Trump usa toni più moderati ma non piace né alla destra né al centro
Era la sua grande promessa, quella che l’aveva portato al successo seducendo gli elettori più a destra. Era il suo marchio di fabbrica. Oggi però non possiamo essere certi che Donald Trump, una volta eletto, vorrebbe davvero espellere gli undici milioni di immigrati irregolari presenti negli Stati Uniti.
Non possiamo dirlo perché, più si avvicina l’8 novembre, giorno del voto, più il candidato repubblicano sembra ondeggiare tra esigenze contraddittorie. Il suo partito lo pressa perché moderi i toni e smetta di insultare il mondo intero. I sondaggi gli sono talmente sfavorevoli e i capi repubblicani talmente ostili che Trump ha messo da parte i suoi consiglieri più estremisti sostituendoli con nuovi personaggi più moderati.
Apertura al centro
Abbiamo un nuovo Trump, si sono detti molti americani mentre la sua nuova squadra sussurrava all’orecchio dei giornalisti. Ed ecco che dopo aver aizzato i sostenitori durante le primarie, una volta ottenuta la candidatura alla Casa Bianca Trump ha aperto al centro.
Niente di nuovo, se non fosse che le sparate di Trump avevano conquistato un elettorato che non si sente rappresentato dal mondo politico e non è affatto felice di vedere il suo eroe pronunciare discorsi prudenti anziché gettare benzina sul fuoco.
Il popolo di Trump è deluso e si sente. Il candidato repubblicano perde la sua presa sull’estrema destra senza guadagnare un solo voto al centro, dove non vogliono sentir parlare di lui. Di questo passo i repubblicani perderanno le presidenziali quando si pensava che dopo i due mandati di Obama sarebbero tornati alla Casa Bianca senza difficoltà.
I neri, gli ispanici e i bianchi più istruiti sono contro Trump, che non sa più dove cercare voti
Favorevole a Trump o disgustata da lui, la destra americana non sa più a che santo votarsi, e per quanto riguarda gli undici milioni di immigrati irregolari non si capisce cosa voglia fare.
Potevamo pensare che Trump non volesse più espellerli, ma dopo questo apparente dietrofront la collera dei suoi sostenitori è talmente palese che anche questa è un’ipotesi azzardata. È un po’ come se Marine Le Pen rinunciasse a chiedere l’uscita della Francia dall’Unione europea o se Nicolas Sarkozy smettesse di lottare contro il burkini. Davanti alle accuse di incoerenza, i consiglieri di Trump fanno le acrobazie in televisione garantendo che il magnate agirà “umanamente” ma qualcosa farà, comunque.
Il muro alla frontiera messicana? Quello di sicuro. I figli degli immigrati senza documenti nati sul suolo americano e dunque americani? Ah… difficile. La forza pubblica dedicata alle espulsioni? Non ne parla da novembre, risponde indignata la direttrice della sua campagna. Una sola cosa è sicura: i neri, gli ispanici e i bianchi più istruiti sono contro Trump. Il ricco imprenditore deve trovare voti per farsi eleggere, ma dove?
(Traduzione di Andrea Sparacino)
Bernard Guetta sarà al festival di Internazionale a Ferrara dal 30 settembre al 2 ottobre 2016.