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La crisi coreana mette in gioco gli equilibri asiatici

Soldati sudcoreani a Panmunjom, alla frontiera tra la Corea del Nord e della Corea del Sud, il 2 agosto 2017. (Ed Jones, Afp)

Purtroppo non esagera. Quando il presidente russo ha dichiarato il 5 settembre che la crisi coreana potrebbe portare a una catastrofe planetaria ha detto la verità, perché se gli Stati Uniti decideranno di colpire i siti nucleari di Pyongyang si innescherà un meccanismo incontrollabile.

Il regime nordcoreano reagirebbe colpendo la Corea del Sud e soprattutto la capitale Seoul. L’industria sudcoreana sarebbe paralizzata per molto tempo e l’economia mondiale resterebbe profondamente colpita. Gli Stati Uniti dovrebbero per forza raccogliere il guanto di sfida forzando la caduta del governo di Pyongyang, e nel giro di poche ore si troverebbero ad affrontare la Cina.

Davanti alla possibilità di un simile crollo, Pechino si muoverebbe perché la ragion di stato la obbligherebbe a evitare in qualsiasi modo una riunificazione della Corea, che diventerebbe immediatamente una concorrente economica e politica e permetterebbe sicuramente alle truppe statunitensi di piazzarsi alla frontiera con la Cina.

Uno scenario da scongiurare
In gioco c’è l’equilibrio asiatico, da una parte le potenze del continente e dall’altra la Cina e gli Stati Uniti. La faccenda è estremamente seria, tanto che lo sfoggio militare americano potrebbe far degenerare la situazione mentre l’imposizione di nuove sanzioni economiche contro la Corea del Nord non risolverebbe niente, e forse potrebbe peggiorare le cose.

I leader nordcoreani risponderebbero moltiplicando gli esperimenti nucleari e balistici, e queste provocazioni farebbero ulteriormente alzare la tensione. Come fare per scongiurare questo scenario?

Ciò che bisogna fare è abbastanza spiacevole ma è chiaro, e non bisogna perdere tempo

In realtà è semplice. Bisogna partire dai fatti, ammettere che il regime nordcoreano vuole solo avere una forza di dissuasione per garantirsi la sopravvivenza imponendo al resto del mondo la separazione definitiva della penisola coreana per impedire che un giorno la Corea del Nord sia assorbita da quella del Sud come la Germania orientale è stata incorporata da quella occidentale.

Il regime di Pyongyang difende la sua sopravvivenza, dunque non è impossibile trovare lo spazio per negoziare. Per il momento è difficile perché la Corea del Nord non ritiene ancora di aver creato un rapporto di forze abbastanza favorevole da ottenere le garanzie che vorrebbe. A quel punto sarebbe fondamentale l’aiuto della Cina, che può costringere Pyongyang a piegarsi in pochi giorni perché è l’unico vero partner commerciale del governo nordcoreano. Ma per ottenere la partecipazione dei cinesi bisognerebbe garantire a Pechino che non ci sarà nessuna unificazione della Corea né forze americane alle sue frontiere.

Ciò che bisogna fare è abbastanza spiacevole ma è chiaro, e non bisogna perdere tempo.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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