estorsione, abuso edilizio e falsa testimonianza. E molti dei “diversamente onesti” (definizione di Marco Travaglio) sono lì da una vita.

Penso per esempio a Cirino Pomicino e ad Alfredo Vito, entrambi premiati per le condanne ricevute e le loro molte legislature con un posto nella Commissione antimafia. Forse si è pensato che la loro esperienza a disposizione dei magistrati può aiutare a sconfiggere la criminalità organizzata. State ancora leggendo? Siete ancora lì? O state vomitando e siete pronti per scappare all’estero?

Lo scorso luglio sono andato a Roma in cassazione con un gruppo di ragazzi per depositare tre proposte di legge: nessun parlamentare può essere eletto se condannato penalmente in via definitiva, in primo o in secondo grado; nessun parlamentare può essere eletto per più di due legislature, e contano anche quelle passate; i parlamentari devono essere eletti con un voto di preferenza diretto.

Quindi ho chiesto aiuto per la raccolta delle firme ai Meet up di Beppe Grillo, gruppi organizzati sul territorio collegati con il blog

beppegrillo.it che spesso condividono le mie battaglie. Sono gruppi spontanei, 40mila persone sparse in tutte le città italiane e nel mondo. Ho scelto un giorno simbolico per svegliare questo paese dal coma in cui è sprofondato tra calciatori, tette, veline e denaro a prestito. L’8 settembre mi è sembrato il migliore.

È la data in cui l’Italia si è eclissata, il re sciaboletta e la sua corte in fuga a Pescara e l’esercito abbandonato a se stesso. Nazisti al centronord, bombardamenti e truppe coloniali francesi al sud. Dalla fine della guerra siamo stati sempre occupati politicamente e militarmente dagli americani. La sovranità nazionale è pura finzione.

La “V” l’ho presa in prestito da una parola nazionale, recentemente depenalizzata come insulto, il sempre classico vaffanculo, e da V per vendetta, il fumetto di Alan Moore e David Lloyd. Quindi V-day o Vaffanculo day. In questo giorno si raccoglieranno le firme, io sarò a Bologna in piazza Maggiore, ma in altre 180 città italiane e 20 straniere ci saranno eventi di libertà e di informazione.

Mentre scrivo 185mila persone hanno aderito alla giornata. Nessun giornale (tranne Rolling Stone) o canale tv ne ha parlato, se non di sfuggita come si citerebbe una curiosità o un pettegolezzo. Ho indetto una conferenza stampa a Firenze, con 500 invitati: hanno aderito in sei e l’ho annullata.

Un buon segno. Da tempo dico che i direttori di giornali e tv sono marionette del potere, anello di congiunzione tra i partiti e i gruppi economici. Un megafono sempre meno credibile e sovvenzionato dallo stato, da noi, dalle nostre tasse. Il prossimo V-day sarà per loro.

Questo testo è tratto dallo spettacolo Reset.

Internazionale, numero 709, 7 settembre 2007

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