Per quanto fosse un risultato annunciato, destra e sinistra tradizionali sono evidentemente disorientate da questa nuova realtà. Davanti all’emergere del tripartitismo la sinistra ha deciso di ritirarsi dalle circoscrizioni dove l’estrema destra potrebbe vincere domenica prossima e invita i suoi elettori a votare la destra per sbarrare la strada al Front national. Le destra si rifiuta di fare lo stesso sottolineando che una scelta di questo tipo aumenterebbe la confusione politica. Entrambe le posizioni sono difendibili, ma cerchiamo di andare oltre questo momento elettorale francese dove tutti gli schieramenti pensano già alle presidenziali del 2017.

Questa novità del tripartitismo non è soltanto francese ma paneuropea, perché in tutti i paesi dell’Unione (o quasi) le nuove estreme destre sono ormai al livello della destra e della sinistra tradizionali.

Da un lato abbiamo le nuove forze d’estrema destra, mentre dall’altro abbiamo la destra e la sinistra tradizionali. Siamo davanti a una nuova frontiera politica, non perché la destra e la sinistra siano diventate equiparabili (non è così), ma perché le differenze tra la socialdemocrazia e la democrazia cristiana (o gli avatar del gaullismo in Francia) sono infinitamente meno importanti rispetto a tutto ciò che separa entrambe le correnti dall’estrema destra.

Anche se non è ancora chiaro a tutti, le prove sono davanti ai nostri occhi. Le destre e le sinistre ritengono che l’unificazione europea sia una priorità assoluta, perché senza una maggiore unità i paesi europei non potrebbero reggere il confronto con i grandi raggruppamenti che domineranno questo secolo. Le destre estreme, al contrario, pensano che i paesi europei dovrebbero riaffermare la loro sovranità e che qualsiasi regola europea sia per definizione contraria agli interessi nazionali dei paesi che fanno parte dell’Unione ma che farebbero meglio a uscirne al più presto.

Le destre e le sinistre pensano che sia possibile e necessario continuare a integrare gli immigrati alla cultura e alla laicità che caratterizzano l’Europa. Le destre estreme, invece, pensano che dovremmo separarci da queste popolazioni, anche se non si capisce bene come dovremmo farlo.

Le destre e le sinistre pensano che dovremmo adattarci a un mondo che non è più quello del dopoguerra, mentre le destre estreme accarezzano il sogno di un ritorno all’epoca postbellica e delle frontiere. Come sempre (anche se in forma diversa rispetto al passato) abbiamo un partito che difende l’ordine (in questo caso il vecchio ordine) e un partito del movimento, fatto di forze che difendono il compromesso sociale, l’unità europea e l’affermazione di un’Europa che deve diventare un corpo unico per non diventare un non-corpo. Tutto il resto, in tutta Europa, non è altro che una perdita di tempo e una negazione della realtà.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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